ABBONATI A CULTURAIDENTITA’
Tu cosa faresti? Cosa faresti se entrando in casa, o nel tuo negozio, vedessi un tuo caro a terra, ferito, picchiato brutalmente e lì ci fossero ancora i delinquenti armati di pistola? Quali pensieri ti passerebbero per la testa? Nessuno potrebbe dirlo con certezza, sono attimi, impulsi istantanei: paura, rabbia, incredulità… qualcuno si bloccherebbe, altri reagirebbero. Non c’è una regola e chi non vi sia passato non può puntare il dito, affermare “la reazione è eccessiva, immotivata” o, al contrario, “inspiegabilmente nulla”.
Eppure, anche oggi, nonostante l’istituzione della Legge 36/2019 sulla Legittima Difesa, non c’è bilanciamento tra chi subisce e reagisce e chi compie il reato violento che ha portato ad una conseguenza talvolta tragica. Graziano Stacchio, Giovanni Petrali, Mario Cattaneo, Franco Birolo, sono solo alcuni degli innocenti cui si sia imposto il calvario di una giustizia che li rende criminali solo perché, temendo per sé e per i familiari, hanno agito. Figuriamoci se la vicenda risale al 2008, quando anche questa legge decisamente migliorabile non esisteva neppure.
È il caso di Guido Gianni, gioielliere di Nicolosi, che giungendo dal laboratorio vede la moglie Maria Angela a terra, trascinata per i capelli dietro il bancone, afferrata al collo e svenuta dopo essere stata colpita brutalmente dai 3 rapinatori armati che mettono in atto minacce di morte anche nei confronti di un cliente presente. Sono frazioni di secondo, un flash: non ci si può immaginare la pistola sia a salve, non c’era nemmeno il tappo rosso; non si può pensare “aspettiamo vadano via”; non si può sapere come si reagirà, se si resterà paralizzati dal terrore o la paura e la rabbia, il desiderio di proteggere chi si ama, sfocerà in qualcosa di diverso dall’inerzia che lo Stato prevede. Di Legittima Difesa, all’epoca, neppure si parlava. Sarà poi la Lega, con il contributo di Unione Nazionale Vittime, a lottare affinché la legge tenga in considerazione i diritti delle vittime: il diritto di difendersi da forme di attacco dirette. Ed allora l’uomo, disperato, probabilmente confuso e terrorizzato, afferra la pistola. Prova anche a sparare quattro colpi in aria, Gianni, quando i rumori e le grida fanno già intendere cosa stia accadendo. La scena che gli si para davanti uscendo dal laboratorio è troppo forte: i 3 aggressori, per nulla intimiditi dagli spari di avvertimento, diventano ancora più violenti, riprendono a picchiare la moglie sempre puntandole una pistola al petto e se la prendono anche con lui. Le lacrime scendono e l’istinto ha il sopravvento: i criminali, quelli veri, sono ancora nella piccola bottega quando partono due colpi fatali, involontari, frutto della colluttazione. È la firma sulla sua condanna: 12 anni e 4 mesi di carcere, 14 anni della propria vita cancellati ancor più da quella giustizia pronta a condannarlo, anziché proteggerlo dalla malvagità degli assalitori. Chissà fuori gli altri membri della malavita cosa avranno pensato? Di certo, Guido non ha meditato sul futuro, su ciò che sarebbe accaduto. Solo su sopravvivere e proteggere. Nessuno parla delle sue ferite, nemmeno quelle fisiche, mai refertate. Nel corso del processo, nelle varie sentenze non compaiono molti particolari: se non si fa cenno all’ingresso nell’attività di persone sconosciute, quando ancora le forze dell’ordine non era giunte sul posto, anche lo stato di turbamento e forte stress cui Giudo è stato sottoposto non compare nelle sentenze. Particolari che nella cronaca non fanno notizia, ma qualcosa dovrebbero pur valere nel corso del processo.
