Compie 84 anni il concorso di bellezza che ha sempre raccontato i cambiamenti del costume italiano
Il concorso Miss Italia, il più semplice dei giochi, è nato come raccolta di fotografie prima della guerra.
La manifestazione, attraverso gli anni, ha conservato ed arricchito la sua identità di iniziative, cambiamenti, mode. Dai primi tempi delle Miss Sorriso, al dopoguerra – quando aiutò a dimenticare le difficoltà quotidiane – al periodo del boom, agli anni della contestazione, fino a diventare un evento televisivo ed un fenomeno sulla rete durante tutto l’anno.
Miss Italia appartiene alla cultura del nostro Paese, fa parte dell’immaginario collettivo perché racconta la storia di ragazze comuni che diventano star: una favola vissuta nelle piazze italiane, davanti ai riflettori della televisione e sul web; un’occasione non solo di lancio nel mondo dello spettacolo, ma in quello più generale del lavoro. Basta guardare l’elenco di quante hanno partecipato e sono poi diventate famose, a partire da Sophia Loren.
Il Concorso è stato guidato dal 1959 da Enzo Mirigliani, patron della manifestazione: nel corso degli anni ha saputo renderla sempre viva e attuale, proponendo anno dopo anno un sano e pulito modello di “bellezza”, rappresentando le aspettative, le tendenze, i valori e anche i sogni di migliaia di ragazze. La figlia Patrizia lo ha poi sostituito nel 2003, introducendo nel Concorso molte innovazioni, dai calendari di Miss Italia (alcuni anche a scopo sociale per promuovere campagne di sensibilizzazione su temi delicati) realizzati da grandi fotografi (Gianni Berengo Gardin, Tiziana Luxardo, Gianmarco Chieregato, Gabriele Micalizzi), all’introduzione della taglia 44, al bon ton delle miss, fino al rifiuto del bikini in tv per le ragazze.
È il 1939 quando la quattordicenne Isabella Verney (scomparsa di recente) viene eletta Miss Sorriso, vincendo una selezione fotografica ideata da Dino Villani, con la collaborazione dello scrittore Cesare Zavattini, per sponsorizzare una marca di dentifricio: le foto delle concorrenti vengono pubblicate sui settimanali Il Milione ed Il Tempo e l’iniziativa diventa quasi un fatto nazionale.
Quasi un secolo di bellezza
Dopo la pausa della guerra, riprende il Concorso, questa volta non più solo fotografico, ma con il raduno delle ragazze e la sfilata in passerella: nasce Miss Italia ed è il 1946. È il periodo di Stresa (quattro anni di seguito e poi nel 1958): può ospitare la manifestazione poiché la guerra non ha arrecato danni ai grandi alberghi del lungolago ed è facilmente raggiungibile da Milano.
Nel 1947, epoca d’oro per il cinema, vince il titolo Lucia Bosè, commessa nella pasticceria Galli di via Victor Hugo a Milano, banco dei marron glacé. Viene preferita ad altre future star del cinema italiano: Gianna Maria Canale, seconda classificata, Gina Lollobrigida, terza, Eleonora Rossi Drago, Silvana Mangano (che non partecipò, però, alla finale).
Anno di emozioni anche il 1948 quando Miss Italia diviene un concorso a carattere nazionale con l’arrivo dell’Enit al fianco degli organizzatori. Giuria con grandi nomi, tra i quali quello di Totò (presente a Stresa per girare un film con la vincitrice del Concorso, Totò al Giro d’Italia) e tre favorite: Anna Visconti, Ornella Zamperetti e Fulvia Franco, che ebbe la meglio. Triestina, rappresentante della bellezza “acqua e sapone”, poi moglie del pugile Tiberio Mitri, la ragazza, 17 anni, fu festeggiata al grido di “Viva Trieste” poiché il suo successo ebbe un particolare significato nel momento di tensione per la rivendicazione d’appartenenza di Trieste all’Italia. Il suo ritorno a casa, in un giorno di ottobre, fu un trionfo: un corteo di automobili accompagnò Miss Italia al posto di blocco del Territorio libero di Trieste e il percorso dal confine alla città vide la folla ferma lungo le strade ad applaudire e a salutare con bandiere e fazzoletti tricolori.
Il 1950 è passato alla storia del concorso per la presenza di Sofia Scicolone, in arte Lazzaro, futura Loren, giudicata troppo procace per il titolo (in giuria qualcuno la definì “una spilungona male impostata”), ma premiata con una fascia appositamente istituita, quella di Miss Eleganza.
