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Dalle aule dell’Università alla Tv, dai saggi di Estetica ai romanzi filosofici. E poi una lunga serie di articoli per i principali quotidiani e settimanali. E’ stato membro del Gruppo di lavoro interministeriale per il Patrimonio Mondiale dell’UNESCO e presidente dell’Accademia di Belle Arti di Brera. È presidente del Museo delle Scienze di Trento. E’ uno dei più famosi filosofi italiani, da sempre impegnato in una battaglia culturale per la Bellezza e contro gli orrori della contemporaneità, ma anche in una ricerca per il recupero dei sentimenti. Lui è il professor Stefano Zecchi e il suo ultimo libro si intitola In nome dell’amore. Le molte forme di un sentimento antico e misterioso (Mondadori, 2022, 180 pagine).
Professor Zecchi, allora è arrivato il momento di dire: “Dopo l’ideologia, l’amore”?
Sì, certamente. E’ una realtà sotto gli occhi di tutti: essendo tramontato quel mondo delle grandi narrazioni e delle utopie, che metteva in secondo piano la dimensione personale e sentimentale sia per scelta culturale e politica che per pudore, oggi le nostre scelte (collettive e singole) sono sempre più orientate dal nostro sentimento d’amore. Proprio questa constatazione mi ha portato a interrogarmi su un concetto così importante.
Ma non è che oggi si va nell’eccesso opposto, fra amori violenti, sbagliati, fluidi e planetari? (vedi i radicalismi green per salvare il Pianeta)?
Diciamo che c’è un gran disordine. Col mio libro ho voluto guardare dentro al cassetto e riordinare tutto quello che c’è, dando la giusta importanza ad alcune cose e meno importanza ad altre. Ho cercato di capire la realtà attraverso il paradosso stesso dell’amore, che è un concetto ambiguo: è indiscutibile che noi possiamo interpretare il senso della vita attraverso l’amore, ma quale amore? L’amore è un po’ quella confusione totale alla quale Lei accennava, ma è anche ciò che passa attraverso strategie consolidate nel tempo, come l’amore/passione, romantico, sentimentale, vanitoso, sbagliato, strategie che ho cercato di ricostruire non appoggiandomi alla psicologia o alla sociologia o alla psicanalisi descrittiva, ma con l’interpretazione dei grandi testi della filosofia e dei grandi romanzi che appartengono alla nostra tradizione. Con questo ho voluto cercare di dare un ordine a quella confusione da cui siamo partiti.
“L’amore ci interroga sul senso del futuro”: dalle nuove generazioni potrà nascere anche l’amore per la Patria?
E’ auspicabile. L’amore è esistenza che si apre al futuro. Dell’esistenza non ci possiamo liberare, se non con la morte. Ma se eliminiamo questo gesto assoluto, rimane l’esistenza, di cui appunto non ci possiamo liberare. E l’esistenza è amore. Ecco perché è fondamentale un’educazione sentimentale, che porti a comprendere sempre meglio i valori più significativi della nostra vita, fra cui certamente quello di Patria. Mi auguro che il prossimo Governo abbia un’attenzione assoluta per la scuola, perché con la famiglia la scuola costruisce il pensiero delle prossime generazioni. Il Ministero della Pubblica Istruzione è cruciale per questo sviluppo.
CulturaIdentità ha realizzato la Rete delle Città Identitarie: qual è la Città Identitaria che Lei ha nel cuore?
Una è Venezia, la città dove sono nato e cresciuto: eleganza. L’altra è Milano, la mia città d’adozione: praticità.
Il prossimo Ministro della Cultura: uomo o donna?
L’importante è che sia intelligente, colto/a, preparato/a. Ma al di là di questo, ciò che è davvero importante per la Cultura è il Ministero della Pubblica Istruzione. Questo Paese ha bisogno di una riforma radicale della scuola. L’educazione non può puntare all’aumento del PIL, ma mirare alla formazione di una persona responsabile e libera. Per questo la scuola è importantissima. E lo è anche la famiglia, che va sostenuta non solo a livello economico ma anche culturale.
La politica fra relazioni umane, tradimenti e affinità: come vedrebbe un redivivo Partito dell’Amore?
(ride, n.d.r.) Secondo me quando si istituzionalizzano i sentimenti e la nostra vita profonda, vuol dire che siamo vicini alla fine…al punto di depravare le scelte politiche stesse!
Se amore e bellezza si congiungono, a cosa si unisce la bruttezza?
Amore e bellezza sono due concetti molto vicini sia a livello teorico che esistenziale, significano un progetto sulla vita e sono a loro modo rivoluzionari e utopici. Mentre dall’altra parte abbiamo un mondo che tende sempre più al nichilismo e alla mancanza di comprensione delle differenze. La bruttezza è il nichilismo del nostro modo di pensare e di vivere, per cui tutto è niente, le differenze si azzerano. L’omologazione, questo è il brutto.
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