Turismo all’aria aperta e borghi antichi: il Piemonte mette sul piatto quasi 30 milioni all’anno

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Tra cultura, montagne, colline, fiumi e laghi un territorio pieno di appeal

Nel ventaglio dei patrimoni culturali artistici e naturalisti custoditi in Italia, il Piemonte è sicuramente un territorio i cui contenuti rappresentano al meglio il bagaglio di espressioni tipiche della cultura mitteleuropea. La conservazione e la valorizzazione di questi gioielli ricevuti in eredità dai nostri padri viene spesso confusa come operazione il cui scopo unico è quello di mantenere vivi nel tempo dei simboli di cui siamo diventati soltanto temporaneamente depositari, e perfino a volte estranei. Al contrario, per dare corpo all’ambizione di conquistare una posizione dominante nel panorama delle regioni più appetibili nel campo del «saper vivere», abbiamo previsto di spendere 22,5 milioni di euro nel 2021 alla voce Turismo, di cui 6 destinati a potenziare la riqualificazione dell’offerta, a cui vanno aggiunti 4,3 milioni per sostenere le attività di comunicazione, promozione e marketing con una previsione di spesa sostanzialmente identica anche per gli anni 2022 e 2023. L’investimento è giustificato da vari fattori: la recente conquista di miglior meta turistica mondiale nel 2019, e di prima regione italiana a salire in testa alla classifica Best in Travel di Lonely Planet che certifica di fatto le potenzialità del Piemonte. In virtù della sua configurazione geografica fatta di montagne, colline, fiumi, laghi e pianure, i nostri territori hanno dunque un grande appeal potendo offrire una molteplicità di esperienze di turismo all’aria aperta, confermato tra l’altro da un sondaggio effettuato dalla Regione secondo il quale il 47% degli italiani dichiara di voler visitare le nostre terre. Nei numeri, il sistema turistico piemontese contava nel 2018 oltre 46 mila imprese pari al 10% del totale regionale e circa 153 mila addetti con un valore dell’indotto di 7,5 miliardi di euro: circa il 7,4% del Prodotto Interno Lordo regionale.

Si tratta, dunque, di una vera e propria industria che ci colloca al 7° posto in Italia per numero di imprese legate al turismo. Per rendere operativo quello che mi piace definire «il Piano Industriale del Turismo», la Regione sta concentrando i suoi sforzi per completare le «strade ciclabili» già adesso in parte agibili come quelle delle zone dei laghi, a nord del Piemonte e in parte ancora da realizzare come la pista «Vento». Secondo una ricerca dell’Osservatorio italiano turismo outdoor Human Company, il settore delle escursioni all’aperto ha un mercato potenziale di circa 8,5 miliardi di euro a livello nazionale: per intercettarne una fetta, naturalmente il prerequisito è il portale web multilingua sul quale stiamo lavorando per aggiornarlo.

Il piano naturalmente non trascura le atmosfere raccolte e a misura d’uomo, rappresentate dai Borghi piemontesi che sono tra i più belli d’Italia. Orta San Giulio, nel Novarese, stupisce con la sua Isola e il Sacro Monte; Vogogna (Vco), è incastonata in paesaggi montani tra Lago Maggiore e Lago d’Orta; il «Ricetto» di Candelo, vicino a Biella, rappresenta un caso quasi unico di conservazione di struttura medievale fortificata. In provincia di Alessandria, Volpedo vanta un fascino di antica vocazione agricola; l’Astigiano presenta le sue bellezze tra Cocconato e Mombaldone; a Garessio, nel Cuneese, si sente il profumo del mare, tra testimonianze storiche, decine di sentieri e una stazione sciistica da cui si vede il golfo ligure. Monforte d’Alba vanta un centro storico valorizzato. Poche valli più a nord il borgo di Usseaux in provincia di Torino si compone di 5 villaggi alpini ed è celebre per le «meridiane dipinte». Sta a noi, dunque, dopo questa emergenza sanitaria, far sì che queste potenzialità si esprimano pienamente permettendoci di far crescere un settore che ritengo strategico per la nostra regione.

Vittoria Poggio
Assessore alla Cultura, Turismo e Commercio

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