Prevenzione: tutti la vogliono, ma chi la fa davvero? Scopri un progetto preciso

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Prevenzione. Tutti la vogliono, ma chi la fa davvero? È la chiave di volta, assieme al “controllo”. E non solo in termini di salute e benessere fisico. Puntella Francesco Cannone, amministratore unico di Emtesys, società di ricerca e sviluppo che opera nell’innovazione biomedica: “Nel Global action plan 2013-2020, l’Organizzazione mondiale della sanità ha dimostrato come possa essere significativamente ridotto il peso delle malattie non trasmissibili, dal diabete alle patologie cardiovascolari.

La non adozione delle azioni di prevenzione comporta una perdita di produttività ed una escalation dei costi sanitari stimati in 47 trilioni di dollari americani corrispondenti al 75% del prodotto interno lordo mondiale nel 2010”. Necessaria un’accelerazione culturale. Se non altro perché “oltre ad avere un enorme valore in sé, è anche una precondizione per le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile: sviluppo economico, sostenibilità ambientale e inclusione sociale. Deve essere favorita globalmente da tutti, non solo dagli attori a vario titolo direttamente operanti nel mondo della sanità”, ragiona il numero uno di Emtesys. Già. Il nodo è qui: agire su più fronti e coinvolgendo tutti. Guardiamo la telemedicina: “Si progettano sistemi innovativi e tecnologicamente ineccepibili, pensati da ingegneri, ma che calati nella realtà non realizzano il fine medico per il quale sono stati progettati. È una sconfitta”. Guai a passare sopra queste sconfitte. Le emergenze impongono l’inversione di rotta.


Non è un caso che l’attenzione primaria di Cannone sia rivolta al diabete. Solo la prevenzione può arrestare una marcia che ha i numeri di una pandemia globale. L’Idf (International Diabetes Federation) stima 21mila nuove diagnosi di diabete al giorno nel mondo, così da spostare, secondo l’Oms, il contatore dei diabetici dai 425 milioni del 2019 ai 629milioni nel 2045. In Italia (14mila e 500 morti in un anno), il diabete non diagnosticato coinvolge più di un milione e duecentomila persone. Prevenire, curare e disinnescare. Torna la parola essenziale: prevenzione di precisione. Tanto più, avverte Francesco Cannone, “se si considera che nelle fasi iniziali il diabete non è associato a sintomi riconoscibili, e si stima che nel mondo ci sia circa lo stesso numero di milioni di persone nella condizione di ‘prediabete’ oppure nella condizione di diabetico inconsapevole”. Che fare? “Per la prevenzione primaria (evita o riduce a monte l’insorgenza della malattia, nda) e secondaria (interviene precocemente all’insorgenza evitandone o riducendone la comparsa, nda), l’adozione di un corretto stile di vita è un elemento fondamentale ed assume un valore molto più significativo quando è abbinato alla esecuzione regolare degli esami strumentali che consentono di misurare l’efficacia dell’adozione del corretto stile di vita”.

Col partner Alpha Pharma, life science company, Emtesys è attiva nella commercializzazione di glucometri con tecnologie automatiche di comunicazione bidirezionale (paziente-piattaforma, piattaforma-paziente),
sistemi di monitoraggio continuo della glicemia e dispositivi di test su emoglobina glicata HbA1c e sul profilo lipidico. E grazie a questi strumenti sta per lanciare proprio un progetto di prevenzione di precisione. Le azioni del progetto prevedono il supporto continuativo ed innovativo per almeno tre anni rivolto agli utenti coinvolti. Parti essenziali del supporto sono i sistemi elettromedicali innovativi, i servizi di telemedicina e tele-prevenzione, il servizio di control room, e cioè la sala di monitoraggio dati. A questo, il progetto aggiunge un livello di prevenzione terziaria con test di farmacogenomica, grazie ai quali viene individuato, in base al patrimonio genetico, il farmaco o la combinazione di farmaci più indicata a rendere efficace la terapia di chi con le malattie croniche è costretto a farci conti senza volerne pagare il prezzo più alto.