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Inimitabili arriva a Milano e, ovviamente, lo fa in modo “inimitabile”. Questa mattina, nella prestigiosa culla della cultura meneghina della Pinacoteca di Brera, è stato presentato lo spettacolo scritto, diretto e interpretato da Edoardo Sylos Labini.
Dopo il grande successo riscosso al Sala Umberto di Roma, Inimitabili giunge quindi al Teatro Manzoni di Milano, con tre date suddivise tra novembre, dicembre e gennaio che racconteranno sul palcoscenico le gesta dei formidabili personaggi approfonditi nella prima edizione dell’omonimo programma di Raitre la scorsa primavera e già interpretati in altri spettacoli dallo stesso Sylos Labini. Si parte il 4 novembre con Gabriele d’Annunzio, si prosegue il 2 dicembre con Tommaso Marinetti, quindi il 7 gennaio con Giuseppe Mazzini. Date non casuali: festa delle Forze Armate, anniversario del padre del Futurismo, anniversario della nascita del fondatore della Giovine Italia.
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Dalla Sala Aldo Bassetti della Pinacoteca di Brera viene lanciato, quindi, un preciso messaggio: il teatro è cultura, storia e socialità, per chi se lo fosse dimenticato o facesse confusione con alcuni prodotti senza storia alle spalle, derivanti dai social. Il teatro, quindi, come veicolo fondamentale per la memoria del nostro Paese. “C’è un grande legame anche con le famiglie di questi personaggi. Al Manzoni ci saranno anche le nipoti di Marinetti e D’Annunzio”, annuncia Sylos Labini, che aggiunge: ““Mazzini è protagonista delle Cinque Giornate di Milano, padre dell’Italia repubblicana. D’Annunzio, anche lui legato a Milano inventandosi il nome La Rinascente, è l’inventore del marketing culturale. Marinetti l’inventore del Futurismo, nato proprio a Milano tra via Senato e corso Venezia con poeti importantissimi”.
“Da inizio anno ci siamo aperti alla presentazione di libri e spettacoli, perché Brera non sia più solo un museo ma torni al centro delle dinamiche culturali, non solo di Milano ma di tutta Italia” dice Angelo Crespi, Direttore generale della Pinacoteca e co-autore del progetto.
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“Vengono raccontati personaggi iconici, coraggiosi e geniali del nostro Paese. Questo progetto ci permette di ricordare correnti fondamentali come Futurismo e Decadentismo, che restano un importante lascito per i nostri ragazzi”. afferma Francesca Caruso, Assessore alla Cultura della Regione Lombardia.
“Se il Teatro della Toscana arrivi a Milano è un segnale importantissimo. Talvolta abbiamo difficoltà a divulgare la storia e la cultura italiane, riuscire a farlo ai tempi degli smartphone, che riducono sempre senza approfondire, ci inorgoglisce ancora di più. Questo è un punto di partenza per un discorso che sicuramente avrà un futuro, ripartendo proprio da Milano”, precisa Marco Giorgetti, Direttore Generale del Teatro della Toscana.
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“Questa tournée è una maratona un po’ folle”, ammette scherzando Sylos Labini, “perché con tutte le date che si susseguono ogni giorno in città diverse, a volte rischiamo di andare in scena e non ricordarci quale dei tre personaggi racconteremo”.
Saranno raccontati aneddoti mai narrati, che restituiranno verità alla storia: “Sfateremo il tabù che vuole d’Annunzio fascista; parleremo di Marinetti che si oppose al nazismo con una manifestazione contro Hitler nel 1938 al Teatro delle Arti”, sottolinea Sylos Labini, che chiude con un messaggio positivo: “Fare sinergia sulla storia, in un’epoca digitale, è un traguardo fondamentale. Questi personaggi appartengono a tutti gli italiani, hanno fatto azioni sociali ma non dettate da un colore politico. Mazzini parla di patria, rifacendosi all’amor patrio di Dante, facendola diventare di tutti. Bisogna studiare e approfondire davvero la storia, senza la consueta paura che parlando di un personaggio o di un altro si appoggi l’ideologia fascista o quella comunista. Certi valori appartengono all’Italia intera”.
Proprio Francesca Barbi Marinetti, applaudendo esplicitamente al grande lavoro del progetto di CulturaIdentità, sottolinea così quanto sia importante mantenere viva la memoria del passato: “Questo spettacolo tocca temi non semplici, senza una retorica pesante, che torna quasi sempre quando si ricordano quelle epoche. Uno studioso di musica analizzò i brani di mio nonno: capì che i poeti futuristi avevano un modo di parlare diverso dal nostro, quasi fastidioso per certi versi e difficile da riproporre in musica. Dobbiamo però non perderne la narrazione, per ricordarci che l’arte è motore pre figuratore e capace di intuire le linee portanti del nuovo che avanza. Le nuove generazioni sono alla ricerca soprattutto di una comfort zone, invece bisognerebbe guardare davvero al futuro e preoccuparsi, come facevano all’epoca, di cosa sarà ricordato fra vari secoli”.
Inimitabili dunque è pronto a sorprendere anche a Milano, con storie che non smettono di stimolare nuovi spunti narrativi, capaci di riscrivere la nostra storia. Quella vera, che non vuole censure, che precisa finalmente le origini identitarie della nostra cultura.