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L’ha afferrata al volo strappandola a morte certa. Lui è Mattia Aguzzi, 37 anni e lei è una bimba di 5 anni, che per gioco e per sfida chissà l’altro giorno decide di sporgersi dalla finestra al quinto piano di un quartiere della periferia di Torino dove vive con mamma e papà . E’ solo questione di attimi, lei perde l’equilibrio, scivola con le gambine dal cornicione e vi si aggrappa con la sola forza delle braccia. Mattia sta passando proprio in quel momento, è uscito casa per fare la spesa con la sua ragazza, sente delle grida: non sono quelle della bimba, che forse nemmeno si rende conto del pericolo mortale che sta correndo. Sono le urla di un inquilino che ha visto la piccola sul cornicione di quel palazzo in via Nizza. E’ un attimo, la bambina precipita nel vuoto e Mattia si posiziona in quella che potrebbe essere la traiettoria del volo, chiude gli occhi sperando che tutto vada per il meglio: «Ho provato a immaginare il punto dove sarebbe potuta cadere e mi sono piazzato lì: nella mia mente ho scolpita l’immagine della piccola con le braccia in alto che tenta di aggrapparsi. Ma poi il peso l’ha trascinata giù». La blocca attutendo il colpo e cadono a terra entrambi, il corpicino sembra non dare segni di vita ma finalmente quando la piccola inizia a piangere tirano tutti un sospiro di sollievo: «Non c’era tempo per pensare. Ho allargato le braccia e sperato di prenderla al volo. Alla fine è rimbalzata sul mio petto e l’ho bloccata per un attimo. Ma l’impatto è stato forte e siamo caduti tutti e due». Trasportata all’ospedale infantile Regina Margherita, non ha riportato lesioni evidenti ma per sicurezza viene ricoverata in osservazione. Sta bene, i genitori sono sotto shock: al momento della tragedia sfiorata non si sarebbero accorti di nulla ma qualcuno laggiù è riuscito col suo corpo ad attutire la caduta al suolo della piccola. In un momento dove le notizie sono sempre negative piuttosto che positive, in un mondo dove il male “tira”, noi riteniamo giusto andare ogni tanto controcorrente parlando del bene: quello di Mattia Aguzzi, impiegati nato a Mondovì, è stato un gesto di straordinario e prezioso eroismo, anche se lui un po’ si schermisce: «Ho fatto tutto così, ho provato a fare quel che si doveva fare» e la butta sul ridere: «E comunque adesso non mi diranno più che è meglio se dimagrisco un poco!».
Vorrei sapere cosa c’entra l’italianità. Il sig. Aguzzi è stato bravo perchè italiano o perchè è stato bravo? Se l’avesse fatto uno svizzero a Basilea, sarebbe divenuto un esempio di elveticità’? Il sig. Sabuj Khalifa, nato in Bangladesh, 40 anni, è divenuto ‘Cavaliere dell’ Ordine al Merito della Repubblica Italiana “per il coraggio e la generositá con cui non ha esitato a tuffarsi nel Tevere per salvare una donna caduta in acqua” (Pres. Mattarella). Non aveva il perm. di soggiorno, per cui sapeva di poter essere espulso dal territorio nazionale. È bangladeshità? È italianità rapidamente assorbita? Ridere.