Per nascondere il proprio fallimento la sinistra s’inventa ancora fascisti e omofobi

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All’indomani dell’intervista del Presidente del Senato, Ignazio La Russa, a Belve, in onda su Rai2, stiamo assistendo a una valanga di commenti indignati dei sinistrorsi.

Nell’occhio del ciclone la frase “Un figlio gay? Mi dispiacerebbe come se fosse milanista”, e apriti cielo! È bastata una battuta per far ripartire il solito circo a rievocare i fascisti sporchi, cattivi e omofobi, con l’obiettivo di minare la credibilità e il ruolo della seconda carica dello Stato. Il politicamente corretto ha imbrigliato anche l’ironia e infatti, non siamo più in grado di leggerla.

Ogni volta che in questo Paese si tocca il tema LGBT, la sinistra ci fa la lezioncina su quali siano le vere priorità per l’Italia scatenando le guerre puniche per una battuta e un’alzata di sopracciglio al massimo per le lapidi vandalizzate o le corone bruciate dei martiri delle foibe, la bandiera jugoslava dei titini ai cortei di Firenze con le associazioni di studenti e i centri sociali, le minacce degli anarchici, le aggressioni dei collettivi davanti ai licei, gli atti sessuali mimati sulla tv pubblica. Certo, è più facile guardare la pagliuzza nell’occhio altrui che la trave nel proprio.

A sinistra non hanno ancora imparato la lezione: dalla fondazione a oggi il PD ha perso un milione di voti, ma l’agenda politica si fonda ancora sul pericolo fascista. Sarà per coprire tutto il vuoto che c’è?

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