“Io, più che altro, leggo: attività scarsamente raccontabile, per non dire antinarrativa”. A parlare è Ernesto Aloja, editor di 58 anni, con un block notes vuoto nella borsa e un’amante al suo fianco. Inizia così, in un budello del centro di Napoli, il viaggio di Non c’ero mai stato, ultimo romanzo di Vladimiro Bottone edito da Neri Pozza. Bottone, attraverso il rapporto che Ernesto inaspettatamente instaura con una giovane aspirante romanziera, racconta dell’intreccio tra eros e letteratura, tra vecchie e nuove generazioni e tra il centro sporco e la periferia desolata. Grazie anche alle sovrapposizioni biografiche tra autore e protagonista Non c’ero mai stato si configura come il romanzo più vero di Bottone, in cui il fulcro non è solo una relazione sessuale-sentimentale ma l’amore per la letteratura. Un amore dichiarato già nella prima fatica dello scrittore partenopeo, L’ospite della vita, entrato nella selezione del Premio Strega 2000 e in cui già sono presenti le direttive su cui si muoverà tutta la sua produzione successiva: l’argomento metaletterario e Napoli. Quando Ernesto riceve le pagine turbolente della giovane Lena Di Nardo e la sua “vita in piccolo”, racconto chiaramente autobiografico, si accende in lui un impulso alla vita da molto tempo respinto. Questa fascinazione trova sfogo di giorno in lezioni di scrittura e di notte nelle scorribande che Lena compie in una città torbida e sensuale. Grazie a una penna raffinata Bottone tratteggia una storia destinata a lasciare un segno in tutti i lettori più appassionati.