Quel “Fuoco sacro” dei nostri Vigili del Fuoco

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Nella storia del cinema non era mai stato girato un documentario così completo sui Vigili del Fuoco e quello realizzato da Antonio Maria Castaldo, apparso fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia, riempie questa lacuna storica, attraverso un film di circa un’ora che racconta questa organizzazione con sentimentalismo e poesia.

Il titolo è Fuoco sacro, che così divinizza delle figure che in qualche modo svolgono un lavoro che va aldilà dell’umano, benché non accettino di essere chiamate eroi, anche se lo sono. Il documentario, che racconta l’associazione non in modo didascalico, ma attraverso una prospettiva personale e qualificata (non solo da regista, ma anche da pompiere, visto che Castaldo lo è), ci permette di entrare dentro alle vicende narrate, strappandoci anche commozione.

Al momento dell’emergenza per un Vigile del Fuoco l’obiettivo primario è quello di riuscire a salvare più vite possibili e allora non possiamo non rimanere scossi proprio all’inizio della pellicola, quando scorrono le immagini della tragedia del Vajont, dove non fu possibile salvare assolutamente nessuno e allora gli stessi Vigili s’impegnarono a costruire bare e una grande croce ancora esistente, per dare una degna sepoltura alle vittime. Non possiamo non emozionarci quando ci viene narrata l’eroica impresa del salvataggio della Sacra Sindone dal Duomo di Torino.

Tante vicende raccontate: dal terremoto dell’Aquila al disastro della Costa Concordia; dall’incendio della Fenice di Venezia alla valanga di Rigopiano, passando per la tragedia del Cinema Statuto.

Loro, i Vigili del Fuoco, c’erano sempre e ci saranno ancora nel futuro per tutte le evenienze. Il documentario lo ricorda: i nostri Vigili del Fuoco italiani sono tra le organizzazioni più efficienti al mondo. Dobbiamo essere orgogliosi di questo corpo, che non opera per quei pochi benefici economici che gli spettano, ma soprattutto per passione, vocazione, amore verso la vita.

Fuoco Sacro non è solo un documentario, ma un’opera poetica e intensamente ispirata, dotata di immagini di repertorio d’impatto e interviste esclusive, dando ampio spazio al Comando dei Vigili del Fuoco di Arezzo, dove Castaldo ha militato. La sceneggiatura poi è toccante e la voce narrante dello stesso regista rende questo prodotto ancora più artigianale, viscerale, artistico.

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