«La rivoluzione non è un pranzo di gala, non è una festa letteraria, non è un disegno o un ricamo, non si può fare con tanta eleganza, con tanta serenità e delicatezza, con tanta grazia e cortesia. La rivoluzione è un atto di violenza». L’ha detto Mao Tze Tung. E lo cita Sergio Leone nell’incipit di “Giù la testa”, poco prima di montare una scena significativa: Rod Steiger che fa pipì su un formicaio. “Occhio a fare troppo gli impegnati” sembra dire Sergio Leone. “La realtà sta là fuori pronta a farvela in testa, a voi e alla vostra militanza ideologica”.
Coincidenza significativa: questo da “Giù la testa” è uno dei passaggi conclusivi della serata finale del X festival delle Città Identitarie, ieri a Pomezia. Un festival che non è andato giù al comitato di redazione di RaiNews24, che ha fatto partire un velenoso comunicato contro il direttore Paolo Petrecca. “Mentre tutti parlano delle elezioni francesi, l’edizione delle 22 del tg di RaiNews24 apre col Festival delle Città Identitarie”. Lesa maestà! Evidentemente dover dare assoluta copertura alle notizie provenienti dall’Esagono è una priorità, soprattutto se sono negative per il partito della Le Pen (per il primo turno, con il Rassemblement National sulla cresta dell’onda, la settimana scorsa, invece quest’esigenza non sembrava essere esattamente in cima all’agenda del comitato di redazione…).
Ma la realtà è un po’ diversa da quello che raccontano gli acidi comunicati del CdR… Fin dall’uscita dei primi sondaggi da Parigi, verso le 20, RaiNews24 ha dato ampia copertura alle notizie elettorali francesi, la più approfondita di tutte le reti Rai. È solo il tg delle 22 che dà conto del Festival delle Città Identitarie. Un evento che – a dispetto delle velenose illazioni del CdR – ha tutte le carte per essere notiziabile: la presenza di Luca e Carlo Verdone, l’omaggio al grandissimo Sergio Leone, anfitrioni d’eccezione – oltre al padron di casa Sylos Labini, la vicedirettrice del TG1, Incoronata Boccia. Insomma, la grande cultura italiana, raccontata da alcuni dei suoi grandi protagonisti.
Per il resto, RaiNews24 affronta i casi elettorali francesi con uno “Speciale Francia” dalle 20 alle 21, con Erich Jozsef di “Liberation” e Francesco Maselli de “L’Opinion”, c’è un’inviata della rete, Emma Farnè dal quartier generale del NFP e le corrispondenti da Parigi, Nicoletta Manzione e Alessandra De Stefano. Poi esperti in tutte le “mezz’ore”: Marine Valensise, Massimo Nava, Giampiero Gramaglia, via via fino alla rassegna stampa con altri ospiti. In questo panorama informativo non si dovevano trovare cinque minuti per dar spazio a un evento culturale come l’omaggio a Sergio Leone del Festival delle Città Identitarie? Del resto anche altre reti Rai, come Rai3, non hanno affatto dato una copertura totale alle elezioni francesi… Ma nessuna contestazione, correttamente, risulta all’indirizzo del direttore del TG3 Mario Orfeo.
“Per quanto riguarda l’apertura del tg delle 22 sul festival delle città identitarie nessuna indicazione è arrivata dalla Direzione. È stata una libera scelta del vicedirettore di turno” puntualizza Paolo Petrecca in un comunicato a commento della vicenda, in cui esprime rammarico per un “attacco strumentale, questa volta oltre i limiti della decenza”.
“I festival – continua Petrecca – sono una delle principali fonti di notizie per cui RaiNews24 e rainews.it fanno partnership continue. E l’informazione nelle all news non segue regole fisse di impaginazione come nei tg generalisti”.
“RaiNews24 ha ampiamente coperto il risultato delle elezioni francesi durante tutta la serata di ieri – scrive il direttore di CulturaIdentità Edoardo Sylos Labini, patron del Festival delle Città Identitarie – quindi non ci vedo nulla di strano se è stato dato spazio anche a un festival che omaggiava un grande del cinema italiano e mondiale, a 35 anni dalla sua scomparsa: Sergio Leone”.
“Noi raccontiamo da sempre i simboli culturali italiani – continua Sylos Labini – Nei giorni del Festival abbiamo avuto ospiti d’eccezione della nostra cultura: da Gianmarco Tognazzi a Carlo Verdone e suo fratello Luca, e tanti artisti amati dal pubblico come Gabriele Cirilli, la cantante Alma Manera, Federico Palmaroli. Abbiamo raccontato i luoghi dove Enea sbarcò per fondare l’antica Lavinium, la culla di Roma. Ma forse i soliti noti che attaccano il direttore Petrecca pensano o sognano che la capitale d’Italia sia Parigi?”.
L’attacco a Petrecca è evidentemente pretestuoso. E corre l’obbligo a questo punto chiedersi: se il secondo turno delle elezioni in Francia avesse avuto un esito differente, come i sondaggi sembravano preconizzare, avrebbero chiesto ugualmente una copertura totalitaria dei fatti da Parigi? Del resto i palinsesti e soprattutto gli speciali si preparano prima… Oppure dobbiamo pensare che in caso di vittoria della Le Pen avremmo visto qualche redattore disperato aggirarsi per le strade alla ricerca di un cane da mordere per confezionare una notizia, una qualunque, con cui fare una scaletta diversa?