Tutela del patrimonio minimo, subito Commissione in tutti i Comuni

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Quella madonnella dei contadini, lì da sempre, Vergine scrostata e viva in quella nicchietta sull’ultimo muraglione di tufo, a limitare il passaggio tra la città e le campagne. Sotto quel volto si segnavano i braccianti con la vanga sulla spalla, e, togliendosi l’elmo, passavano i fanti per andare al fronte della Grande Guerra. Ecco, lì c’è tutto, c’è, nella brevità, l’asse fondamentale che collega Natura, Bellezza, Assoluto e uomini, ponte tra i cittadini e il proprio patrimonio, album di famiglia della comunità. La Bellezza diventa ricchezza solo se si puntella il patrimonio. Anche il più minuto, localizzato, coperto dalla vegetazione di provincia e dall’indolenza della politica. La storia è passata anche da lì e non solo dalla luce delle corazze sotto all’Arco di trionfo. Tradurre e declinare la Bellezza, sottraendola dalla dimostrazione di stile e dalla diarrea semantica, dalla propria grazia estetica che rende il patrimonio un incomprensibile e monotono fondale della vita, per chi non ne sa percepire l’importanza, non è compito solo dei filosofi, arnesi lontani da una realtà surreale, bensì di amministratori, sindaci, consiglieri, risorse umane del territorio più prossimo. Non vi è un patrimonio minore, ma vi è un patrimonio minimo – essenziale per la città -, talmente tale da essere fuori dalla grazia elettorale, dalle cronache, ma così potente nell’evocare il ricordo della vita delle persone e scandire il tempo sociale, da rappresentare un luogo, un riferimento, in un mondo ipertrofizzato, di nonluoghi, che affida lo spirito a una jpeg stoccata in qualche hardisk che, prima o poi, verrà formattato. Attorno a quella infinita quantità di ricchezza minima nasce e cresce la communitas – che è debito, dare e ricevere da chi cammina con te verso lo stesso destino -. Il patrimonio minimo va tutelato alla stregua dei grandi monumenti che identificano immediatamente la storia. Pertanto, da queste pagine piene di luce lancio un’iniziativa che, sono sicuro, CulturaIdentità saprà replicare e valorizzare: la “Tutela del patrimonio minimo”. Ovvero la richiesta ai Comuni italiani di istituire un’apposita “commissione consiliare per la tutela del patrimonio minimo”, che possa affiancare o declinare l’assessorato alla Cultura, e uno specifico capitolo di bilancio dedicato, o di un fondo, o, ancora, chiedere alle amministrazioni l’impegno di facilitare la ricerca di risorse anche in ambito privato, unendo tutte le forze della comunità, quindi, pubbliche e private, utile a perseguire questo scopo. Anche da questo passa la conservazione del senso, la prosecuzione della comunità e della tradizione più prossima e carnale, la generazione di un’eredità che dia un senso alle nuove.

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Emanuele Ricucci
Emanuele Ricucci è nato a Roma il 23 aprile 1987. Lavora per la comunicazione di Vittorio Sgarbi, di cui è tra gli assistenti, ed è collaboratore per la comunicazione del Gruppo Misto Camera dei deputati (NI-U-C!-AC). Scrive di cultura per Libero Quotidiano, per Il Giornale e per il mensile CulturaIdentità. Ha scritto, tra gli altri, per Il Tempo e Candido, mensile di satira fondato nel 1945 da Giovannino Guareschi. È autore di satira ed è stato caporedattore de Il Giornale OFF, approfondimento culturale del sabato de Il Giornale e nello staff dei collaboratori “tecnici” di Marcello Veneziani. Ha studiato Scienze Politiche e scritto cinque libri: Diario del Ritorno (Eclettica, Massa 2014, con prefazione di Marcello Veneziani), Il coraggio di essere ultraitaliani. Manifesto per una orgogliosa difesa dell’identità nazionale (edito da Il Giornale, Milano 2016, scritto con Antonio Rapisarda e Guerino Nuccio Bovalino), La Satira è una cosa seria (edito da Il Giornale, Milano 2017) e Torniamo Uomini. Contro chi ci vuole schiavi, per tornare sovrani di noi stessi (edito da Il Giornale, Milano 2017). Questi ultimi prodotti e distribuiti in allegato con Il Giornale. Antico Futuro. Richiami dell’origine (Edizioni Solfanelli, Chieti, 2018, scritto con Vitaldo Conte e Dalmazio Frau) e, da ultimo, Contro la Folla. Il tempo degli uomini sovrani (con critica introduttiva di Vittorio Sgarbi). Dal 2015 scrive anche sul suo blog Contraerea su ilgiornale.it. È stato direttore culturale del Centro Studi Ricerca “Il Leone” di Viterbo ed è attualmente responsabile dell'Organizzazione Nazionale di CulturaIdentità

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