Legge Zan, si parla i diritti ma i doveri dove sono?

0

In qualità di “ex” insegnante, mi permetto di aggiungere un contributo di considerazioni, maturate per studi specifici ed esperienze personali sul ddl Zan.

La parola diritti risuona molto spesso sui vari mezzi di comunicazione, a volte a buona ragione e a volte a senso unico. Paragono questo termine alla libertà, che tutti amiamo, ma che ha un limite che non può oltrepassare, per non ledere la altrui libertà. Così i diritti devono fermarsi al punto in cui si ledono i diritti altrui. Di doveri non vi è traccia.

Detto questo, vado all’attualità circa la nota Legge Zan, che occupa il dibattito politico e le manifestazioni di piazza dove alcuni sostenitori arrivano al culmine dell’indecenza e della blasfemia. Questa legge oltre al subdolo giro di parole che, di fatto, introducono il reato di opinione, è una vera bestemmia, per la pretesa di alcune persone senza scrupoli di entrare nella Scuola Primaria. Costoro col pretesto di dire la loro sul bullismo, andrebbero a proporre argomenti di sesso, anche deviato, tema completamente estraneo ai tempi naturali di quella fase di età evolutiva. Secondo gli antichi Latini “La natura non fa salti”, infatti tali argomenti possono sollecitare nei piccoli interrogativi inquietanti ed ingenerare disturbi della cognizione di sé. Ma come si possono permettere questi danni? Ma gli Organi Superiori dell’Istruzione, supponendo che conoscano le caratteristiche dell’apprendimento in questa fase di età e la delicatezza strutturale di creature in formazione, non dovrebbero insorgere a tutela di chi non ha voce per ribellarsi?

Anche alcuni Tribunali nell’emettere sentenze su contenziosi tra coniugi con figli minorenni, si basano sulla priorità assoluta dell’interesse del minore. In questo caso, invece si rivendicano diritti di alcuni adulti che pretendono di informare su eccezioni della natura (alterando persino i giocattoli) violando con prepotenza il sacrosanto diritto dei bambini di vivere la loro infanzia con la spensieratezza e la gioia, che abbiamo il sacrosanto dovere di favorire e proteggere. Con Leopardi dico: “…godi fanciullo mio, età lieta è codesta, doman…”. E mi piace ricordare il pedagogista Froebel il quale sosteneva che “al bambino bisogna accostarsi religiosamente come quando si entra in un Tempio sacro”. Questo concetto è ben lontano dagli arroganti “zanisti” tutori soltanto del proprio egoismo, incuranti di profanare il Tempio dell’Educazione che tale dovrebbe essere la Scuola.

Per far maturare, senza interferenze fuorvianti, i comportamenti di rispetto verso tutte le persone, per gli animali, per le piante, per tutto ciò che ci circonda occorre una buona Educazione Civica, vissuta nel quotidiano delle famiglie, della scuola e di strutture collaterali, ricreative e sportive.

E’ necessaria anche un’attenta sorveglianza sull’uso di telefonini e computer, perché la tecnologia a tempo debito è necessaria, ma intesa come un ramo su un solido tronco secolare che è l’Umanesimo. Comunque bastano genitori ed educatori consapevoli dell’alta responsabilità del loro ruolo, che educhino alla bellezza dell’Arte, della Poesia, della Musica e dei capolavori del creato da Dio e dai nostri grandi “geni” predecessori, per formare futuri cittadini ricchi di veri valori, in armonia con sé stessi e con ogni contesto sociale.

Elena Mondello

CLICCA QUI E SOSTIENI LA NOSTRA VOCE LIBERA

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

14 − tredici =