Un “tenente Colombo” affascinante e disordinato, che porta i Ray-Ban e guida un’Alfa 33 piena di cicche
Da due anni è sul mercato dei noir il commissario Martinelli, nato dalla penna di Vincenzo Mascellaro che, dopo Fatti di un’ordinaria provincia (Edizioni Pioda), lo scorso maggio ha pubblicato con lo stesso editore Ai potenti non si può dire no.
Si tratta di due classici polizieschi dove la scena del crimine è la stessa, la cittadina è quella di un sud non menzionato ma facilmente riconoscibile grazie a qualche riferimento del territorio e al cibo locale.
Il commissario di Mascellaro è molto diverso dagli altri, belli come l’ispettore Coliandro o affascinanti come il vice questore Schiavone o l’ispettore Lojacono, ma soprattutto “fimminari”, come direbbe Camilleri. Se vogliamo trovare necessariamente una somiglianza con qualche poliziesco che ha fatto la storia, dobbiamo andare molto indietro negli anni, al tenente Colombo, in voga alla fine degli anni ’60.
In effetti si tratta di un personaggio fuori dal comune che i colleghi chiamano Mr. Ray-Ban per inforcare a tutte le ore quei mitici e inossidabili occhiali a goccia, verdi a specchio o gialli col tondino al centro, o per le sue giacche improponibili, o ancora per guidare un’Alfa 33 che non ha mai visto un lavaggio sin dal giorno dell’acquisto, lercia all’interno per via di un posacenere traboccante di cicche. Insomma, uno sui generis, acuto ma anche distratto e soprattutto sciatto e trasandato che è stato anche la disperazione dell’ex moglie Clara, con la quale periodicamente si incontra, sempre davanti a un piatto a base di pesce, per confrontarsi sui casi del momento. Lei lo ha lasciato per via del disordine e della sciatteria di cui abbiamo parlato, ma la stima tra i due è immutata.
Altro personaggio ben tratteggiato è il vice commissario Losasso, ragazzo assetato di conoscere fino in fondo l’arte di indagare, in perenne conflitto col capo, che esercita fin troppo il ruolo di padre verso un figlio che non c’è. Bello e a tratti commovente nel primo romanzo il dialogo tra i due una sera a cena quando ciascuno parla del proprio padre. Carrozziere e molto umile quello di Martinelli, un principe del Foro l’altro. Ognuno ha sempre qualcosa da imparare dall’altro.
I due romanzi hanno la struttura tipica dei “libri gialli” e gialle sono le copertine dei noir di Mascellaro: in Fatti di un’ordinaria provincia ci sono il morto e il movente e l’indagine si sviluppa tra i più probabili esecutori del crimine. Tutti possono volere la morte del presidente di una banca, ma la soluzione arriva inaspettata nelle ultime pagine. In Ai potenti non si può dire no, oltre alla sparizione di una giovane ragazza, il pezzo forte è il suicidio di un professore di liceo, insegnante della fanciulla scomparsa, tanto che il lettore va subito alla ricerca di quel fil rouge che può tenere uniti i due drammatici eventi. Qui l’indagine è più complessa, l’autore, con la sua scrittura fluida e godibile in tutte le sue parti, si affida anche a citazioni letterarie tanto da disturbare Catullo e la sua Lesbia, in un’epoca Avanti Cristo e, tornando alla contemporaneità, la Cara professoressa della drammaturga russa Ljudmila Razumovskaja. Il nuovo personaggio che entra in scena è Marta, il trans informatore preferito da Martinelli quando deve indagare nel mondo della prostituzione o in quello omo. I dialoghi tra i due sono continui siparietti carichi di ironia, stima e affetto.
Come lo stesso autore ha dichiarato, i suoi romanzi sono corti, asciutti, centotrenta pagine, da godersi sotto l’ombrellone, dedicati a coloro che non hanno molto tempo per leggere e provano – riuscendoci – ad avvicinare chi non è uso alla lettura. La loro brevità, diciamo invece noi, li rende concentrati e ricchi di colpi di scena così da voler andare avanti velocemente pagina dopo pagina sino all’ultima parola.
Ora aspettiamo il terzo della serie di cui abbiamo già il titolo: Il Segreto di Jelena, che uscirà prima di Natale, stesso editore.
Vincenzo Mascellaro, di origini pugliesi, è stato un manager di grandi aziende italiane e americane con esperienze anche internazionali. Ha svolto attività di docenza e formazione presso la Luiss Management e direttore della scuola di comunicazione di IED (Istituto Europeo del Design). Ha scritto un saggio edito da Minerva, coautore Carlo Pappagallo, dal titolo “Politica e Potere. L’Italia delle Lobby”.