Questa intervista è pubblicata su CulturaIdentità di maggio in edicola
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Silvia Frassinelli, Presidente di Spiagge Made in Italy. Di cosa si tratta?
Siamo un gruppo di lavoratori, di famiglie e di realtà che hanno una grande storia da raccontare. Durante tutto l’anno ci prendiamo cura di una delle risorse più belle del nostro splendido paese: le spiagge. Abbiamo deciso di riunirci, di fare squadra, di parlarci e confrontarci, per far conoscere a tutti voi cosa vorrebbe dire svendere le nostre meravigliose spiagge alle multinazionali, togliendole a chi, fino ad oggi, le ha ripulite, creato servizi, difese da mareggiate e dissesto idrogeologico, preso in carico la sicurezza dei bagnanti, creato socialità e divertimento. Abbiamo infatti lavorato ogni giorno con passione, per farti trovare il tuo luogo preferito bello ed accogliente, così come lo hai lasciato l’anno prima. Il luogo dove i tuoi bambini potranno tornare a giocare e a gustarsi un meritato gelato. Lo facciamo in silenzio, d’inverno, mentre nessuno pensa alle nostre coste. Ci chiamano “balneari” e forse già questo nome dal sapore estivo un po’ ci penalizza e non ci permette di essere messi sullo stesso piano degli altri lavoratori: in realtà siamo persone, tante, circa trentamila, che rischiano di trovarsi senza lavoro, di perdere la propria identità e veder andare in fumo i sacrifici di una vita.
Lei stessa una balneare. Ci racconta la sua storia?
Villa Ginori fu realizzata nel 1740 sulla costa etrusca, nel comune di Cecina (Livorno), alla foce dell’omonimo fiume, da Carlo Ginori. L’edificio, realizzato in breve tempo, avrebbe dovuto costituire il primo passo verso la colonizzazione di un territorio, quello maremmano, all’epoca inospitale, paludoso e solitario che solo dopo le bonifiche del Granduca Leopoldo rinacque a nuova vita. L’edificio divenne, nel corso del Novecento, sede del Comando Militare e centro logistico; grazie a questa funzione l’abitato circostante, noto come Marina di Cecina, conobbe un importante sviluppo proprio per accogliere le famiglie dei militari in servizio. Nel secondo dopoguerra, vicino alla Caserma di Villa Ginori, dei privati iniziarono ad affittare parte delle loro abitazioni per il periodo estivo, mentre sul tratto di spiaggia adiacente una intraprendente bagnina, la signora Armida, iniziò ad ospitare sulla spiaggia le famiglie dei militari che si fermavano sotto gli ombrelloni e le sdraio che la signora stessa ogni mattina col marito posizionava in bella mostra a richiesta e che alla sera riponeva in una improvvisata rimessa. Venne addirittura attivato un collegamento in calesse tra il Centro Storico di Cecina e Villa Ginori per rendere più facile l’accesso alla spiaggia di Marina di Cecina, per godere della natura incontaminata e dei benefici offerti dal mare. La mia famiglia lo ha acquistato negli anni 90 dall’originario proprietario per poi passare la gestione e la proprietà a me e mio marito.
La spiaggia oggi è un modello di organizzazione e pulizia, ma com’è nato il Bagno Armida?
A quell’epoca era sicuramente molto diversa: dune, sterpaglie, niente lungomare, niente alberghi. Nacque cosi il Bagno Armida, con ombrelloni e sdraio che lavoravano per un periodo di circa 30 giorni all’anno ed offriva servizi avveniristici. Oltre alla tintarella, erano molto in voga le sabbiature: il corpo, eccetto testa e collo, viene immerso in uno strato di sabbia di circa 7 cm, per un tempo che va dai 10 ai 15 minuti, mentre il capo viene protetto dal sole con appositi cappelli e fazzoletti. Al servizio di spiaggia presto si aggiunse il servizio di ristoro e così lo stabilimento negli anni 60 si consolida come punto di riferimento nel neonato turismo balneare.
Le spiagge dovrebbero essere libere e non a disposizione dei balneari per pochi spiccioli di concessione
Infatti sono 50 anni che passo le mie vacanze in FRANCIA , spiagge libere ,, educazione , cucina ineccepibile , cose che in italia non esistono –
Mi dispiace ma così non si può andare avanti, paghi un ombrellone e due lettini già a caro prezzo (capisco che dietro c’è anche altro)ma se affitto un terzo lettino in 14 giorni l’ho strapagato come lo avessi acquistato non affittato. Io andavo in una spiaggia libera (penso comunale) tenuta perfettamente pulita da due giovani e l’unico introito era la tenuta degli ombrelloni personali, sdraio e giochi per una inezia, o l’affitto degli stessi per molto meno, poi la vendita di bibite e gelati. Capite che qualcosa non torna? Stipendio uguale, loro con un margine di aumento annuale. Poi pretendo la non totalità dell’occupazione che non si riesce nemmeno passeggiare vicino al bagnasciuga ed un terzo di spiagge libere.
