Ecco l’antivirus contro l’epidemia della disinformazione

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Foto di Gerd Altmann da Pixabay

È risaputo: tanto è difficile guadagnarsi la fiducia di qualcuno, altrettanto semplice è perderla. E non riprenderla più.

Una storia nota, certo. Ultimamente però, nell’ambito dell’informazione, nomi grandi e piccoli hanno ciclicamente veicolato tante di quelle inesattezze, se non addirittura frodi più o meno involontarie, da costringere lettori e spettatori anche affezionati a storcere il naso di fronte alla frequenza con cui dati e notizie vengono spacciati come verità lampanti, per poi rivelarsi quanto meno opinabili.

La vicenda ancora in corso della pandemia mondiale di Covid 19, si può dire abbia portato il fenomeno al suo picco, rivelando tutte le imprecisioni e le manipolazioni della cosiddetta comunicazione ufficiale, fatta di risse fra virologi, raccomandazioni astruse e imposizioni autoritarie. Tutti errori e omissioni in gran parte sintetizzati e analizzati nel recente volume ANTIVIRUS – Idee contro l’epidemia di disinformazione (Cinabro Edizioni, 2020, 126 pagine, 12 Euro).

 Antivirus; il libro per difenderci dalle fake news

Firmato da numeri autori – giornalisti, esperti e studiosi – il saggio sviscera i molteplici buchi neri dell’informazione mainstream in merito alla diffusione del coronavirus, senza timore di affondare il bisturi nella piaga creata dalla comunicazione sovente sistematica di errori, verità parziali, accomodamenti propagandistici. Un meccanismo fallace che però non riguarda solo gli avvenimenti più recenti, ed è invece rintracciabile anche in numerose altre “narrazioni” proposte con vario successo all’opinione pubblica.

Proprio come da una malattia, gli autori invitano infatti a guardarsi e se possibile vaccinarsi da un contagio virtuale che rende altrimenti impossibile districarsi nella mole – caoticamente preordinata – di informazioni contrastanti, capaci di generare tanto il panico quanto l’acquiescenza nei confronti del potere, istituzionale o meno che sia. Identificare le cosiddette tecniche di spin con cui sono create ad arte le notizie, dunque, ma anche disinnescarle ricorrendo alle fonti di informazione alternativa, che esistono e possono rivelarsi qualitativamente più affidabili di molte testate blasonate. Voci critiche da soppesare, s’intende: ma senza pregiudizi.

Tra hacker russi, improbabili scienziati d’oltreoceano e giornalisti che paiono sempre meno capaci di distanziarsi dalla politica, la scelta su come crearsi una visione propria dei fatti risulta nel 2020 sempre più complessa. Ma non impossibile.