Svegliati UE il multiculturalismo chic loro non lo capiscono

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Quanto ci manca Oriana Fallaci. Nel vero senso del termine: quanto manca a noi giornalisticamente e letterariamente. E quanto manca all’Occidente: se non proprio lei, almeno UNA Oriana Fallaci. Era (è) uno dei Profeti inascoltati del 900, di cui si è occupato il nostro mensile e forse mai espressione fu (è) più azzeccata per lei: inascoltata allora, quando scrisse quel suo articolo dal titolo La rabbia e l’orgoglio, con cui la giornalista rompeva il silenzio successivo all’attacco terroristico al World Trade Center che sconquassò il mondo e le Twin Towers crollavano come castelli di carta. In quell’articolo ripercorreva l’orrore e condannava il fondamentalismo islamico, rivolgendo una dura critica all’Occidente per la mancanza di coraggio e passione nel difendere la propria identità e libertà. E inascoltata oggi, dopo che a Bruxelles e in altre città belghe decine di tifosi marocchini dopo la vittoria del Marocco contro il Belgio ai Mondiali in Qatar si sono scontrati con la polizia, distrutto finestre e dato fuoco a motorini e automobili: ci chiediamo che senso abbia il multiculturalismo come lo intende, guarda caso, Bruxelles cioè la UE, cioè il multiculti chic che non ha mai fatto un bagno nella realtà. Sotto le braci dell’integrazione a tutti i costi cova l’odio e quanto accaduto in Belgio e, nel recente passato, nelle banlieu francesi, ne è la dimostrazione. Se basta una partita di calcio a incendiare una città…E infatti massima allerta anche a Parigi, perché oggi si giocherà Tunisia Francia. Ma attenzione: non è, come ha twittato Paolo Gentiloni, il calcio la causa (“Il calcio fa da detonatore”, ha scritto sul suo profilo Twitter): no, c’entra niente il calcio con la guerriglia urbana, al massimo può essere l’esempio lampante di quanto siano distanti certi mondi culturali. La UE dei diritti universali, che riprende l’Illuminismo guarda caso francese, considera l’identità una roba vecchia e deteriore. Lo ha detto la stessa Ursula (von del Leyen): “L’identità è passata di moda”. Quando invece, a nostro giudizio, è proprio adesso che l’identità e la cultura si devono imporre. Lo dicesse ai vandali che hanno messo a ferro e a fuoco Bruxelles. Sono incidenti etnici, inutile girarci attorno e l’incendio era da tempo lì lì per scoppiare, ricordate Molenbeek? Non è una questione che interessi solo il Belgio o la Francia, interessa tutta l’Europa, anche l’Italia (ben vengano le moschee, c’è libertà religiosa, ma chi sono i finanziatori? E chi sono gli imam che le gestiscono?). La UE deve svegliarsi: avrebbe bisogno di rileggere alcuni passi di quel famoso articolo (e non solo quello) di Oriana Fallaci: in Occidente secondo la UE avere un’identità à sbagliato e fuori moda, ma pare che l’orda che ha bruciato Bruxelles invece l’identità ce l’abbia ben presente…

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1 commento

  1. Ça va sans dire… il carrozzone di cui fa parte Paolo Gentiloni è un degno rappresentate di questa Ue, e in modo particolare dell’asse Francia Germania, dal quale trae sostegno e al quale ha ceduto, nei trascorsi undici anni in cui ha governato, grosse fette d’indipendenza che lo Stivale si era guadagnato dalla proclamazione dell’unità d’Italia in poi.
    Non per niente, il Pci, Pds, Ds, Pd rimane chiuso nella sua ideologica concezione ma anche, con ioneschiana insistenza, sempre alla ricerca di stesso. Il gioco delle tre carte, insomma, che il Pci, Pds, Ds, Pd e i suoi derivati continua da sempre a portare avanti. Mentre, sempre grazie alla sua partecipata complicità, nei paesi e nelle città italiane, che siano aree metropolitane, grande, medie o piccole realtà, le “no go zone”, aree cioè dove le forze dell’ordine non possono entrare, aumentano in modo direttamente proporzionale al moltiplicassi degli arrivi e al conseguenziale controllo del territorio. Sulla scia di quanto in Europa, già da tempo, va avvenendo. Una militarizzazione del malaffare inaccettabile. Ma che, tuttavia, si fa sempre più presente e attiva a ogni giorno che passa. E con le istituzioni, dal Quirinale in giù, che dalla cacciata di Berlusconi da Palazzo Chigi in poi hanno fatto capo ai passati governi, a voltare la testa dall’altra parte.

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