Il pandemicamente corretto dell’ipocrita governo Conte

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DonkeyHotey, fonte flickr.com/photos/donkeyhotey/

“I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi”, recita il primo comma dell’articolo 17 della Costituzione; le manifestazioni e cortei di protesta rappresentano una delle modalità di esercizio dei fondamentali diritti costituzionali dove, attraverso la libertà di riunione, si esercita un altro diritto, tutelato anch’esso da un apposito articolo della nostra Carta fondamentale, di manifestare il proprio pensiero. Non per tutti i cittadini: il quotidiano Repubblica- in un articolo apparso ieri- annuncia che la Digos sta visionando i filmati della manifestazione del 2 giugno a Roma, organizzata dal centro destra, per “multare” i manifestanti che hanno violato le norme sullo distanziamento sociale. In questo regime di semilibertà, vedesi fase 2, dove già le nostre libertà sono state ampiamente limitate, viene utilizzato l’escamotage dell’assembramento per reprimere ogni forma di protesta contro il governo giallo fucsia.

Già il primo giugno si lanciava l'”allarme destra”, con tanto di prima pagina di Repubblica, con un catenaccio al limite del ridicolo: “Salvini, Meloni, gilet arancioni e neofascisti: mobilitazione in cento piazze per la festa della Repubblica“; la solita operazione di demonizzazione contro chi si azzarda a criticare l’operato del Presidente del Consiglio -o, per essere precisi, la sua totale obbedienza ai fondamentalisti della tecnocrazia: il comitato tecnico-scientifico guidato “in remoto” da Londra dal capo della task force Vittorio Colao. Se nella fase di pieno lockdown il nemico pubblico era il cittadino/runner, oggi sono i produttori e i lavoratori italiani che chiedono a gran voce di ripartire e di utilizzare strumenti ad hoc per contrastare la devastante crisi economica che ci porterà verso il baratro. Il motore della nostra Nazione è stato totalmente abbandonato, e non importa se 2 milioni di italiani non hanno ricevuto la cassa integrazione, e circa 1 milione non ha ancora visto il famoso bonus di 600 euro,  nell’era del pandemicamento corretto  è vietato dissentire.

Sembra di vivere nella DDR dove il Ministerium fur Staatssicherheit (Stasi) deve effettuare un controllo dei propri cittadini e reprimere ogni forma di protesta. Vi ricordatela la pacifica manifestazione, a Milano, dei ristoratori? Tutti multati. E ora che l’opposizione è scesa in piazza, colorando di tricolore le nostre strade, dai palazzi del potere arriva l’ordine di visionare i filmati dei partecipanti e sanzionarli; l’obiettivo è palese: un regime di paura per scoraggiare i cittadini nel loro elementare diritto di manifestare. La DDR ammette una sola deroga: se non sei di destra, come successe nel manifestazioni del 25 aprile, si chiude un occhio- niente assembramento e distanziamo di sicurezza- e tutto passa in sordina per la stampa mainstream. Sia chiaro, non invochiamo le “multe” per ANPI e centri sociali: per noi il  diritto di manifestare vale per tutti, in primis  per i nostri avversari.

Il governo dei Rocco Casalino sembrerebbe che stia leggendo- e applicando- il romanzo 1984 di George Orwell, ben rappresentato dalla nostra copertina del numero di maggio con il David di Michelangelo imbavagliato.  In questo delicato periodo storico l’opposizione, con autorevolezza e realismo politico, deve con forza- senza tentennamenti e tatticismi- costruire l’alternativa al governo dei 5 Stelle-PD e portare avanti la voce dell’Italia del coraggio, quella dei nostri produttori e lavoratori. Resistere e attaccare!