È morto a 80 anni Roberto Calasso, fondatore della editrice Adelphi. Il catalogo Adelphi, creato nel 1962 da Roberto Calasso e Roberto “Bobi” Bazlen, scomparso tre anni dopo, ha avuto – e ha – una importanza capitale nella storia dell’editoria italiana, e nella formazione di una visione “altra” della letteratura e della società. Proprio in questi giorni, Calasso aveva dato alle stampe due libri che ora appaiono il suo testamento letterario e vitale: Bobi, proprio sul cofondatore triestino Bazlen, e Memè Scianca sulla sua infanzia a Firenze, dove nacqe il 30 maggio 1941. Proprio in Bobi, un passo del libro spiega il perché di Adelphi: «L’idea e la fisionomia della casa editrice risalgono a lui. Quando Bazlen mi parlò per la prima volta di qualcosa che sarebbe stata Adelphi e non aveva ancora un nome mi disse: Faremo solo i libri che ci piacciono molto».
Aggiungiamo come dica molto dei due editori anche il primo libro da loro scelto per la Biblioteca “di libri unici” Adelphi, L’altra parte di Alfred Kubin (1877-1959): «il libro a cui teneva molto – ricorda Calasso – non solo perché era il più bel Kafka prima di Kafka, ma perché l’altra parte era il luogo stesso dove Adelphi si sarebbe situata», e testo che anticipa, nel 1908, la pulsione autodistruttiva dell’Europa dei due conflitti mondiali futuri, e oltre.
Ieri, Calasso ha raggiunto Bazlen da quell’altra parte. Ma che perdita per la cultura italiana, o ciò che ne rimane.