Roma e Ascoli Piceno legate da un filo scolpito nel travertino

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La Regione Marche, il Comune della splendida Città Identitaria di Ascoli Piceno ed il Parco archeologico del Colosseo promuovono Armonie di pietra. Il paesaggio delle Marche nelle sculture di Giuliano Giuliani, la mostra nata per raccontare il Piceno attraverso le opere scultoree in travertino dell’omonimo artista ascolano.

L’esposizione ha preso il via il 15 ottobre presso il Parco archeologico del Colosseo di Roma, ove resterà sinoall’8 gennaio curata da Daniele Fortuna, e dal 7 aprile si sposterà nel Chiostro di Sant’Agostino di Ascoli Piceno, per restarvi fino al 28 giugno con la curatela di Carlo Bachetti Doria.

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È con soddisfazione che l’Assessore regionale alla Cultura Giorgia Latini sottolinea come ogni anno la Regione Marche compartecipi alla realizzazione di eventi espositivi per valorizzare e promuovere le peculiarità del patrimonio artistico ed i numerosi artisti marchigiani, che rappresentano a livello nazionale ed internazionale le molteplici e originali espressioni dell’arte contemporanea presenti nel territorio.

Osservando le opere di Giuliano Giuliani, raccolte nel suo studio di San Benedetto del Tronto e nel suo eremo di Colle San Marco, un pugno di case appena sopra le montagne di Ascoli Piceno, ciò che viene subito in mente allo storico dell’arte Alessandro Masi è “Il trucco di Michelangelo”. Ed è anche lo stesso Giuliani a sostenere che il suo lavoro si nutra di un fare per sottrazione dal blocco di pietra: “l’uso del travertino, materiale arcaico e assoluto del mio lavoro, contribuisce a mantenere e inserire forme contemporanee in luoghi diversificati, sia in ambito archeologico sia in ambito urbano moderno. È un fare generato da una necessità di essenziale, un togliere il superfluo, un ‘fare spazio’ per lasciare il risultato: segno di definizione alla restante fragilità; senso di valore alla leggerezza; ovvero spiritualità”. 

Lo “scultore del bianco” nasce nella storica Città Identitaria di Ascoli Piceno, luogo natìo anche del materiale di cui egli si serve: il travertino, la roccia sedimentaria calcarea che per le sue caratteristiche di resistenza e durata nel tempo venne scelta anche dall’architettura della romanità classica. L’artista estrae direttamente dal grembo delle Marche la sua pietra “sacra”, che poi lavora nella cava di famiglia a Colle San Marco, oggi trasformata nel suo studio a cielo aperto.

Quelle stesse opere che sembrano dialogare e trasmettere l’essenza del paesaggio marchigiano ad ottobre sono state chiamate a confrontarsi, nell’area centrale del Foro Romano, con la storia della civiltà. Ecco che le forme morbide e fluttuanti di Giuliani si mettono in discussione con le architetture monumentali romane, creando un fil rouge tra archeologia e arte contemporanea, inducendo suggestioni e riflessioni inedite sulla memoria e sul tempo.

Lo scultore marchigiano – osserva il Direttore del Parco Archeologico del Colosseo Alfonsina Russo – conferisce al travertino la stessa morbidezza e omogeneità delle colline e dei paesaggi della sua regione, una terra tesoro del nostro Paese. Ma quella stessa pietra fa parte anche della storia di Roma e dei suoi monumenti, come il Colosseo appunto. Ecco perché non può esistere miglior luogo per accogliere le sculture di Giuliani, nella speranza che giunga tutta la nostra vicinanza ad una popolazione così terribilmente colpita”.

“Ascoli Piceno e Roma – afferma infine Marco Fioravanti, Sindaco della città marchigiana – sono due città antiche collegate da un filo sottile scolpito nel travertino. Con questa idea nasce una mostra che unisce i tesori della Capitale alle bellezze artistico-architettoniche del Piceno. Il travertino utilizzato dall’artista Giuliano Giuliani per le sue splendide opere – prosegue il primo cittadino – ricorda lo spirito di resilienza del popolo marchigiano: colpito da un’annosa crisi economica, messo in ginocchio dal sisma del 2016, dal Covid e adesso anche da una forte alluvione nel nord della regione, ma incapace di arrendersi e sempre pronto a rialzarsi e guardare avanti con fiducia e ottimismo. Sono fiero e orgoglioso che una mostra così importante faccia tappa a Roma e poi nella città di Ascoli Piceno grazie a un sinergico lavoro con la Regione Marche ed il Parco Archeologico del Colosseo. Non resta dunque che invitare tutti a visitare una mostra che di certo non deluderà le aspettative di curiosi, appassionati e addetti ai lavori.”

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