Zeffirelli, Gassman e Berlusconi mecenate del Manzoni

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40 anni di passione e racconti inediti tra Gassman, Albertazzi, la Cortese e Rossella Falk

Era il 1979 quando chiamato dal dottor Berlusconi arrivai a Milano al Teatro Manzoni, dal Teatro Stabile di Genova per fondare “Teatro5” la casa di produzione Teatrale composta da Mediaset, Pubblitalia ’80, Teatro Manzoni. Marcello Dell’Utri, Luigi Foscale e Gianni Letta insieme a Silvio Berlusconi nella storica sede della foresteria di via Rovani sancirono il “Progetto di Palcoscenico 5” destinato a rivoluzionare la scena addormentata e conformistica della drammaturgia italiana! E pensate! Segretari del dott. Berlusconi di quello storico avvenimento erano due impeccabili e sconosciuti signori: Sergio Escobar, ex direttore artistico del Piccolo Teatro di Milano e Urbano Cairo! Il dott. Berlusconi accogliendo l’appello della comunità milanese salvò dalla sicura demolizione della speculazione edilizia il Teatro di via Manzoni, restituendolo ad una nuova vita, testimonianza della storia cittadina e nazionale del suo glorioso passato. L’obiettivo era quello di cambiare il corso del Teatro Italiano, liberandolo dalle vecchie ideologie, rinnovando la scena di prosa e il modo di produrre. Dopo la televisione il Palcoscenico!

Gli anni esaltanti di Palcoscenico 5

Fu annunciato un programma quinquennale di allestimenti e co-produzioni 1981-1985 che vide per la prima stagione la direzione artistica di Franco Zeffirelli con “Maria Stuarda”, protagonisti Valentina Cortese, Rossella Falk e il debuttante Massimo Ghini, costumi di Anna Annì, musiche di Roman Vlad! Seguì quella memorabile di Vittorio Gassman di “Macbeth”, con Anna Maria Guarnieri e la prima edizione del recital “Non Essere” destinato a fare il giro del mondo (lo ideò Gassman riconoscente degli sforzi finanziari di Berlusconi devolvendogli tutti gli incassi delle recite e sacrificando i lunedì di riposo) . Continuammo con la Compagnia “Monti- Giordana” che fu voluta dall’Onorevole PCI Andrea Barbato, il compianto giornalista e deputato comunista che il dottore chiamo per a preannunciata ed imminente (allora) riorganizzazione dei telegiornali Fininvest la cui diretta era stata preannunciata dal decreto Craxi . Gli allestimenti di “Teatro5” che seguirono furono alcuni indimenticabili recital di Giorgio Albertazzi: “Albertazzi in Giorgio Albertazzi” e “Albertazzi – Dante”. Ma fecero soprattutto scandalo nel Teatro Italiano le innovazioni imprenditoriali del dott. Berlusconi che seguiva quotidianamente dall’Ufficio rosso della prima scalinata del Teatro situato dopo l’ingresso a destra della Galleria Manzoni, dove riuniva ogni sera il suo Staff, precedendo le prime degli spettacoli.

Berlusconi impresario

Clamorosa la sua decisione a partire dalla “Stuarda” di far pagare il biglietto alle Poltronissime delle prime 10 file della platea di 50mila lire. Egli sosteneva, nel momento del suo maggiore successo imprenditoriale, che il pubblico avrebbe accettato tale cifra perché era innanzitutto un prestigio andare a vedere il Cartellone del Teatro Manzoni. E così accadeva ogni sera! Quella prime file sia in sbigliettamento che in prevendita o in abbonamento erano immediatamente contese e venivano esaurire in poche ore! Gli ospiti della Platea e gli imprenditori invitati dei palchi riservati venivano ricevuti nelle bouvette situate al primo piano Dei palchi dove si servivano bevande, si facevano pubbliche relazioni ed erano offerti preziosi regali e omaggi floreali alle signore. Poi finalmente una gigantesca coproduzione Piccolo Teatro di Milano, Teatro Manzoni, Teatro Lirico (tre mesi di repliche!), Teatro Brancaccio : l’indimenticabile “Cyrano de Bergerac” protagonista Gigi Proietti e Laura Lattuada!

