Il tappo è saltato ora ci vuole una magistratura indipendente

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È uscito ieri, in tutte le edicole, il nuovo numero di CulturaIdentità, il mensile fondato e diretto da Edoardo Sylos Labini. Interamente dedicato al tema della giustizia, prende spunto dal successo editoriale de Il Sistema (Rizzoli ediz.), il libro-inchiesta scritto a quattro mani da Alessandro Sallusti e Luca Palamara, e attraverso la rilettura di alcune vicende giudiziarie che hanno segnato la storia italiana, mette in luce il meccanismo di vasi comunicanti che si è instaurato tra politica e magistratura. Tantissime le firme autorevoli, tra cui Marco Gervasoni, Gian Marco Chiocci, Francesco Maria Del Vigo, Anna Maria Greco, Iuri Maria Prado, Alberto Ciapparoni, Francesca Totolo, che hanno contribuito a raccontare le derive della magistratura in Italia.
Tutto comincia con Mani pulite. Anzi no. Inizia molto prima, quando il partito Comunista, già negli anni ’60 intuisce il potere destabilizzante di una magistratura politica organizzata. Che significa? Una magistratura in grado di utilizzare i processi come ‘arma’ per sostituirsi alla politica.
Di questa degenerazione, che non ha precedenti nel resto d’Europa, ovvero la trasformazione di un ordine dello Stato in un Potere, si è occupato Luca Palamara, ex magistrato e presidente dell’Anm, ricostruendo quel meccanismo di correnti che ha finito per oltrepassare i limiti fissati dalla nostra Costituzione. “Luca ha avuto il coraggio di scoperchiare il vaso di Pandora della malagiustizia e ha collaborato fattivamente alla costruzione dello spettacolo il Sistema”, ha detto Sylos Labini, in occasione della presentazione romana del nuovo numero del mensile, che è anche il libretto dell’opera.
Nemmeno la scelta del luogo della presentazione è un caso. Il bar da Vanni, infatti, è uno dei luoghi chiave degli incontri tra magistrati descritti nel libro dall’ex pm. “La mia dedica è per Falcone e Borsellino perché non è uno spettacolo contro la magistratura ma un omaggio nei confronti di quelle toghe che malgrado tutto, hanno mantenuto e mantengono la schiena dritta”, ci tiene a precisare Edoardo Sylos Labini, annunciando le date della piece da lui diretta e interpretata, che debutterà in anteprima nazionale il 19 giugno a Castel San Giovanni (Pc), per poi proseguire in una lunga tournée che toccherà le principali città italiane. Il 29 e il 30 settembre sarà al teatro Manzoni di Milano. “Partendo dal ricordo di Craxi e della pagina infame dell’hotel Raphael, proseguendo attraverso il giustizialismo con la bava alla bocca che si ritorce contro gli stessi giustizialisti, condanno il divismo di certi magistrati”, assicura Sylos Labini. Ma i mali della giustizia vengono da lontano, si sa, e se ancora oggi abbiamo una giustizia che “misura il tempo in decenni è uno dei tanti fallimenti della seconda Repubblica”, sottolinea Stefania Craxi, senatrice di Forza Italia, a cui è affidata anche una delle riflessioni contenute nel numero di giugno. D’altra parte, il 1993 è una data importante, perchè “segna uno spartiacque nei rapporti tra politica e magistratura”, sottolinea Palamara riferendosi proprio alla vicenda Craxi. “Con la revoca del Parlamento all’autorizzazione a procedere nei confronti dell’allora leader socialista, infatti, viene meno quella linea di confine tra politica e magistratura individuata nel ’48”. E conclude “Se oggi il tappo è saltato, allora vale la pena fare anche un passo indietro rispetto allo schema delineato 73 anni fa, per dare una magistratura indipendente al Paese“. Chi proverà ad andare oltre il sistema?

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