La classica battuta, “venga lei a fare il gestore se le sembra caro”. La risposta, “non vedo l’ora che me lo cede”, ma per sempre. Io saprò dare lo stesso servizio con un prezzo equo.
provate a cercare in cessione un simile stabilimento balneare.. cercate i prezzi..
sotto gli 800 mila euro trovate nulla… Come la licenza per unna gondola a venezia…ma cha affoghino tutti i gondolieri in quella citta puzzolente ..una fogna a cielo aperto.
EIH … SUDISTA .. VISTO CHE SEI COSI’ PREPARATO SUI COSTI DI VENEZIA … PERCHE’ NON CI ILLUSTRI I COSTI DEI VARI BAR E RISTORANTINI DELLE PIAZZETTE DI ISCHIA, PROCIDA, CAPRI, VENTOTENE E TUTTA LA PENISOLA SORRENTINA ??????
Un caffè in piazzetta a Capri costa 5 euro….A piazza san Marco pure? Non credo ! 😉
Fanno benissimo, in una Italia in cui almeno il 50 per cento della popolazione a breve non potrà mangiare i giornali locali (vedi Puglia) già enfatizzano i lauti guadagni dei gestori dei lidi e ristoranti che di fatto pagano una miseria di canone e si permegttono già di aumentare i pre zzi ed impedire ai comuni mortali di godere di un bene comune.
non “svendono le nostre spiagge” ma “risvendono lenostre spiagge”.
Le spiagge d’Italia, ormai non più nostre da tempo, sono state vendute o meglio regalate decenni fa.
Solo un Popolo caprone può permettere di essere quasi completamente espropriato di un bene inalienabile e costretto in bricioledi spazi poco appetibiliin quanto prossime a scarichi.
Solo una percentuale limitata alle reali esigenze doveva essere data in concessione, per soddisfare i bisogni di alcuni e comunque le spiagge liberecon liberi parcheggi dovevanoessere sempre presenti.
i gestori dei lidi … Pagano una miseria E CHIUDONO TUTTI GLI ACCESSI GRATUITI AL MARE …. COSI’ NESSUNO POTRA’ MAI FARE UN FINE SETTIMANA E NEPPURE UNA GIORNATA DI SOLE, MARE E ABBRONZATURA GRATUITA ….. COME SI FACEVA QUALCHE DECENNIO FA QUANDO L0 ACCESSO ALLA SPIAGGIA ERA GRATUITO PER TUTTI !!!!!
Sti fenomeni, non pagano pressochè nulla rubando terra pubblica ai cittadini per taglieggiarli e dar due dite negl occhi ai vari ‘stagionali veri’ quali bagnini e camerieri….
Capisco che dopo una vita a campare sulle spalle dei veri cittadini onesti che pagano le tasse trovare un lavoro vero sarebbe devastante….
Più che altro il problema vero è che sti fenomeni per poter piangere da sempre non hanno mai dichiarato redditi e ora, anche se possono facilmente permetterselo, non possono fare offerte per aggiudicarsi i beni se no qualcuno potrebbe chiedersi da dove han preso i soldi….
Si sono presi tutte le spiagge ,ormai ci sono ombrelloni a non finire un muro inaccessibile ,vergogna le spiagge sono pubbliche.
Come al solito la verità sta sempre in mezzo. Le concessioni dovrebbero riguardare una parte percentuale (intorno al 50%) del litorale disponibile: il resto dovrebbe rimanere spiaggia libera. A meno che non si pensi di far gestire il tutto ai comuni, ma è un po’ rischioso conoscendo i miei polli. Di sicuro non mi va giù che le concessioni vengano messe all’asta con possibilità di “regalare” le nostre spiagge a multinazionali estere…siamo proprio autolesionisti.
A Cannes, dico a Cannes, le spiagge sono libere, dalla strada un largo marciapiede, servizi igienici PULITI ( gratis ) l’accesso alle spiagge per via di scalette, accanto ad esse doccie, la spiaggia pulita, ci pensa il comune. Lontano qualche piccolo stabilimento, nulla al confronto delle distese libere. La tanto criticata Francia!! Ma venite ad abitarci che dell’Italia vi scorrdate tutto.
se decidono di mettere le gestioni all’asta,
questa DEVE essere limitata ai SOLI cittadini italiani:
o dopo aver devastato il nostro tessuto produttivo permettendo
la delocalizzazione selvaggia,
vogliono fare la stessa
cosa anche con le spiagge?