L’Europa sta cambiando. Solo gli intellettuali liberal non se ne accorgono…

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L’Europa sta cambiando. Il voto politico in Gran Bretagna, che ha confermato il trionfo del leader conservatore Boris Johnson, ne è l’ultima dimostrazione. L’Europa vera, profonda, non è quella dipinta dalle solite elite di intellettuali e salottieri liberal, sempre pronti a tessere le lodi del pensiero unico luogocomunista partorito dai grandi conglomerati finanziari.

Queste persone, che continuano a dipingere questo cambiamento come una tragedia, come un ritorno del fascismo, del nazionalismo violento, lo fanno solo perché non accettano di essere state sconfitte non dal voto, non dagli elettori, ma da qualcosa di più grande: la storia. Quella storia che sta mostrando il lato più cupo, repressivo e brutale della globalizzazione e del mondialismo, i cui valori ormai sono dissonanti dai sentimenti veri e profondi dei cittadini delle nazioni europee.

In tal senso nessuna censura, nessun tentativo aprioristico di nascondere la realtà dietro un frasario politicamente corretto può reggere. Dobbiamo raccontare la verità, gridarla, con tutta l’onestà intellettuale che si deve avere in una situazione tanto epocale. E rispettare sempre la sovranità del voto popolare. Come ha giustamente rilevato Edoardo Sylos Labini con un intervento sui suoi canali social questa mattina, piaccia o meno a costoro, la vittoria di Johnson e quindi della ormai prossima Brexit, dovranno essere il segnale per ricostruire una nuova Europa dei popoli e “non dei cinici e bugiardi burocrati”. L’Italia, la nostra Patria, deve avere in questo percorso un ruolo di primo piano. E del resto, non per niente 100 anni fa a sostenere queste tesi era un certo Gabriele D’Annuzio…