Restituite il mosaico di Prampolini ai cittadini

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Foto di Federigo Salvadori

Alla Spezia c’è un tesoro nascosto. Un mosaico rinchiuso nella Torre dell’Orologio del Palazzo delle Poste a cui da molti anni è impedito l’accesso. Si tratta di uno straordinario esempio di arte musiva futurista, firmato da Enrico Prampolini e da Fillia, dedicato alle Comunicazioni Terrestri Marittime ed Aeree, realizzato quale opera d’arte ornamentale di una monumentale costruzione progettata dall’ingegner Angiolo Mazzoni e inaugurata nel 1933. L’ultimo accesso al pubblico fu reso possibile proprio da CulturaIdentità che nel 2019, durante la seconda edizione del suo festival, dal titolo Turismo e Futurismo, ottenne da Poste Italiane il permesso di far ammirare lo splendore dell’opera, sia pur mancante di alcune tesserine del mosaico, a centinaia di visitatori, che si misero diligentemente in coda per compiere la visita. A impedire di vivere la stessa esperienza a cittadini e turisti, se non quotidianamente almeno periodicamente sarebbero, oggi come allora, prima di tutto ragioni di sicurezza. Non temete, la Torre dell’Orologio non sta per crollare. È invece la scala che porta alla sommità della costruzione, intorno alla quale si dipana l’opera, a essere priva di un adeguamento alle normative di sicurezza che prevedono, oggi diversamente dal 1933, un’altezza della balaustra tale da garantire che i visitatori non rischino di precipitare affacciandosi da essa. Inoltre, dalla scala che sale, si accede anche agli uffici dove lavorano i postali, senza che sia possibile limitarne l’accesso ai soli addetti ai lavori. Quindi come spesso si fa in questi casi, invece di trovare una soluzione, un adeguamento agli standard di sicurezza, si chiude tutto e i mosaici sono finiti in soffitta. Da qui la volontà di sottoporre alla sensibilità del ministro Dario Franceschini e all’amministratore delegato e direttore generale di Poste Italiane, Matteo Del Fante, di trovare una soluzione. Un passo avanti per restituire la bellezza originale alla parte esterna dell’edificio delle Poste è stato recentemente compiuto grazie all’accordo per il recupero dell’originaria cascata d’acqua che, posizionata all’estremo opposto dell’orologio, era stata utilizzata, tombandola, come accesso ai tunnel scavati durante la Seconda Guerra Mondiale, per portare la popolazione al riparo dai bombardamenti. L’idea del recupero e restauro, che sarà realizzato secondo le direttive della Sovrintendenza, venne lanciata proprio durante il festival di CulturaIdenità. Due anni dopo, torniamo in trincea con una battaglia identitaria sostenuta da una petizione popolare per portare all’attenzione delle istituzioni la necessità di liberare il dall’incantesimo con cui il mosaico è chiuso nella sua torre.

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33 Commenti

  1. E’ da tempo che auspico l’apertura al pubblico della Torre delle Poste di piazza Verdi: spero nel buon fine di questa petizione.
    Sergio Mastropasqua.

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