Ma se la “Venere degli stracci” diventasse una “Venere delle ceneri”?

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Poco male, la Venere degli Stracci di Michelangelo Pistoletto può risorgere dalle sue stesse ceneri e diventare “la Venere delle ceneri”. Non è mia questa proposta, ma di un artista italiano che seguo da anni, Paolo Cavinato. Giusto.

Del resto, la scultura inaugurata a Napoli 15 giorni fa e finita nel rogo (è stato fermato un senza fissa dimora di 32 anni, individuato grazie alle telecamere di videosorveglianza, con le accuse di incendio e distruzione di beni culturali) era l’ultima di una serie di repliche, essendo la prima stata realizzata da Pistoletto nel 1967, l’anno di nascita dell’Arte Povera, una copia in cemento della neoclassica Venere con pomo di Bertel Thorvaldsen, a sua volta ispirata all’Afrodite di Prassitele (360 a.C.), che noi conosciamo grazie a diverse copie romane.

L’originale si trova nella Fondazione Pistoletto di Biella, da cui poi sono state realizzate altre, in gesso, in oro, in marmo. Di copia in copia, a partire dall’idea originaria da cui è nata, La Venere degli stracci è nella sua essenza un continuo risuonare di forma e caos, nobiltà e miseria, passato e presente riconsegnati all’eternità.

fonte Facebook

E proprio perché l’arte è immortale e i tempi moderni ne hanno certificato le riproducibilità ma al contempo annichilito il mito, allora perchè la Venere degli stracci non potrebbe risorgere dalle sue stesse ceneri come un mito immortale di fianco al suo stesso scheletro? Una specie di “calamita cosmica” alla De Dominicis, che richiama se stessa dalla distruzione.

Di là dalla possibilità non del tutto escludibile che, almeno in questo caso, il dolo fosse un gesto…..artistico, è pur vero (e noi lo diciamo da sempre), che filosofia a parte occorre difendere i nostri beni culturali: se il fermato sarà giudicato colpevole dall’autorità giudiziaria pagherà per il reato commesso, consapevole o meno che fosse.

Del resto l’arte ha sempre attirato a sé la distruzione e lo sfregio ma, se vogliamo che continui ad essere di tutti, allora, come dicevano gli Antichi, primum vivere deinde philosophari.

Proteggiamo quindi l’arte del nostro Paese, elaboriamo dei piani di intervento programmati.

Riferiamo da una nota di agenzia che la componente del coordinamento cittadino di Fratelli d’Italia di Napoli, Imma Guariniello, ha accusato la poca attenzione da parte della giunta comunale per l’uso di materiali non ignifughi e l’assenza di presidio dell’installazione, anche se per completezza di informazione non possiamo non aggiungere che l’amministrazione del Comune di Napoli ha fatto sapere che gli stracci dell’installazione erano ignifughi perché rivestiti di un materiale speciale che avrebbe neutralizzato le fiamme e che la Venere degli stracci sarebbe stata pattugliata h24.

Per Fernando Cordella, Presidente ANPPE Vigili del Fuoco, le rassicurazioni dell’amministrazione napoletana devono avere un riscontro immediato, in quanto a Napoli un opera d’arte è stata distrutta. L’attenzione alle opere d’arte in tema di sicurezza, come anche per la tutela dei monumenti delle nostre città, deve essere sempre massima, perché sono patrimonio di tutti e se tenuti egregiamente aumentano la bellezza delle nostre città.

E di fronte all’ineluttabile, aggiungiamo noi, quando è possibile, facciamo risorgere l’opera d’arte attraverso le sue repliche. Del resto, non lo diceva Platone che l’arte è una copia di una copia?

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