Frosinone, Corso Lazio, quartiere ad alta densità di popolazione immediatamente a ridosso dalla stazione ferroviaria. è qui che incontro Eleonora Tiberia nella sede della sua neonata scuola di teatro TIBERMAN Arti dello spettacolo, da poco inaugurata e che gestiscein collaborazione con un equipe di grandi professionisti.
Una scommessa la sua, una sfida importante di crescita sociale, la realizzazione del sogno che insegue da sempre, quello di avvicinare le persone anche le più “difficili” al mondo del teatro. Eleonora è figlia di questa terra, la Ciociaria, da sempre ricca di fermenti artistici e culturali di cui è degna rappresentate.
Conosco Eleonora da quando adolescente praticava danza agonistica esibendosi in gare internazionali, la ritrovo qui dopo anni, donna matura, artista completa, appassionata e straordinaria attrice. Lo sport e il talento sono una costante nella sua vita, genetica impressa nel DNA, passione trasmessa dai genitori a lei come ai suoi fratelli
Esordisci come ballerina incassando anche importanti riconoscimenti. Cosa ti ha portato a fare l’attrice?
A vent’anni dopo una lunga e appassionata esperienza nel mondo della danza sportiva, sento crescere sempre di più in me l’esigenza di esprimermi, non solo attraverso il corpo ma anche attraverso la voce, è in quel momento che decido di frequentare corsi di recitazione nonostante mi costi grandi sacrifici e lunghi viaggi in treno.
Dopo sei anni frequento i corsi dell’Accademia di recitazione Teatro Azione che per me rappresentano non solo una palestra, un’occasione di pratica e sperimentazione, ma soprattutto la possibilità unica di poter apprendere e perfezionare la vera grande passione della mia vita, la recitazione.
A 25 anni arriva la prima tournée con Ivana Monti e nel giro di poco si presenta l’incredibile occasione di lavorare al fianco di una grande professionista, tra le più raffinate interpreti della scena italiana, Lina Sastri. Fra tante candidate sceglie me per interpretare, nello spettacolo “La Lupa”, tratto dal capolavoro di Giovanni Verga, il ruolo Maricchia, la dolce figlia della Lupa. Nel cast anche Giuseppe Zeno nel ruolo di Nanni.
A quest’esperienza, che mi ha permesso di crescere molto artisticamente, si susseguono una serie di spettacoli con il grandissimo Lello Arena, al quale mi lega una salda amicizia.
Nel 2019 poi, dopo tre provini e tre ruoli molto impegnativi, vengo scelta dal regista Gabriele Lavia, tra le figure più rappresentative del panorama teatrale italiano, un grande maestro, per interpretare un ruolo nello spettacolo vincitore del premio “Miglior regia” e “Miglior Spettacolo” nel 2021, “I giganti della Montagna” di Pirandello.
Quali sono le figure che hanno influenzato la tua curiosità artistica?
La storia del teatro italiano è incarnata nella figura iconica di Anna Magnani, di Mariangela Melato e l’indimenticabile Monica Vitti. Per me il teatro è verità, è racconto di vita autentica, espressione pura di sentimenti veri e tangibili che senti nascere nello stomaco e queste grandi artiste con indimenticabili performance ne hanno colto l’essenza.
Hai maturato una lunga e corposa esperienza in teatro ma molte sono anche le esperienze cinematografiche in cui ti sei misurata, dove ti senti più a tuo agio?
Lo scopo non cambia resta sempre lo stesso raggiungere ed interpretare “la verità” ma questo si raggiunge attraverso tecniche e linguaggi diversi ad esempio con movimenti più contenuti davanti ad una telecamera, modulazione di voce differente, ma il teatro, il palcoscenico per me è “casa”, il mio habitat naturale.
Sono molti i giovani e giovanissimi, come dimostrano i tanti iscritti alla tua scuola, che vogliono svolgere la tua professione perché attratti dalla facilità con cui si raggiunge il successo sollecitati più dall’aspetto glamour che dal vero talento, qual è il tuo consiglio per loro?
Il teatro e la recitazione sono prima di tutti uno strumento formativo pedagogico, un mezzo unico per comprendere se stessi nel profondo. Ho iniziato ad insegnare a trasmettere la mia passione in spazi piccoli e poco funzionali e quando le difficoltà erano tante anche a casa, pur di non abbandonare i miei allievi che mi seguivano ed hanno sempre creduto in me. Questa sede oggi rappresenta una promessa mantenuta non solo a me stessa, ma a tutti coloro che da sempre mi sostengono. L’augurio è che questa scuola possa essere da stimolo per tutti coloro che vogliono avvicinarsi al mondo del teatro anche per rispondere a quell’inquietudine giovanile che si manifesta sin dai primi anni di vita.
Il mio consiglio a tutti e in particolare ai genitori che iscrivono i loro figli ai corsi di recitazione, è quello di non perdere mai di vista l’occasione unica che ci offre il teatro che è quella di lavorare sulle emozioni imparando a conoscere se stessi e gli altri, sviluppando empatia, crescita e soprattutto un senso di inclusività e collaborazione che la nostra società sembra aver da tempo smarrito. È importante infatti lavorare prima di tutti sulla consapevolezza di se stessi e della proprie attitudini su cui poi, in un secondo momento costruire eventualmente una carriera.
Dove ti vedi tra dieci anni?
Semplicemente qui circondata dai miei allievi dai miei affetti con la consapevolezza di esser riuscita a creare una grande famiglia, un punto di riferimento non solo per questo quartiere ma per l’intera città e per tutti coloro che sentono forte l’esigenza di esprimersi, di mettersi in gioco, di esprimere la propria ricchezza espressiva.