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Quando Alessandra Verri entra in Corte d’Assise d’appello nel tribunale di Perugia indossa una maglietta con le foto del corpo smembrato della figlia Pamela Mastropietro, la diciottenne romana assassinata a Macerata nel 2018 dal nigeriano Innocent Oseghale (già condannato all’ergastolo, a Perugia l’appello bis per l’accusa di stupro), smembrata in 24 pezzi e chiusa in un trolley abbandonato sulla strada.
Oseghale spacciatore di droga, arrivato dalla Nigeria su uno dei soliti barconi, ha pure tentato di aggredire la Verri in aula. Pamela potrebbe essere stata vittima della mafia nigeriana, se ne parla da tempo, da quando un collaboratore di giustizia avrebbe incontrato in carcere Innocent Oseghale, che gli avrebbe rivelato molti dettagli inquietanti su quello che accadde la notte dell’omicidio.
Dopo 5 anni qual è la verità? Alessandra Verri è una donna piena di dolore e rabbia perché in tutto questo tempo si è ancora alla ricerca di una verità (decidere se Pamela fu violentata o no), verità che è però stampata su una maglietta con quelle foto shock.