Guido è in carcere dal 28 maggio 2022. Dopo anni trascorsi tra tribunali, incertezza, dolore e continuo timore di quello che alla fine è stato: la vittima, nel nostro Paese, può divenire “carnefice” agli occhi di un Magistrato che interpreta pedissequamente una legge altrettanto limitata e rigida.
In questi mesi la moglie ha organizzato una petizione online per chiedere al Presidente della Repubblica la grazia (https://www.change.org/GiustiziaPerGuido) ed un sit-in sul lungomare di Catania cui hanno partecipato anche vari gruppi politici oltre al Sindaco del Comune di Gravina di Catania, Massimiliano Giammusso, con i componenti di Giunta.
Maria Angela, sono passati 14 anni dacché l’incubo ebbe inizio. A giugno la sentenza è stata confermata. Oggi Guido ha 62 anni. Nonostante la solidarietà di tante persone, il ripetere e ricordare gli accadimenti rivivendoli in tribunale, i giudici applicano pedissequamente una legge che non sembra tener conto di chi sia la vera vittima. In questi anni cosa è successo alla tua famiglia?
La nostra famiglia è stata rovinata. Abbiamo dovuto chiudere l’attività perché troppe erano le paure. Un calvario continuo di dispiaceri.
Cosa è successo al terzo assalitore ed ai membri della criminalità organizzata rimasti fuori dal negozio?
All’esterno della gioielleria erano presenti almeno altre tre persone facenti parte dello stesso commando, appartenenti ad una cosca mafiosa e arrestati qualche anno dopo, nel 2013, durante l’operazione “Squalo”. Del terzo malvivente, quello che era all’interno della gioielleria, non abbiamo notizie.
Nemmeno questa parvenza di giustizia è stata concessa: sapere di una condanna, possibilmente seria e rigorosa nei confronti di chi abbia rapinato, minacciato di morte, picchiato senza pietà, non sarebbe certo una consolazione, ma forse potrebbe ridare speranza in quella giustizia che pare invece aver abbandonato chi dovrebbe difendere.
Oltre alla richiesta di grazia, sta cercando almeno di far trasferire Guido dal carcere Ucciardone (Palermo) a Catania…
Ogni sabato partiamo alle 5 per andarlo a trovare. Purtroppo, le mie condizioni di salute non sono ottimali: lo stress della vicenda ha peggiorato alcune patologie, causandomi anche una malattia degenerativa alle ossa. Era Guido a prendersi cura di me…
Sono tante le vittime che dopo gli eventi traumatici, durante il percorso infinito nelle aule di tribunale, rivivendo quotidianamente la tragedia, incorrono in problemi di salute. Non solo psicologici, ma anche fisici. Qualcosa dentro si spezza e il dolore abbatte le naturali difese, talvolta in modo irreversibile.
Dopo quanto accaduto, è ancora possibile credere nella giustizia? Cosa vorrebbe dire a politici e magistrati?
Siamo tutti molto delusi dalla condanna che ha ricevuto Guido, non la meritava assolutamente. Sia prima che dopo il fatto definito “rapina violenta anomala”, mio marito si è sempre comportato benissimo: aiutava le persone in difficoltà, non ha mai ricevuto un verbale, né una multa o altro. Ha sempre rispettato le regole e le leggi. Sempre disponibile, con un sorriso per tutti, generoso, onesto e leale. Un grandissimo lavoratore e creatore di gioielli, un animo da artista. Un marito esemplare innamorato di me (per 40 anni non ci siamo mai divisi, neanche per andare a fare la spesa). Un padre eccezionale, sempre presente nella vita dei nostri figli.
