Sui vaccini è indottrinamento di Speranza

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Oggi il premier Draghi sul caso di Camilla, la 18enne morta dopo avere fatto il vaccino Astrazeneca all’open day, dice che non doveva accadere. Siamo d’accordo. Ma qualche responsabilità ce l’ha anche lui, se non altro per avere riconfermato ministro della Salute, Roberto Speranza. E nonostante i suoi disastri comunicativi proprio sui vaccini, la sinistra lo difende a spada tratta.

Una morte incomprensibile, specialmente se ci si ritrova inconsapevoli vittime di una martellante campagna mediatica che non lascia alcuna via d’uscita in quanto a spregiudicatezza e forsennati tentativi di becero convincimento. La sottigliezza con cui la pubblicità può annidarsi nella mente dei più giovani continua a lasciar disarmati: non c’è social, canale televisivo, notiziario, stazione radio o persino influencer che almeno una volta al giorno non inizi a narrare i benefici della campagna vaccinale con inviti più o meno pressanti a sottoporvisi. Attori, cantanti, personaggi più o meno famosi brandiscono la loro spilla con la primula, sorridono (probabilmente sorrideranno insomma, guai a scattare una foto senza mascherina), si lasciano immortalare nel momento della somministrazione (vera o presunta che sia!) mentre persino l’operatore vaccinatore posa per il salvifico scatto. La didascalia è sempre la stessa ricorrente nenia: “per il bene civile e morale della nazione, per tornare alla normalità”.
Come se bastasse una puntura per acquistare diritti che mai avremmo dovuto perdere, come se bastasse una puntura per illuderci di riottenerli così facilmente. “Voglio essere libero di viaggiare” come se la libertà di movimento fosse conseguenza di qualcosa e non condizione fondamentale.

Da Camilla fino a tutti gli altri volti senza nome, alle altre storie ancora taciute, fino a tutte quelle di cui non conosceremo mai davvero la verità. Chi sceglie di vaccinarsi tra mille dubbi e incertezze, senza essere del tutto convinto di una scelta così delicata e neppure pienamente consapevole di ciò cui potenzialmente potrebbe andare incontro è semplicemente vittima di un sistema più grande, di un’opera di indottrinamento martellante, subdola e ossessiva che ormai si è imposta con violenza in ogni ambito della vita quotidiana attraverso ogni mezzo propagandistico di comunicazione.


La leggerezza decisionale giocherà il resto, nel vortice della reticenza, dei silenzi e della frammentaria informazione intorno a un vaccino assolutamente sperimentale, intorno a cui sono ben accetti mix e persino repentini cambi di idea in merito alle modalità di somministrazione. E in un mondo in cui chiunque si improvvisa scienziato dispensando consigli non richiesti e calde esortazioni a sottoporsi all’uno o all’altro vaccino, non potranno esserci né ‘Speranza’ né discernimento.

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