A Todi tante firme malgrado le minacce ridicole di Pd e Anpi

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È cominciato ieri il primo festival letterario non appannaggio dei soliti, autoreferenziali, salotti progressisti. Si svolge a Todi e vi prendono parte tra gli altri Stefano Zecchi, Costanza Miriano, Massimo Fini, Giampiero Mughini, Stenio Solinas, Paolo Bargiggia, Alessandro Sansoni, Alberto Ciapparoni, Laura Tecce, Alessandro Meluzzi, Gianluca Veneziani, Gian Micalessin, Fausto Biloslavo, Antonio Rapisarda. Vi sono anche amici di “Cultura e Identità“, come Andrea Lombardi ed Emanuele Ricucci, che presentano i loro recenti volumi. C’è infine l’autore di queste righe. Tutti fascisti o quasi, secondo l’Anpi e il Pd nazionale, che hanno chiesto venga tolto al festival il patrocinio di comune e regione. Come osano, gridano i companeros non tanto francescani, organizzare un festival? La cultura è solo di sinistra, come direbbero Fabio Volo e Andrea Scanzi.  Questa intemerata ricorda molto i tempi di Ceausescu e fa intravedere nei piddini dei nostalgici della Cina e della Corea del nord (il comunismo, diversamente dal fascismo, è vivo e vegeto)

Perduta la rappresentanza della falce, cioè dei contadini, che per altro hanno sempre votato Dc, e soprattutto quella del martello, cioè degli operai, ai post(?) comunisti é rimasta solo quella del libro. Sorta di sindacato degli scrittori, il Pd non può sopportare che un festival del libro sia organizzato da destra: incredibile, come osano parlare di libri senza invitare maestri della prosa come Concita de Gregorio, Roberto Saviano? Doppio oltraggio visto che la kermesse è organizzata in territori che, secondo una visione patronale della geografia politica, considerano ancora loro, cioè l’Umbria. Già è grave che i festival li organizzino in Veneto o in Lombardia, dove secondo loro sono tutti buzzurri e neri, ma in Umbria, questo proprio no.

Questa è la cultura politica e la classe dirigente di un partito che negli ultimi anni è riuscito sempre a stare al governo senza mai vincere le elezioni, il che ci rimanda di nuovo a Ceausescu. Eh no cari nostalgici del Conducator, sappiate che in un paese libero (e l’Umbria lo è, almeno da ora) un comune e una regione di centro destra possono organizzare festival letterari senza chiedere a voi il permesso a voi e senza invitare i vostri zufolatori letterari. E che altre giunte di centro destra non si facciano intimidire e comincino anche loro ad organizzare festival del libro senza i Carofiglio o le Murgia di turno. Ne guadagnerà la cultura, il centro destra e soprattutto la lungimiranza politica.

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