Difendiamo i nostri boschi prima che sia troppo tardi

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La sicurezza di un territorio di particolare valore ambientale e culturale, si fonda su una delle misure di sicurezza, di cui una delle più importanti è la pianificazione delle azioni da compiere in caso di emergenza.

Oltre alla pianificazione, bisogna fare riferimento anche alla previsione, azione fondamentale per non ricorrere a continue criticità, intesa come “‘insieme delle attività, svolte anche con il concorso di soggetti dotati di competenza scientifica, tecnica e amministrativa, dirette all’identificazione e allo studio, anche dinamico, degli scenari di rischio possibili, per le esigenze di allertamento del Servizio nazionale, ove possibile, e di pianificazione di protezione civile“.

E’ importante quindi concentrarsi su sistemi ad esempio che permettano di conoscere la direzione e la velocità di progressione dell’incendio, di inviare notifiche d’informazione sulle azioni che le persone potenzialmente esposte devono intraprendere (basando, magari, tali indicazioni sulla simulazione dei tempi che le diverse ipotesi di esodo comporterebbero), quest’ultima azione è fondamentale per la sicurezza delle città e dei cittadini.

Purtroppo però anche quest’anno, dobbiamo fare i conti con la poca attenzione di tutte le istituzioni, nessuna esclusa, di creare un’interoperabilità tra previsione, prevenzione, gestione e superamento emergenza, riservando un attacco senza precedenti al nostro patrimonio boschivo, che ciclicamente a ogni estate viene messo a dura prova.

L’estate 2022, si sta rilevando difficile mettendo sotto scacco la macchina dei soccorsi sia di carattere statale, comprensiva dei Vigili del Fuoco, CC forestali e il concorso aereo, che regionale comprensiva delle sale operative che dei volontari, e purtroppo si continua a parlare meno di previsione e prevenzione. 

Il patrimonio boschivo rappresenta il 35% del territorio nazionale e un suo uso razionale e sostenibile può declinare anche in fonte economica, ma, prima ancora, un bene identitario per le comunità del territorio in cui si trova.

Diverse sono le cause alla base di questa situazione, dai cambiamenti climatici in atto. Le alte temperature, l’aridità, la frequenza di eventi estremi come le ondate di calore sono fattori che favoriscono l’insorgere d’incendi e che sono destinati ad aumentare in futuro quanto a frequenza e intensità, soprattutto nella regione meridionale. Un aspetto da considerare è la scarsa attenzione riservata alla prevenzione degli incendi condotta attraverso pratiche come i diradamenti, interventi di pulizia del sottobosco, realizzazione di fasce tagliafuoco, solo per citare alcuni esempi.

Dobbiamo puntare alla rivitalizzazione dell’economia del settore: un bosco che produce valore (legname, biomassa, funghi, tartufi, castagne, ma anche servizi turistici, ricreativi, culturali e identitari) è un bosco che è difeso e che difficilmente brucia”.

Ecco perché è importante che si proceda con un sistema di gestione dell’emergenza, che va oltre il piano di emergenza, poiché una sua attuazione può costituire il fondamento di un piano che possa concretamente salvare delle vite umane e in particolare difendere il nostro patrimonio boschivo da attacchi di ogni genere, anche da parte dei piromani.

Abbiamo l’obbligo di difendere l’ambiente che ci circonda, i nostri territori e nostri luoghi di arte, non possiamo abbandonarli, ecco perché lanciamo l’allarme, puntiamo su una corretta prevenzione e investiamo sulla cura del territorio prima di tutto per il rilancio del nostro Paese e delle nostre città, che subiscano queste vili attacchi.

In tutto questo disorganizzazione normativa e della gestione, un plauso va alla professionalità dei Vigili del Fuoco che stanno sul campo, ed anche degli uomini della Protezione civile e a tutti quelli che operano senza sosta per mettere in sicurezza il nostro Paese.

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