Nella storia del cinema italiano e poi della fiction tv sono entrate altre ragazze che hanno vissuto l’esperienza di Miss Italia: Stefania Sandrelli, Federica Moro, Anna Kanakis, Maria Grazia Cucinotta, Anna Falchi, Martina Colombari, Anna Valle, Miriam Leone.
La proclamazione delle vincitrici va in onda per la prima volta alla radio proprio nel 1950; le Finali di Miss Italia arriveranno in televisione nel 1979 e fino al 1987 saranno appannaggio delle reti Fininvest, che trasmettono il programma in differita non disponendo della diretta.
Il Concorso attraversa indenne gli anni del ’68, della contestazione, del più acceso femminismo.
Nel 1990, su suggerimento dell’allora presidente di giuria Maurizio Costanzo, furono abolite le “misure”: il canonico 90-60-90 non sarà più da allora l’incubo delle partecipanti. Nel 1991 nasce Miss Italia nel Mondo, il Concorso che premia la più bella fra le ragazze italiane residenti all’estero, un riconoscimento ai nostri connazionali emigrati in paesi stranieri. Nel 1994 il Concorso apre le porte a mamme e donne sposate e Mirka Viola, Miss Italia 1987, detronizzata perché mamma di un bimbo di due anni, si prende la sua rivincita.
Nel 1995 tra le finaliste figura per la prima volta una ragazza di colore, Iony Vecchi, nata in Brasile ed in possesso della nazionalità italiana. L’anno dopo una ragazza con le stesse caratteristiche, Denny Mendez, proveniente da Santo Domingo, vince addirittura il titolo. Non era mai avvenuto in 57 anni e l’elezione divide l’Italia.
Non manca, nel cammino del Concorso, la curiosità di mamma e figlia elette Miss Italia a distanza di 27 anni, Marisa Jossa nel 1959 e Roberta Capua nel 1986, come la presenza di due sorelle vincitrici del titolo, Layla e Alba Rigazzi, rispettivamente nel 1960 e nel 1965. Nel 1985 per la prima volta al Concorso si iscrive una ragazza portatrice di handicap, Elisabetta Viaggi, 23 anni, sordomuta dalla nascita, diplomata all’Accademia di Belle Arti: si afferma in una selezione romana e conquista la Finale di Salsomaggiore, dove vince il titolo di “Modella Domani”, classificandosi tra le prime dieci. La ragazza è poi divenuta fotomodella.
Il Concorso in tv
Il Concorso fa il suo debutto in televisione, su Tele Alto Milanese, e poi sulle reti Fininvest fino al 1987, grazie alla lungimiranza del presidente Silvio Berlusconi.
Nel 1988 il Concorso e RaiUno hanno stretto un accordo: i primi 15 anni di collaborazione sono legati al nome di Fabrizio Frizzi, conduttore anche delle Finali del 2011 e 2012 per complessive 17 edizioni, superando Pippo Baudo, Mike Bongiorno, Nunzio Filogamo, Enzo Tortora, Corrado, Renato Tagliani, Silvio Noto, Odoardo Spadaro, Andrea Giordana, Daniele Piombi, Marco Columbro, Milly Carlucci. Dal 2016 al 2018 il conduttore è Francesco Facchinetti, poi affiancato da Diletta Leotta, preceduto da Simona Ventura per due anni e, nel 2013, da un terzetto formato dagli attori Massimo Ghini, Cesare Bocci e Francesca Chillemi.
Ma c’è da ricordare anche il felice anno 1997, che ha lanciato Caterina Murino, Annalisa Minetti, Mara Carfagna, Christiane Filangieri, Silvia Toffanin, Elisabetta Gregoraci e Vincenza Cacace, seconda dietro Claudia Trieste.
RaiUno ha dedicato a Miss Italia una serata dal 1988 al 1992, una puntata in più nei due anni successivi, tre serate dal 1995 al 1999, quattro dal 2000. Negli ultimi tempi si è poi preferito ridurre gli appuntamenti, prima a tre e quindi, nel 2011, a due. Poi è arrivato lo stop “per ragioni editoriali“, decisione presa dall’allora presidente della Rai Anna Maria Tarantola con gli applausi sul momento della Presidente della Camera Laura Boldrini, che considerò “una scelta moderna e civile” quella di non trasmettere più la manifestazione sul servizio pubblico. Da lì lo sbarco su La7.
Dopo la parentesi del ritorno in Rai nel 2019 per celebrare gli 80 anni con la conduzione di Alessandro Greco, le ultime tre edizioni sono state trasmesse in streaming su internet.
