Tanto Report per nulla

0

Ci aspettavamo scandali, racconti bollenti, pettegolezzi piccanti, abbiamo perso un’ora di vita per un nulla incartato di niente. La tanto strombazzata puntata di Report di domenica 27 ottobre avrebbe dovuto svelare un nuovo “caso Boccia” nel ministero della Cultura. E invece non abbiamo altro che un “riassunto delle puntate precedenti” condita con l’accusa generale a questo o quel personaggio citato di essere “di destra”. Cosa che renderebbe apparentemente ogni più normale azione di amministrazione ministeriale una specie di atto di delinquenza politica.

Sì, perché “di destra” pare essere ancora una colpa, e come tale è argomento ad hominem che rimbalza dall’inizio alla fine del servizio. È una colpa essere “di destra”, aver avuto militanze giovanili “di destra”, amare l’arte “di destra”, aver avuto genitori “di destra”, tanto da doverlo ripetere ogni tre per due, perfino con ridondanza, per riempire una sceneggiatura altrimenti alquanto vacua. Del resto, è sintomatico di un servizio costruito tutto sulla demonizzazione della destra il fermo immagine sul “saluto romano” inscenato dal gallerista romano Russo per scherzare col giornalista di Report che lo sta intervistando. Fermo immagine che chiude questo servizio di Report mentre Ranucci tira le sue somme. Il tutto senza provare imbarazzo per un manifesto di Boccasile messo in mezzo ai quadri futuristi (ma tanto, vale sempre l’equazione “ventennio”, “fascismo”, “di destra” e tutto fa brodo) o un michelangiolesco Giudizio Universale che tutti sanno, o almeno dovrebbero sapere, trovarsi ai Musei Vaticani, non in quelli dipendenti dal ministero italiano della Cultura…

Il giudizio sul servizio di Report non è completo però se non lo si inserisce nel contesto di una puntata che è programmata dall’inizio alla fine come attacco al governo: attacco sulla sempreverde questione dell’immigrazione e poi una sequela d’attacchi sul presunto “sistema” della politica genovese di Marco Bucci, in piena giornata elettorale in Liguria (ricordiamo che si vota fino alle 15 di domani) dove il sindaco di Genova è candidato del centrodestra per la presidenza della regione. Per Report, insomma, si fa perfino uno strappo alla regola del silenzio elettorale (e però si lamentano del fatto che Toti non abbia voluto essere intervistato da loro. Chiamalo fesso…).

Alla fine però il quadro va allargato ancora di più. Nonostante la trita lamentazione che ogni giorno ci vien fatta su una fantomatica “Telemeloni”, la Rai in prima serata lancia attacchi senza quartiere (e senza obbligo di rispetto del silenzio elettorale) al governo. E si pone come uno dei tasselli di un fuoco di fila che va dalla magistratura che inventa “paesi non sicuri” per riportare in Italia i clandestini, agli organismi europei che tirano fuori un dossier sul presunto “razzismo sistemico” delle nostre forze dell’ordine uscito quattro mesi fa, ma che è utile giocare in concomitanza allo sgambetto delle toghe di Magistratura Democratica sulla questione del campo di transito aperto in Albania. In assenza di un’opposizione credibile in Parlamento, a togliere le castagne dal fuoco al fronte liberal sembra proprio ci pensino il Terzo e il Quarto Potere.

Con una coda di amaro in bocca. Chapeau per Ranucci e Report, che come chef stellati riescono ad apparecchiare una cena gourmet con un paio d’uova, una scatoletta di tonno e mezza mela avanzata in frigo da tre giorni e ti presentano pure un conto a due zeri. Una lezione per una destra di governo che non sembra affatto aver capito quali sono le armi e le tattiche – per tacer delle strategie – da impiegare per render pan per focaccia al vasto e mai domo fronte lib-dem.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

undici + 10 =