Parole posate, nonostante gli eventi. Maria Angela mantiene salda la propria persona con una forza interiore inimmaginabile. Non inveisce, non si lamenta. Parla di delusione. Con compostezza. Organizza sit-in, chiede di firmare una petizione, mentre lo Stato e i Tribunali infieriscono con la definizione della condanna in Cassazione, lei ancora spera: “Non posso fare altro”. Ed è vero, non può. Gli unici a potere oggi sono Mattarella e un giudice che accordi il trasferimento. Troppo poco per un dolore così grande. Troppo poco anche per ridare fiducia agli organi di Giustizia, ma un passo verso un mondo meno distopico.
Valentina Jannacone – Direttivo Unione Nazionale Vittime e Coordinatore Regione Liguria
auguriamo ai magistrati la stessa sorte: criminali a casa loro che picchiano e violentano i loro cari. basta questo, probabilmente capiranno i loro errori…
Il messaggio è uno e uno solo. I ladri e i rapinatori devono avere sempre e comunque mano libera. L’onesto invece deve soccombere sempre e sempre pagare le tasse. In ottemperanza della dottrina che tiene incatenato e incastrato lo Stivale. E che non ci sia alcuna speranza a cui aggrapparsi in casi del genere lo certifica la frase che segue: «Gli unici a potere oggi sono Mattarella e un giudice che accordi il trasferimento». Dimenticando che lo Stivale di cui si parla, e nel quale si vive soffrendo se non si porta nel cuore e nel portafoglio l’immagine di quella cosiddetta progressista icona, si specchia nella visione quirinalizia che Mattarella, ricevendo il testimone da Napolitano, che l’ebbe da Ciampi, e che Scalfaro gli passò, continua a tenere in vita.
Io ancora non ho capito se i delinquenti siano stati gli assalitori o i giudici che hanno emesso la sentenza italiani riflettete
..ma con quale faccia la mattina quei giudici hanno il coraggio di vedere il loro viso allo specchio e non sputarci sopra..
Molto presto quest’uomo, ingiustamente condannato, riceverà giustizia !. Per quel falso giudice e quei mascalzoni sarà pianto e stridore di denti. Chi ha orecchie per intendere intenda.
Ragazzi il problema è nella più bella del mondo. Messa a riposo tutto si risolve, anche i giudizi si fermano! Puoi fare in modo, votando democraticamente, che non possano neppure iniziare in casi uguali o simili o anche solo ipotizzati simili!
La soluzione non è nelle proteste ma nel cambiare la più bella del mondo con un bravo legislatore.
Come dice Mamie i delinquenti in questo Paese sono proprio i Magistrati. La sinistra poi ha fatto in modo che i criminali delinquiano tranquillamente legando le mani alle forze dell’ordine. Poi signori non dimentichiamo di che corrente è la nostra Magistratura. In ogni aso mi auguro che succeda a loro poi vedremo.
le merde comuniste che amano i delin1quenti
NON HO PAROLE TUTTO QUESTO E’ DI UNA CRUDELTA’ MAI VISTA.
COSE CHE SOLO IN ITALIA POSSONO SUCCEDERE MI VERGOGNO DI ESSERE ITALIANO E SPERO TANTO CHE MIO FIGLIO DECIDA DI FARSI UNA VITA FUORI DALL ITALIA QUI PURTROPPO LA GIUSTIZIA E’ MORTA PERCHE’ ABBIAMO DEI GIUDICI INCAPACI.
LUCIO
E se questi criminali avessero assaltato la casa di un magistrato e costui avesse sparato beccandone uno, come sarebbe andato il processo a suo carico ???
per questo vincera’ la destra e lo schifo di questi perbenisti di sinistra dovra’ finire,ma prima ci vuole una revisione totale della legge e questi giudici dovranno essere radiati dall’albo,in casa mia o nella mia proprieta’ mi difendo io e se li ammazzo sono cazzi loro.
E il 25 Settembre non dovremmo votare a destra ??? Porca miseria, se mi riesce ci vado 14 volte in cabina a votare SuperDestra !!!
l’ultima legge sulla legittima difesa è made in lega cioè a destra e super destra rifletti prima di scrivere o trovi i colpevoli come i magistrati di cui sopra.