Il Natale di Roma tra Mito e classicità

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Il 21 aprile 2022 ricorre il 2775esimo Natale di Roma, data nella quale – secondo la leggenda – ricorre la fondazione della Città Eterna da parte di Romolo, suo primo Re.

La data fu stabilita nel I° secolo A.C. sulla base dei calcoli astrologici del noto fisico e matematico romano Lucio Taruzio Firmano, e confermata dallo storico Marco Velleio Patercolo, autore della Historiae Romanae ad M.Vicinium, dove affermò che “Roma fu fondata il 21 aprile sul Colle Palatino nell’anno della sesta Olimpiade”.

Successivamente fu l’Imperatore Claudio, nel 47 D.C. il primo a celebrare l’anniversario della fondazione dell’Urbe, dando il là ad una tradizione tuttora viva e che trascende epoche, trasformazioni e tempo. 

Ove i romani celebravano i Parilia – in onore della divinità Pale – per purificare i pastori ed il proprio gregge, ora si rievocano le tradizioni, i costumi e l’eredità di Roma, che l’indimenticato scrittore latino Tito Livio descrisse, nell’opera Ab Urbe Condita, come: «città fortunata, invincibile e eterna».

Numerose sono le iniziative, fra cui i 4 giorni dedicati alla rievocazione del Gruppo Storico Romano e l’esposizione “Campius Martius” dell’artista Margherita Lipinska – che in passato ha partecipato ad importanti Fiere d’Arte tra le quali quelle di Genova, Padova e Lussemburgo con le Gallerie Spazio Anna Breda di Padova, Gall’ Art, Galleria Ashanti e Galleria Tiber di Roma, ed è seguita dalla Galleria Spazio Arte Petrecca di Isernia – su iniziativa del deputato Federico Mollicone e patrocinata da parte dell’Ambasciata di Polonia a Roma, dell’Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e del Municipio Roma I Centro. 

“Campus Martius”, mostra dedicata all’area storica di Campo Marzio rappresenta un valore simbolico profondo nei confronti del patrimonio immenso e di memoria che è la città di Roma. Incentrandosi su uno dei luoghi più importanti della romanità, dove sorgevano antichi templi, dedicati al Dio Marte e campi di esercitazione dell’esercito romano, vogliamo celebrare attraverso le opere inedite – tra cui l’Ara personificata con il festone e il bucranio rappresentazione dell’ara che si trova al centro di Piazza Campo Marzio davanti Palazzo Valdina – dell’artista Margherita Lipinska, la tradizione della storia della nostra cultura che affonda le proprie radici nell’arte classica. 

Espressioni artistiche ricche di virtù e sensibilità, ispiratrici nell’uomo di eternità e bellezza che onorano Roma e che ancora una volta hanno da cornice la Sala del Cenacolo presso il complesso di Palazzo Valdina della Camera dei Deputati, divenuta oramai spazio di valorizzazione della cultura da parte delle istituzioni e di incentivo per gli artisti e la loro arte. 

Attraverso la storia, i luoghi della memoria e le nobili iconografie, considerate da sempre le più belle del nostro patrimonio storico–artistico, l’artista delinea un percorso affascinante di riflessioni e racconti del classicismo, dalla Grecia ellenistica alla Roma antica. 

L’imitazione della classicità che in maniera più o meno evidente aveva sino ad ora accompagnato la stesura di opere rifacentesi al passato mitologico della cultura europea, ha ceduto il posto a una rilettura più esistenziale che deriva soprattutto da un nuovo approccio di natura antropologica al Mito.

L’Antico come classico, come valore immutabile a cui ancorarsi per contrastare la fluidità del presente, un antico reinterpretato nelle linee dell’oggi in una prospettiva decisamente tardo moderna. Su questo si basa il percorso dell’artista, con riflessioni mitiche che partono dall’eleganza dell’arte greca tra il V e il IV secolo, periodo in cui la produzione artistica raggiunse un particolare livello di eccellenza, riprendendo i grandi Maestri del passato (Policleto, Fidia e Prassitele) e la profondità di alcune citazioni come quelle di Goethe e Winckelmann presenti all’interno del percorso espositivo.

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