Lo ha annunciato il ministro della Cultura Alessandro Giuli. Il borgo nel Trapanese, ricostruito totalmente dopo il terremoto del Belice nel 1968, ha vinto con un progetto intitolato “Portami il futuro”
È Gibellina, Trapani, con il progetto Portami il futuro, la prima capitale italiana dell’arte contemporanea, il titolo introdotto quest’anno dal Ministero della Cultura. La città ha avuto la meglio sulle altre quattro finaliste, Carrara, Gallarate, Pescara e Todi, che erano state selezionate tra 23 città che si erano candidate. Alla cittadina simbolo del terremoto che devastò il Belice nel 1968 va adesso un milione di euro finanziati dal Ministero della Cultura per preparare i progetti presentati.
La vincitrice è stata annunciata il 31 ottobre dal ministro Alessandro Giuli e del direttore generale Creatività Contemporanea Angelo Piero Cappello e della presidente della giuria Patrizia Sandretto Re Rebaudengo. Le finaliste hanno presentato i loro dossier nelle audizioni pubbliche dello scorso 25 ottobre.
«Esprimo profonda soddisfazione per la proclamazione di Gibellina come Capitale italiana dell’Arte contemporanea 2026. Questo riconoscimento celebra una città simbolo di rinascita culturale e architettonica, un luogo che, dalla tragedia del terremoto, ha saputo risorgere come punto di riferimento internazionale per l’arte contemporanea e l’innovazione creativa. La scelta della cittadina trapanese sottolinea non solo l’importanza storica e culturale di questo Comune siciliano, ma anche l’incredibile contributo della nostra regione al panorama artistico nazionale». Ha dichiarato il presidente della Regione Sicilia Renato Schifani.
La cittadina trapanese venne completamente distrutta dal devastante terremoto del Belice nel 1968. Realizzata l’impossibilità di restaurarla, venne ricostruita a 11 km dal suo sito originario, e alla nuova struttura urbana contribuirono molti artisti del dopoguerra, trasformandola in un museo d’arte contemporanea en plen air. L’opera più famosa di Gibellina è il “Grande Cretto” di Burri, realizzato negli anni Ottanta dello scorso secolo, cementando le macerie del vecchio paese in una struttura concreta che segue vie e vicoli del vecchio paese. Si tratta di una delle opere d’arte “ambientali” più grandi del mondo.
Ecco le motivazioni della giuria per la vittoria di Gibellina: “La prima capitale italiana dell’arte contemporanea, con la sua candidatura, offre al nostro paese un progetto organico e solido, consegnando all’Italia di oggi un esemplare modello di intervento culturale fondato su valori e azioni che riconoscono all’arte una funzione sociale e alla cultura lo statuto di bene comune. Per la sua capacità progettuale nel riattivare il suo straordinario patrimonio di opere, coniugandone il presente, memoria e futuro, conservazione e valorizzazione, attenzione al locale e ambizione internazionale, per il suo coinvolgimento delle giovani generazioni e della cittadinanza tutta, interpellando il territorio più ampio sulla base di una comune consapevolezza civica, stringendo alleanze con istituzioni pubbliche e private, nazionali e transnazionali, per il fatto di essere città pioniera di ciò che oggi definiamo rigenerazione urbana, e per la capacità di essere insieme una città opera e una città da abitare, per il suo progetto con il quale la città diventerà un grande laboratorio, dove le pratiche e l’energia dell’arte contemporanea saranno chiamate a condividere pensieri e soluzioni sui temi dello spazio pubblico, della comunità, del paesaggio, della sostenibilità, e del capiente concetto di eredità”.