ABBONATI A CULTURAIDENTITA’
Se c’è uno sport in cui oggi eccelliamo certamente non è il calcio, oramai da tempo siamo lontani in termini di risultati e di prestazioni dalle Nazionali che vincono e che contano, ma il tafazzismo. Chi non ricorda Tafazzi, il mitico personaggio comico interpretato da Giacomo Poretti, del Trio Aldo, Giovanni e Giacomo, che amava colpirsi a ripetizione le parti intime in maniera masochistica?
Bè, in questo siamo bravissimi. Prendete la nuova campagna promozionale di Ministero del Turismo ed Enit, che ha scelto come ambasciatrice d’eccezione la Venere di Botticelli. Lo ha fatto in chiave moderna, trasformandola in una influencer virtuale per promuovere le bellezze tricolori. Apriti cielo: ecco subito una valanga di critiche, perplessità, ilarità e meme sui social.
E così la Venere che lascia il famoso quadro rinascimentale di Botticelli custodito alla Galleria degli Uffizi di Firenze per diventare ambasciatrice dell’Italia nel mondo è accusata di essere trash, troppo costosa, retorica, specchio del vecchio Paese di pizza, spaghetti e mandolino. Tutti appunti letteralmente ridicoli.
Primo, sui costi: come ha spiegato il ministro Daniela Santanché in un’intervista a Rtl 102.5, 9 milioni non è il costo della sola campagna promozionale bensì pure della diffusione che verrà fatta in tutto il mondo, ovvero gli acquisti degli spazi negli aeroporti, nelle stazioni, nelle città, dagli Stati Uniti all’India, fino a toccare tutti i Continenti.
Secondo, come la pizza è apprezzata, copiata e imitata in tutto il globo, anche la Venere di Botticelli è un’icona mondiale, simbolo della nostra italianità. Che in questo caso ha come obbiettivo quello di avvicinare i giovani, quindi deve utilizzare strumenti, linguaggi e anche location a loro vicini.
Terzo, levatevi la puzza sotto il naso! Per caso siete stati abituati a mangiare ogni giorno caviale e a bere champagne? La storia non dice questo, anzi.
Quarto, se i radical-chic e gli snob dell’Italia (di sinistra) che piace alla gente che piace hanno da ridire e alzano la voce, allora vuole dire che la strada è quella giusta per far circolare il ‘brand Italia’. Come a suo tempo, fra tante polemiche e tanta invidia, Silvio Berlusconi seppe far circolare in modo clamoroso il ‘brand Milan’.
Quinto, la campagna è a cura della prestigiosa agenzia pubblicitaria Armando Testa, un nome che costituisce una garanzia di professionalità e di successo: come del resto dimostra la grancassa mediatica di queste ore, una brillantissima operazione di marketing.
Infine, cari Tafazzi, rassegnatevi, il 25 settembre 2022 avete perso le elezioni, fate, se ci riuscite, un sorriso, rilassatevi, e godetevi anche voi il nostro Belpaese.
Questa campagna è una cagata pazzesca, manco uno studente somaro dell’artistico. Come sempre appena qualcuno del governo si muove parte una minchiata. Voi giornalisti cani da riporto in difesa dell’indifendibile. Dai che a leccare magari ti trovano uno strapuntino da Cicciobomba Sangiuliano. Articolo gne gne da bimbominkia.
Finalmente un commento positivo!
Finalmente una campagna pubblicitaria in grado di “vendere” la nostra cultura millenaria esaltandola in termini moderni.
I francesi si sono “venduti” la Torre Eiffel in tutte le salse (hanno solo quella): noi abbiamo nientemeno che la bella Venere che gira per l’Italia mostrandone alcune bellezze e, perché no?, degustando una sontuosa, succulenta, invitante pizza napoletana, street food per eccellenza.
Capisco l‘auto motivarsi,l’auto incensarsi, ma a tutto c’è un limite. Con una parte dei filmati girati in Slovenia ora si aggiunge anche la traduzione in altre lingue, doverosa, ma almeno che fosse una traduzione non una infilata di errori che nemmeno un principiante farebbe. Mi riferisco a quella in tedesco, forse inostri migliori clienti che certamente con questa traduzione li troveremo chissà dove. Altro che Italia leader in Europa sui fondi Pnnr per la cultura, così ci rispediscono tutti all’asilo
Esatto. Esaltano Ferragni e criticano la campagna “pop”. Ridicoli. E la campagna farà il botto, ne sono sicura. Brava Daniela Santanchè, gli stranieri andranno in brodo di giuggiole!