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Nelle Marche la deputata di FdI Rachele Silvestri conduce una battaglia per uscire dal tunnel dell’emergenza sanitaria, per dare voce alle imprese e alle famiglie strette tra super green pass e caro bollette. Per la città di Ascoli, un gioiello dell’Italia adriatica, propone un rilancio fondato sulla candidatura a Capitale Europea della Cultura.
Onorevole Silvestri, lei provocatoriamente ha affermato che nel bollettino quotidiano COVID occorrerebbe includere anche il numero degli esercizi commerciali che chiudono…
Sì è una provocazione che confermo: in Italia non si sta parlando abbastanza dei problemi delle imprese e delle attività commerciali.
Che poi sono i problemi dell’esistenza.
Le piccole e medie imprese non riescono a reggere a questa crisi. I ristori non hanno bilanciato le perdite: le imprese sono alle prese con gli aumenti vertiginosi delle bollette, come tutte le famiglie italiane. E dopo il Covid aumenteranno disoccupazione e disagio sociale
Cosa avrebbe dovuto fare il governo?
Avrebbe dovuto muoversi in tempo, prima che fosse varata la legge di bilancio, prevedendo fondi per attenuare l’impennata degli aumenti. Ora si rischia di essere travolti da uno tsunami perché molti dovranno pagare quello che non hanno pagato durante il lockdown. Il caso estremo è rappresentato proprio da Ascoli che come zona terremotata ha usufruito fino ad ora di una sospensione delle bollette, con la beffa che proprio ora le imprese dovranno pagare tutto insieme. Si prospetta una stagione di forti tensioni sociali e la rigidità del super green pass non aiuta a rasserenare gli animi.
Era possibile una gestione diversa dell’emergenza sanitaria?
Certo, attraverso i tamponi gratis, i tracciamenti dei positivi a partire dalle scuole, migliorando i trasporti e gli impianti di areazione, facendo informazione, più che imponendo un obbligo: nelle Marche il presidente Acquaroli ha fatto informazione sui vaccini facendo incontrare nei camper i medici e le persone che avevano bisogno di essere rassicurate, di comprendere a fondo le problematiche del Covid e anche le caratteristiche dei vaccini.
Poi c’è il discorso delle cure.
Proprio nei giorni scorsi è stato accettato alla Camera un mio ordine del giorno che promuoveva lo snellimento della burocrazia per l’accesso ai monoclonali.
Anche perché se ci sono per Galli dovrebbero esserci per tutti.
Fratelli d’Italia ha dato voci a quei medici che già l’anno scorso insistevano per percorsi di cura concretamente perseguibili: il ministero non ha voluto ascoltarli. Non solo, ma un medico è stato denunciato perché ha curato un numero significativo di pazienti non attenendosi alle circolari ministeriali.
L’Italia è un paese che punisce i suoi eroi!
Purtroppo sì. Noi di Fratelli d’Italia siamo andati a protestare insieme a medici per chiedere cure “oltre” il vaccino.
Anche perché dopo anni di tagli…
Certo oggi nell’emergenza paghiamo il conto.
Lei nei giorni scorsi ha incontrato il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti per progettare un rilancio di Ascoli.
Col sindaco abbiamo pensato alla candidatura di Ascoli come Capitale Europea della Cultura per il 2024. Ascoli è una città splendida ma – non essendovi ancora una compiuta rete di collegamenti – è nascosta dietro i monti sibillini.
E un po’ “passero solitario” come diceva il grande marchigiano Leopardi.
Sicuramente difficile da raggiungere, ma chi la scopre se ne innamora.
Qui si inserisce il discorso sulle infrastrutture.
Tutte le zone interne dell’Italia hanno una grave carenza infrastrutturale, che è una delle cause determinanti dello spopolamento. Per questo ci stiamo battendo per il completamento della pedemontana Ascoli-Teramo e siamo riusciti a realizzare un accordo tra Marche e Abruzzo. Lo stesso discorso sinergico tra le due regioni si può fare per il sistema portuale: i porti di Ancona e Pescara sono strategicamente collegati, ma la vecchia giunta regionale delle Marche non aveva presentato progetti per un ammodernamento della rete portuale dell’Adriatico centrale. Il nostro presidente Acquaroli merita un plauso per aver fatto una corsa contro il tempo presentando progetti validi per intercettare i fondi del PNRR per il porto di Ascoli e gli altri porti marchigiani.
La politica del fare alla fine è l’unica che davvero conti…
Altri invece proprio sulla soglia dei palazzi del governo hanno perso la loro anima e la loro identità. Penso ai Cinquestelle che pure avevano compiuto battaglie importanti nella scorsa legislatura, nelle quali mi sono identificata. Poi nel momento di assumere responsabilità di governo il movimento è diventato irriconoscibile, da qui la mia scelta di uscire passando da un partito che in questa legislatura è sempre stato al governo a un partito di coerente opposizione costruttiva.
Perché con Giorgia Meloni?
L’ho sempre stimata innanzitutto perché non si è mai nascosta. È una donna capace di esprimere un pensiero chiaro, senza sotterfugi, mirando a garantire l’interesse dell’Italia al di là delle contrapposizioni. I governi che da tempo si alternano in Italia non riescono a rappresentare in Europa le nostre esigenze: si pensi a tante decisioni eurocratiche subite in materia di pesca ed agroalimentare. Anche sulla pandemia Giorgia ha mostrato la sua lungimiranza.