Le storiche sedi
Per quanto riguarda invece le sedi, nel 1950 Miss Italia scopre Salsomaggiore, divenuta negli anni la sua sede naturale. Dopo 41 edizioni, nel 2011, le finali si sono trasferite a Montecatini Terme, mentre nel 2013 arrivano a Jesolo, che per 7 anni ha ospitato prefinali e finali nazionali, con eccezione nel 2018 quando le finali si sono svolte a Milano e nel 2020, anno in cui si sono svolte a Roma. Nemmeno il Covid ha fermato Miss Italia.
Miss Italia è senza dubbio uno dei concorsi di bellezza più celebri e longevi al mondo. Da quasi un secolo – quest’anno celebra i suoi 85 anni – questo evento ha catturato l’immaginazione delle persone e ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura italiana. Oltre a celebrare la bellezza delle donne, Miss Italia ha subito un’evoluzione significativa nel corso degli anni, riflettendo i cambiamenti sociali e culturali che hanno caratterizzato la storia dell’Italia moderna.
La storia di Miss Italia inizia nel 1929, quando Enzo Mirigliani organizzò il primo concorso di bellezza a Stresa, sulle rive del Lago Maggiore. Inizialmente, il concorso era un modesto spettacolo di bellezza destinato a intrattenere i turisti estivi. Tuttavia, ben presto si rivelò un successo e venne ripetuto negli anni successivi.
Durante il regime fascista, Miss Italia venne utilizzata come uno strumento di propaganda per promuovere l’immagine dell’Italia come una nazione di donne belle e virtuose. Le concorrenti venivano valutate non solo per il loro aspetto esteriore ma anche per il loro comportamento morale, rendendo il concorso un mezzo per diffondere gli ideali fascisti di famiglia e patria.
Il cambiamento negli anni ’60 e ’70
Negli anni ’60, Miss Italia subì una svolta significativa grazie all’emergere del movimento femminista. Le donne iniziarono a protestare contro l’immagine distorta e stereotipata delle donne presentata dal concorso. Rivendicarono una maggiore partecipazione delle donne nella sfera pubblica, compresi i contesti di spettacolo e intrattenimento.
Nel 1967, in seguito alle proteste e alle pressioni delle attiviste femministe, il regolamento di Miss Italia subì un cambiamento radicale: fu abolita la valutazione del “comportamento morale” delle concorrenti e si iniziò a valorizzare la personalità, l’intelligenza e le aspirazioni delle partecipanti.
Miss Italia: oltre la bellezza
Con il passare degli anni, Miss Italia si è evoluta da un semplice concorso di bellezza a un evento che celebra la diversità e l’empowerment femminile. Le concorrenti vengono selezionate non solo per la loro bellezza esteriore, ma anche per le loro qualità personali, talenti e ambizioni.
Oltre alla vetrina di bellezza, il concorso offre alle partecipanti l’opportunità di intraprendere carriere nel mondo dello spettacolo, della moda e dell’intrattenimento. Numerose vincitrici di Miss Italia hanno raggiunto successi significativi in vari campi, diventando modelle, attrici, presentatrici televisive e imprenditrici.
Miss Italia e la società contemporanea
Nella società contemporanea, Miss Italia continua a essere un fenomeno popolare, ma è anche oggetto di dibattiti e critiche. Molti ritengono che il concorso perpetui ancora alcuni stereotipi di genere e standard di bellezza irrealistici, nonostante i progressi compiuti nel corso degli anni.
Tuttavia, è innegabile che Miss Italia abbia svolto un ruolo significativo nell’affermazione delle donne italiane nella sfera pubblica e nell’incoraggiare il cambiamento sociale. Il concorso ha offerto un’importante piattaforma per la discussione su questioni come la parità di genere, la violenza contro le donne e l’uguaglianza delle opportunità.
Miss Italia ha attraversato un viaggio straordinario nella sua storia secolare, da un modesto spettacolo di bellezza negli anni ’30 a un evento che riflette l’evoluzione della società italiana e il ruolo delle donne nella stessa.
Nonostante le critiche e i dibattiti che la circondano, Miss Italia rimane un’icona di bellezza, cultura e cambiamento sociale, lasciando un’impronta duratura nella storia e nell’immaginario collettivo dell’Italia. La sfida per il futuro sarà continuare a evolvere, rimanendo però sempre fedele a se stessa: un faro per le nuove generazioni di donne in cerca di emancipazione e uguaglianza.











Dei concorsi di “bellezza” se ne può fare a meno. Ricordano epoche di maschilismo tossico in cui c’erano più candidate a titoli di “miss” che studentesse universitarie.