La nostra voce di libertà negli anni bui del Covid

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In quattro anni si possono fare tante cose. CulturaIdentità ha scelto di farne una. E una soltanto. Schierarsi in favore della libertà. Anche quando questo non andava di moda. Spesso in beata solitudine. Non serve dichiararsi liberali per difendere la libertà. Tutt’altro. Abbiamo avuto luminosi esempi di sedicenti liberali che si sono arrampicati sugli specchi pur di difendere scelte odiose quali l’obbligatorietà del green pass per prendere un autobus, per bere un cappuccino e addirittura per poter lavorare e sfamare i propri cari. Umiliando le persone e costringendole alla coda per farsi un tampone sotto il freddo e la pioggia pur di dimostrare allo Stato di non essere contagiosi. Salvo poi riscontrare che chi era vaccinato era ugualmente capace di trasmetterlo; il virus! E siccome questo non bastava si è passati all’obbligo. Quelli che a sinistra “il corpo è mio e lo gestisco io”, quando c’è da decidere di abortire e porre fine ad una vita, improvvisamente erano lì a rincorrere adulti e bambini. Bava alla bocca e siringa in mano. CulturaIdentità è sempre stata dalla parte giusta. Che poi è quella “sbagliata”, se si ritiene corretto soltanto ciò che pensano gli intellettuali mainstream o ciò che scrivono i giornaloni.

L’avvocato del popolo Giuseppe Conte, che sottoponeva il Paese ad insensate restrizioni e chiusure capaci soltanto di reprimere la libertà e comprimere l’economia, essendo che il virus se ne strafotte del lockdown, per noi altro non era che il “nemico del popolo”. Così titolavamo a giugno 2020. Di lì a pochi mesi sarebbe fiorita un’intensa attività della comunità scientifica che avrebbe dimostrato dati alla mano che i cosiddetti interventi non farmaceutici per contenere la diffusione del virus (vale a dire il lockdown) erano quasi sempre inutili; sempre di difficile valutazione in termini di costi e benefici. Spesso e volentieri costosi. Talvolta addirittura controproducenti. Chi vi scrive ne ha dato conto. Il lockdown duro del secondo trimestre del 2020 ci è costato 77 miliardi di PIL perso. A tanto ammontava infatti la differenza fra i 432 miliardi di PIL del secondo trimestre 2019 ed i 355 dell’omologo quarto del 2020. O se preferite, 855 milioni al giorno. Quasi 900. Un ospedale nuovo di pacca costa 100 milioni tanto per darvi un’idea.  

“Vogliono rubarci il Natale”, scrivevamo a Natale 2020. A colpi di DPCM; semplici atti emessi dal Presidente del Consiglio senza neppure la controfirma del Quirinale financo non discussi in sede di Consiglio dei Ministri. E non pensate che il peggio sia passato, perché se dipendesse “da loro” (intendendo per loro i virologi da salotto) sarebbe ancora così. Ancora il 21 novembre del 2022, e non del 2020, l’ineffabile Fabrizio Pregliasco ammoniva gli italiani che la cena di Natale dovesse essere fra pochi invitati ed ovviamente con tanto di mascherina.

Prove tecniche di bavaglio” titolavamo a maggio 2020 intravedendo la deriva autoritaria che di lì a breve avrebbe investito come un tir l’intero mondo dell’informazione. Nel nome della scienza, eletta a religione, le voci dissonanti si sarebbero comunque dovute zittire. O quanto meno ridicolizzate con aggettivi quali terrapiattista o complottista. Semplicemente perché raccomandavamo di attenersi ad un principio di cautela nell’imporre per legge un farmaco (il vaccino mRNA) che il foglietto illustrativo raccomandava di somministrare dietro prescrizione medica, ma che in molti paesi del mondo (l’Italia capofila) veniva invece imposto per legge con tanto di sospensione dall’albo per quei medici che osavano prescrivere controlli diagnostici prima della somministrazione. La chiamano Scienza. Noi la chiamiamo Scientology. Di Stato ma pur sempre Scientology. Del resto, era la loro occasione. Di quelli come loro. Dei vari Speranza.  Secondo i quali emergenza covid e chiusure erano “possibilità” per la sinistra “di ricostruire un’egemonia culturale su basi nuove”. Hanno criminalizzato di fatto sottoponendoli a trattamenti profilattici senza che questi di fatto rischiassero alcunché dal covid. E questo era chiaro fin dall’inizio. Lo scrivevamo allora. “Ma quali untori? I giovani sono esempio di coraggio e di virtù”.  Salvo poi scoprire, mesi dopo, quello che tutti conoscevano ma solo ufficialmente ammesso da Pfizer: il vaccino non era stato testato contro la capacità di trasmissione del virus. La libertà è come la salute. Tante sono le insidie. Molti sono i nemici. Servono le difese. Urgono gli anticorpi. Il giornale che hai fra le mani ne è un esempio. Irrobustiscilo. Difendilo. Compralo. Servono voci fuori dal coro per difenderti. Per difenderci.

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