Se si parla di giustizia in cucina, si parla di sostenibilità, di equilibrio tra ambiente e uomo, di rispetto del lavoro, delle filiere e delle tradizioni locali, di autenticità e cultura. Insomma, si parla di gastronomia sostenibile. A questo valore è dedicata una Giornata Mondiale, che si celebra il 18 giugno.
Gastronomia sostenibile infatti, significa giustizia: una cucina che tiene conto della provenienza degli ingredienti, di come viene coltivato il cibo, e di come arriva ai nostri mercati ed eventualmente ai nostri piatti.
Nazioni Unite e Fao collaborano insieme per rendere noto al pubblico il grande contributo della gastronomia allo sviluppo sostenibile. Tra le iniziative portate avanti dalle istituzioni, il network delle Città Creative lanciato nel 2004, che mira a condividere le migliori pratiche e sviluppare collaborazioni in sette campi creativi, compreso quello gastronomico.
Uno stile di vita più rispettoso dell’ambiente anche nel settore agroalimentare significa inoltre promuovere l’uso di energia pulita nei ristoranti e promuovere diete sane, per persone e ambiente.
La Fao ad esempio ha una sezione “Il raccolto tradizionale del mese” sul suo sito web, in cui promuove la diversificazione delle colture, in difesa delle colture tradizionali sottoutilizzate, e la sostenibilità nella produzione alimentare e nella gestione delle risorse naturali.
La decisione di celebrare questa giornata da parte delle Nazioni Unite riconosce la cucina come espressione culturale della diversità naturale e culturale del mondo. Di fronte all’attuale crisi sanitaria con la pandemia Covid-19, la gastronomia sostenibile, che celebra ingredienti e prodotti di stagione e contribuisce alla conservazione della fauna selvatica e delle nostre tradizioni culinarie, diventa più rilevante che mai.
Cosa possiamo fare noi? Prediligere ingredienti locali e di stagione, che hanno richiesto meno risorse energetiche per essere prodotti, combattere lo spreco alimentare ogni giorno, ideando ricette del recupero per riciclare gli avanzi e progettando la spesa per evitare surplus di acquisti.
Sostenere le filiere e i produttori locali, anche scegliendo prodotti Dop e Igp, per tutelare il made in Italy e i lavoratori che operano nel settore.
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