La morte di Gorbaciov riavvicini l’Occidente all’Est

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©Angeli/Lapresse 13-10-1985 Reykjavik, Islanda Esteri Vertice USA-URSS Nella foto : RONALD REAGAN con MIKHAIL GORBACIOV. only italy

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A 91 anni se ne è andato Gorbaciov, l’ultimo Presidente dell’URSS, padre della perestroika e della glasnost negli anni 80. Ha seppellito l’Unione Sovietica e liberato il mondo dell’Est dalla morsa dell’Urss, aprendo la strada alla democrazia, alla trasparenza e all’economia di mercato. Fondamentale il suo rapporto preferenziale con Ronald Reagan, con cui ha stabilito il disarmo bilaterale USA-URSS favorendo il crollo del Muro di Berlino. Ha vissuto gli anni tumultuosi delle riforme nell’ex URSS da lui fortemente volute, ha subito il colpo di Stato fallito dei nostalgici dell’URSS: da lì l’inizio della fine, quando nel 1991 rassegna le dimissioni ritirandosi a vita privata e fondando una Fondazione che prenderà il suo nome. Nel 1990 riceve il Nobel per la pace. Quella di Gorbaciov è una morte emblematica: chissà che non sia un segnale per tutti noi, che ci troviamo nel pieno di una guerra in mezzo all’Europa: dovremmo ricordarci degli accordi di Pratica di Mare stabiliti dal governo Berlusconi, grazie al quale le due superpotenze USA e Russia si avvicinarono. Speriamo che la morte di Gorbaciov sia un esempio per questi due blocchi, tornati oggi indietro di decine di anni. Molti Stati che hanno conquistato l’indipendenza dal regime comunista hanno subito l’arma a doppio taglio dell’economia di mercato; noi occidentali dovremmo fare un mea culpa e cercare di riavvicinare visioni diverse (ma che possono coincidere) dell’Europa.

Guarda l’intervento di Edoardo Sylos Labini direttore di CulturaIdentità ospite di Pierfrancesco Pensosi a RaiNews24

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