È in scena al Teatro Filodrammatici di Milano, fino al 6 aprile, NERDs – sintomi (produzione Teatro Filodrammatici di Milano) di Bruno Fornasari. Atto unico, durata 90 minuti. Ecco la recensione.
IL CAST
Tommaso Amadio, Emanuele Arrigazzi, Riccardo Buffonini, Umberto Terruso. Regia di Bruno Fornasari.
IL TARGET
Dai 16 anni in su
LA TRAMA
I quattro fratelli maschi di una famiglia modello sono pronti per fare la foto finale del cinquantesimo anniversario di matrimonio dei genitori: ultimi secondi, poi svanirà tutta la giornata, ma probabilmente non quanto accaduto, che sintetizza anni di incomprensioni, segreti, ipocrisie familiari. Come in un rapido flashback, si ripercorre quindi l’iconico paradossale pomeriggio, nel quale i fratelli hanno espresso tutti i loro rancori. Uno è da sempre perdutamente invaghito della futura cognata, ma nel frattempo sua moglie è incinta: non può immaginare che in realtà il padre sia il fratello, quello gay. Quest’ultimo condivide con un quarto fratello, noto come donnaiolo, la passione per un uomo sposato, presente al banchetto insieme alla moglie. Anche lei si dimostrerà particolarmente, ma il marito non sospetterà di nulla. Bagni e cespugli vedranno alternarsi diverse coppie, mai quelle ufficiali. Tutti si detestano ma sono uniti tra loro nel segno dell’omertà, della disonestà e… delle corna.
LA MORALE
La psicoanalisi di Lacan ci dice che tanto più ci sentiamo in colpa, quanto più sviluppiamo un senso di autocritica che ci farà infliggere una punizione. Nietzsche sottolineava che la morale comuni si fondi proprio sul senso di colpa. NERDs – sintomi non fa altro che confermare queste tesi in modi diversi. Vanno in scena infatti una serie di coppie allo sbando e aspettative deluse, dove chi sbaglia prova a recuperare l’amore appena tradito, non comprendendo che si sta tradendo da solo andando incontro a una vita diversa da quella che gli appartiene davvero. Tanto meglio essere schietti e sinceri… e controllare di tanto in tanto i bagni ogni volta che si viene invitati a un banchetto!

IL COMMENTO
Una delle commedie più divertenti e strampalate torna al Teatro Filodrammatici, dove nacque dieci anni fa prima di essere applaudita da oltre 15.000 spettatori. La trama racconta un escalation di eventi dove la ferocia la fa padrona, portando ogni protagonista allo specchio con se stesso quando pensa di essere di fronte alla cattiveria del solo fratello. L’umanità sempre pronta a farsi male, noncurante del rispetto altrui, emerge completamente da un testo bizzarro quanto comico. Si ride per un’ora e mezza senza intervallo, ma con tante scene separate da buio totale sul palcoscenico e distinte da un suono che diventa via via inconfondibile per il pubblico. Si resta incollati alla poltrona con la curiosità di capire fino in fondo cosa accadrà, ma pur conoscendo il finale vale la pena tornare a vedere lo spettacolo e godersi ogni singola sfumatura.
IL TOP
Solo quattro (e tutti uomini) gli attori in scena: coinvolgenti, perfetti. Al di là della verve comica di cui ciascuno di loro si può fare fregio, grazie a ritmi e tempi sempre precisi, va sottolineata la capacità di rendere la storia assolutamente comprensibile a tutti. Ogni attore recita infatti due personaggi, maschili o femminili, distinguendoli da un dettaglio (borsetta, accessori ecc) e dal modo di recitare: il pubblico non fa minimamente fatica a capire gli intrecci (complicati) delle coppie. È proprio vero, diventa tutto più semplice con uno sguardo esterno, anche i problemi.
LA SORPRESA
Il titolo potrebbe trarre in inganno, lasciando immaginare a una storia di ragazzi invasati di scienza, videogames e telefilm sul modello di The Big Bang Theory. NERDs è invece sorprendentemente l’insieme delle iniziali dei quattro fratelli protagonisti, Nico, Enri, Robi e Dani e, al tempo stesso, fa riferimento all’acronimo del reflusso non erosivo, Non Erosive Reflux Desease, che in medicina indica il bruciore di stomaco. Quello che viene a causa dello stress o del mal d’amore. All’agriturismo dove si ambienta il rinfresco, c’è anche un laghetto con oche e anatre: ci sono anche loro, rigorosamente interpretate sempre dai quattro attori. Le loro movenze ricordano proprio quelle dei protagonisti umani, come a sottolineare la loro vicinanza a noi. O per meglio dire meglio, la nostra somiglianza alle oche quando ci uniamo al conformismo ad ogni costo perdendo la nostra identità.