Edda Negri Mussolini: “mio nonno fa parlare e guadagnare”

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Il Delitto Matteotti (1973) di Florestano Vancini, Mussolini – Ultimo Atto (1974) di Carlo Lizzani, Io e il Duce (1985) di Alberto Negrin, Vincere (2009) di Marco Bellocchio, Sono Tornato (2017) un remake in salsa italiana dell’originale tedesco di due anni prima di David Wendt, La lunga notte (2024) diretta da Giacomo Campiotti e infine M. Il figlio del secolo, una miniserie televisiva del 2024 diretta da Joe Wright e distribuita su Sky. La serie, tratta dal romanzo omonimo di Antonio Scurati. Film diversi, ognuno con la sua trama e i suoi attori, ma tutti con lo stesso protagonista: Benito Mussolini.

Ed è proprio con la nipote del duce Edda Negri Mussolini, figlia di Anna Maria, ultimogenita di Benito Mussolini e Rachele Guidi, che parleremo di queste fiction e tanto altro.

Edda, cosa pensa di questa continua realizzazione di film o fiction su Mussolini?

“Risponderei con quello che ci dicevamo sempre con mio zio Vittorio, e cioè che se non ci fosse stato suo padre, mio nonno, di cosa si sarebbe parlato, scritto o prodotto? Mio nonno fa parlare e guadagnare”

Quali di questi film o serie ha apprezzato, quali invece non ha condiviso e perché?

“Be’ possiamo dire che quelli negli anni ’70 erano realizzati, anche se di parte, con più attenzione ai personaggi. Si sceglievano attori somiglianti e si faceva ricerca storica. Oggi mi sembra che sia solo fatto per guadagnare”.

“Credo che lo spettro del fascismo si aggiri ancora per l’Europa – ha affermato Scurati autore del romanzo M. Il figlio del secolo – ma non sono stato io a evocarlo con il romanzo o Wright con il film. Sono altre forze storiche e altri soggetti”. A detta di Scurati “Il film conserva la sua vocazione” ossia far conoscere e capire ai lettori e agli spettatori “quale seduzione potente fosse il fascismo cent’anni fa e far provare repulsione”. Secondo Wright, invece, «Abbiamo seppellito Mussolini, ma i conti con il fascismo il nostro Paese non li ha mai fatti». “Spettro del fascismo”, “conti mai fatti con il fascismo”, “far provare repulsione verso il fascismo”. Tre affermazioni dove la parola fascismo non manca mai, quasi fosse un di disco rotto. Edda, qual è la sua posizione riguardo queste dichiarazioni?

“Come ho detto anche altre volte si parla molto più di fascismo ora rispetto agli anni di piombo. All’epoca erano in vita persone che erano state da una parte e dall’altra. Erano in vita partigiani che però non facevano “pastasciutte antifasciste” o articoli contro la mia famiglia. Non gli è mai venuto in mente di mettere manifesti o libri capovolti. Mi sembra che ci sia più lo spettro del fascismo oggi di allora. Mi domando il motivo. In fondo, ormai, sono passati quasi 80 anni”.

Non è mancato neppure il commento di chi ha interpretato il ruolo di Mussolini: Luca Marinelli. L’attore ha infatti dichiarato: “Sospendere il giudizio sul mio personaggio per sette mesi è stata una delle cose più difficili e dolorose che mi siano capitate nella mia carriera. Ma in fondo raccontiamo degli esseri umani: definirli diavoli o pazzi è solo un modo per allontanarli da noi. Mi sono concentrato allora sul fatto che Mussolini fosse un criminale, autore di azioni orrende”.

Cosa pensa di questa riflessione? E, soprattutto, da nipote di Mussolini, cosa prova nel sentire queste parole su suo nonno?

“Se per lui è stato così doloroso e difficile, mi chiedo perché abbia interpretato il ruolo di un personaggio così distante dalla sua idea. Infatti, avrebbe potuto semplicemente dire” no grazie, non me la sento, proprio perché lontano dal suo pensiero”. Non ci si abitua mai a sentire certe parole e discorsi

Poi non assomiglia neanche lontanamente a mio nonno. Lui ha gli occhi verdi, mentre mio nonno li aveva scuri”.

A proposito di fiction, quale vorrebbe venisse fatta sulla sua famiglia?

“È il mio sogno nel cassetto: su mia nonna Rachele. Ho cercato di farla conoscere attraverso il mio libro. Se venisse realizzata una fiction, beh allora la platea sarebbe più ampia. Molte più persone conoscerebbero mia nonna, donna Rachele, e la sua vita”.

Lei in un post su Facebook ha scritto del suo prossimo libro, specificando che sarà molto diverso dagli altri. Cosa intende per “diverso”?

“Sarà l’argomento molto “diverso”. Non sarà un libro dove parlerò dei componenti della famiglia. Diciamo che riguarderà un po’ più la storia”.

Riguardo i suoi libri precedenti Donna Rachele (2015) e I Mussolini dopo (2022) cosa l’ha spinta a scriverli?

“Li ho scritti per colmare alcune lacune sui componenti della mia famiglia. C’è molta ignoranza, anche fra chi dice di conoscerli. Pensi che spesso ignorano anche l’esistenza di mia madre”.

A quale dei suoi libri è particolarmente legata e perché?

“Di botto direi a quello sulla nonna Rachele. Il mio primo libro. Ho voluto raccontare una donna con la D maiuscola. Ho voluto farla conoscere alle nuove generazioni, ma anche a quelle persone che pensano a mia nonna come “contadina analfabeta”, vedi Scurati, una “azdora” che non aveva interessi. Però anche il secondo libro ha il suo perché. Anche questo vuol far conoscere i miei zii, mia madre, mio padre e altre persone che sono state accanto alla mia famiglia nel corso degli anni”.

Nel post ha parlato anche di un prossimo progetto. Può anticiparci qualcosa?

“Come i miei nonni, i miei zii, mamma e papà sono superstiziosa e quindi per scaramanzia non vorrei dire nulla. Posso solo dire che è un libro, non scritto da me, ma al quale mi hanno chiesto di dare un mio contributo”.

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