La Stuarda di Zeffirelli

Ma torniamo a Franco Zeffirelli ed all’allestimento “faraonico” della Stuarda. Fu un avvenimento teatrale, di costume, storico, trasformò il teatro italiano. Fu allestita al Teatro Mancinelli di Orvieto, trasformato in un grande laboratorio scenotecnico dove lavoravano decine di pittori, decoratori, costumisti, scultori, falegnami. L’indimenticabile prima mondiale ella “Stuarda”, al Teatro “La Pergola” di Firenze e poi la cena di gala al Grand Hotel con Gregory Peck e Signora, venuti appositamente dall’America per assistere allo spettacolo, e le emozionanti parole di Zeffirelli che paragonava spiritualmente Gesù dei prodigi celesti a Berlusconi dei “miracoli terreni”, per il grande amore artistico e la generosità finanziaria che offriva al rilancio ed al rinnovamento dei palcoscenici italiani. Come un mecenate rinascimentale tutti in teatro andavano a rendergli omaggio, da Leonard Bernstein, a Federico Fellini e Giulietta Masina, Willy Toscanini, Elisabeth Taylor e Richard Burton. Dietro al successo dello spettacolo ci furono però tensioni continue tra Valentina Cortese e Rossella Falk, che non si amarono dal primo momento. La produzione non partì finchè non si trovò un accordo sulla locandina e sui camerini. Fu Zeffirelli a trovare una soluzione: parlò con Valentina convincendola a dare il primo camerino a Rossella e ad avere il primo nome sulla locandina però, “Tu sai amore mio – gli disse Zeffirelli – che il pubblico dopo lo spettacolo verrà sempre da te e dopo da Rossella”. Fu quello per me, che seguivo personalmente l’organizzazione e l’amministrazione, il primo dramma. Ogni sera dopo lo spettacolo dovevo dirottare gli ammiratori prima dalla Falk e successivamente dalla Cortese, perché tendevano ad andare subito da Valentina. Si era realizzata la profezia di Franco. Ad ogni richiesta della Falk, però, ne seguivano dieci di Valentina: le scarpe su misura, e tuberose in camerino, e poi le prove in casa di Franco Come non ricordare poi la prima all’Eliseo di Roma, e lo storico svenimento della Cortese sulla ribalta del palcoscenico prima dell’ingresso della Falk e io che la raccolgo tra le mie braccia e faccio chiudere il sipario. E ancora, il ricovero alla clinica Paideia di Valentina, e le telefonate diurne e notturne con Strehler, ricoverato proprio in quei giorni alla clinica La Madonnina di Milano per un tentativo di suicidio per una delusione amorosa ( così si vociferava). Oltre alla Stuarda purtroppo non riuscimmo a realizzare un secondo sogno di Zeffirelli che rimase sulla “carta e nel cuore”, quello di mettere in scena “Filumena Marturano” con Marcello Mastroianni e Valentina Cortese ed una “pazza idea” di un “Romeo e Giulietta” coprodotto con Cecchi Gori e Lucio Ardenzi con gli “anziani” Giorgio Albertazzi e Valentina Cortese.

Il Macbeth e “il matto” di Gassman

Altra innovazione fu il debutto itinerante del “Costanzo how”, ogni lunedì di riposo al Manzoni, con conseguente smontaggio la domenica sera e il rimontaggio il lunedì mattino successivo! Un avvenimento per Milano con file d’attesa interminabili e lunghe centinaia di metri! Per concludere una nota inedita e spiritosa. Dopo la conclusione della Stuarda, leggo su un quotidiano un’intervista a Vittorio Gassman il quale desideroso di mettere in scena Macbeth fa un appello, senza nominarlo, al dottor Berlusconi dichiarando la speranza che dopo la pazzia di Zeffirelli possa essere colto dalla follia di produrre il suo Macbeth. Appena letto l’articolo chiamo Marinella (la storica assistente di Berlusconi n.d.r.) e gli segnalo l’intervista dicendole che il matto a cui faceva riferimento Gassman era il Dottore. Non passarono che pochi giorni ed il nuovo manicomio teatrale di via Manzoni apriva le porte a Gassman. Effettivamente il progetto prevedeva una contemporanea messa in scena in prosa con Gassman e il Macbeth di Verdi diretto da Riccardo Muti, con la regia di entrambi i lavori di Akira Kurosawa che avrebbe ripreso in palcoscenico il suo film shakesperiano “Il Trono di Sangue”! Purtroppo la maledizione dell’innominabile Re di Scozia colpì Vittorio e le sue costole ……ed il programma dovette subire un drastico cambiamento.

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