Quelle spie russe in Italia “grazie” al PCI…

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Sui cosiddetti “misteri italiani”, dalla strage di Piazza Fontana al massacro dell’Italicus passando per le bombe di Piazza della Loggia a Brescia e alla stazione di Bologna, si è detto e scritto molto, talvolta con ipotesi interpretative presentate come “quasi-verità”. Ma, come disse il fisico Carl Sagan, affermazioni eccezionali richiedono prove eccezionali. E forse, al di là delle ipotesi interpretative, proprio le memorie dei protagonisti possono aiutare, se non a scoprire la verità, almeno ad avvicinarvisi, tenendo conto del fatto che a volte la verità non richiede affermazioni roboanti.

Memoriale. Non solo Piazza Fontana, di Gianadelio Maletti (a cura di Concetta Argiolas, Mursia, 2022, 323 pagine, 19 euro) è un viaggio lungo praticamente un secolo raccontato da un autore speciale, un militare che dal 1971 al 1975 ha diretto il famoso Ufficio D del SID, cioè il servizio segreto allora denominato Servizio Informazioni Difesa.

La storia pubblica connessa a Gianadelio Maletti è nota, quattro processi e un calvario giudiziario e morale lungo quasi trent’anni legato alla strage di Piazza Fontana, ma sbaglierebbe il lettore ad aspettarsi rivelazioni sconcertanti: questo memoriale assolutamente inedito (e di cui l’Autore non ha potuto vedere la pubblicazione, essendo venuto a mancare lo scorso 9 giugno 2021) è piuttosto un intimo percorso umano narrato in prima persona lungo la sua storia militare, dai prestigiosi incarichi e riconoscimenti fino, appunto, agli anni della direzione del SID e delle vicende giudiziarie legate alla strage di Piazza Fontana e oltre, come indica il titolo del libro.

Un “viaggio” lungo un secolo, dal 1921 quando a Milano nasce Gianadelio Maletti (ma anche anno di nascita del Partito Comunista Italiano e del Partito Nazionale Fascista) fino ai grandi eventi, le tragedie e i piccoli episodi di storia patria, in mezzo ad amici e nemici, i protagonisti e i comprimari di una stagione politica: tutti visti da vicino, se vogliamo fare una strizzatina d’occhio a un celebre libro di memorie scritto da un celeberrimo Presidente del Consiglio (e ministro e sottosegretario e molto altro ancora) con cui il generale e agente segreto Maletti ebbe degli ovvi rapporti istituzionali.

Nel Memoriale non c’è solo la storia pubblica, ma anche la storia privata e umana dell’io narrante: alle riflessioni esistenziali e ai ritratti sagaci di Maestri e collaboratori si accompagnano infatti considerazioni storiche e militari, gli hobby, i viaggi e l’amore per la natura e per l’arte.

E poi, certamente, anche molti passaggi connessi alle fasi più delicate della storia nazionale (che inevitabilmente si connettono alla storia dell’Autore), come ad esempio il ritrovamento di quei «due documenti di grande importanza» (il virgolettato è dell’Autore del Memoriale) durante la perquisizione negli uffici del giornalista Mino Pecorelli ucciso a Roma il 20 marzo 1979.

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Oppure come quando ricevette l’ordine di fare quel “colpo”, sull’esempio dei servizi segreti inglesi, per individuare una certa quantità di spie sovietiche espellere dal territorio italiano, anche se paradossalmente non ce n’era assolutamente bisogno e il perché lo dice chiaramente l’Autore nel suo Memoriale: «nel nostro Paese l’Unione Sovietica disponeva di un vivaio di informatori a tutti i livelli, come le rivelazioni di Mitrokhin poi confermarono, ma in quegli anni KGB e GRU avrebbero potuto fare anche a meno di imbottire di loro specialisti i ranghi delle rappresentanze russe in Italia: il Partito Comunista Italiano provvedeva…».

Questo e molto altro in Memoriale. Non solo Piazza Fontana, certamente interessante per chi desideri vedere (anche) quegli anni da un punto di vista alternativo alla vulgata tradizionale, un punto di vista in prima persona e oltre, appunto, la bufera giudiziaria e morale che a un certo momento si abbatte sull’Autore. Ne parleranno giovedì 14 aprile in Senato Federico Mollicone e Concetta Argiolas con il professore di storia contemporanea Giuseppe Parlato e altri ospiti.

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