Trovarmi a Blue Island in Illinois per sottoscrivere un patto di amicizia tra la città di Castrolibero e la città in riva al Michigan (tanti cittadini sono nati a Castrolibero tra cui il papà del sindaco Ferdinando Bilotto) mi porta a ragionare sulle funzioni e sui poteri che le rispettive Costituzioni, americana e italiana, assegnano ai sindaci. Modelli diversi con organizzazione interna diverse dei municipi ma comunque votati al raggiungimento del bene comune e al benessere delle comunità amministrate ponendo l’uomo come il fine ultimo dell’azione politica e istituzionale.

“La repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove svolge la sua personalità…”: così l’articolo 2 della Costituzione italiana.
“Life, liberty and the pursuit of happiness “ lo scopo ultimo della Costituzione americana, che inserisce la ricerca della felicità tra i diritti inalienabili di ogni uomo perché donati dal Creatore.
E sul tema della felicità voglio soffermarmi per non recluderla nell’alveo ristretto dell’edonismo egoistico .
I costituenti americani non parlano di felicità individuale ma collettiva, atteso che quella individuale si coltiva contribuendo alla felicità degli altri avendo cura delle relazioni sociali, del garantire i bisogni materiali, del dare importanza all’uomo nella sua più profonda accezione dando così un senso alla vita.
Tutto ciò si realizza dando voce a chi non ha voce, costruendo nella polis una comunità democratica che venga rispettata e rispetti la città lo Stato e le istituzioni.
Io tra la libertà e la felicità preferisco sempre la prima ma la felicità di tutti deve essere un nostro anelito.