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La Rocca di Angera che sovrasta dall’alto l’omonimo Comune in Provincia di Varese, si erge maestosa su uno sperone di roccia calcarea che domina la sponda meridionale del Lago Maggiore.
La Rocca di Angera porta con sé i segni dell’epoca medioevale, costruita tra l’XI e il XVII secolo, è un possente fortilizio costruito a scopo difensivo su precedenti fortificazioni romane, e rappresenta un simbolo dell’influenza politica e culturale di due famiglie che hanno segnato la storia della Lombardia: i Visconti e i Borromeo.
La Rocca inizia ad acquisire importanza nel XIII secolo, quando Ottone Visconti, uscendo vittorioso dalla battaglia di Desio combattuta contro la casata Della Torre nel 1277, ottenne il controllo su Milano. Dopo ampliamenti, restauri e ricostruzioni, nel 1449 Vitaliano I Borromeo acquistò l’intero territorio per 12.800 lire imperiali e la fortezza diventò dimora della famiglia alla quale appartiene ancora oggi. Vitaliano I, però, morì nell’ottobre dello stesso anno e la Rocca passò di mano in mano subendo un progressivo degrado e abbandono. La svolta avvenne nel Seicento, quando l’edificio divenne prima proprietà del cardinale Federico Borromeo, marchese di Angera, e poi di Giulio Cesare III e di Antonio Renato Borromeo, che avviarono degli importanti lavori di restauro per riportare la fortezza alla bellezza originaria. È con loro che la Rocca divenne quello che molti definiscono uno dei “monumenti emblematici della storia borromea”, un luogo rinato per illustrare all’Italia l’antichità e la potenza della casata.
La Rocca di Angera racchiude tra le sue mura un giardino di ispirazione medievale che si estende per duemila metri quadrati. Le piante nel medioevo erano parte integrante della vita degli uomini: erano cibo, sapori, medicine, tessuti, colori, sapone e molto altro. E avevano anche un significato simbolico legato alla vita spirituale. Nel giardino della Rocca Borromeo si è voluto ricreare l’ambiente che accoglieva, a quel tempo, questo mondo complesso e affascinante. I giardini medievali sono stati creati nel 2008, dopo anni di studi basati su antichi documenti e codici miniati, per ricreare gli spazi verdi un tempo presenti all’interno delle mura della Rocca. Affacciati sul Lago Maggiore, sono divisi in diverse zone, ognuna con caratteristiche e piante proprie. Il verziere, il primo che si incontra, accoglie alberi ornamentali e da frutto e prosegue naturalmente verso il boschetto, un’area decorativa con un piccolo stagno abitato da iris e pesci rossi. Superati questi due si accede al giardino delle erbe piccole, che ospita invece un centinaio di specie diverse ed è destinato alla coltivazione delle piante medicinali, officinali e tintorie. Ultimo, ma non meno importante, il giardino dei principi uno spazio verde nel quale passeggiare e dedicato nel medioevo all’amor cortese.
La Rocca è costituita da cinque corpi di fabbrica ben distinguibili, modificati o aggiunti via via nel corso dei secoli: la Torre Principale o Castellana, l’Ala Scaligera, l’Ala Viscontea, la Torre di Giovanni Visconti, l’Ala dei Borromeo.
La Torre Principale o Castellana poggia su una bella pianta quadrata: la sua altezza permette ancora oggi di godere di una vista spettacolare sul lago e sui monti circostanti, del resto la costruzione della rocca è stata sì per scopi difensivi ma anche come controllo dei crescenti traffici commerciali che interessavano Angera e questa sponda del lago durante il Medioevo. A questa torre se ne aggiunge un’altra chiamata Torre di Giovanni Visconti, edificata nel 1350 durante l’arcivescovato di Giovanni Visconti. Alla torre maestra è addossato il Palazzo conosciuto come Ala Viscontea: a questa si aggiunge l’Ala dei Borromeo e l’Ala Scaligera che si trova invece tra le cinta muraria e i resti di una torre più antica.
Cuore della Rocca di Angera sono le sue affascinanti sale storiche situate nel terzo ed ultimo piano. In queste sale storiche, distribuite nelle diverse Ale della Rocca, i visitatori possono permettersi un salto indietro nel tempo, ammirando gli arredi e le numerose opere d’arte tra ceramiche, dipinti e affreschi.
Una delle sale più preziose a livello artistico della Rocca di Angera è la Sala di Giustizia, un vero capolavoro da ammirare in ogni dettaglio che ospita il ciclo di affreschi realizzato nel XII secolo dall’omonimo “Maestro di Angera” che raccontano le imprese militari di Ottone Visconti e della sua lotta contro Napoleone della Torre per il controllo di Milano; tra queste è raffigurata anche la battaglia di Desio del 1277. Oltre ad essa, da menzionare, ci sono le sale del Buon Romano, della Mitologia, delle Cerimonie, di San Carlo, dei Fasti Borromeo.
La Sala del Buon Romano, è decorata con grandi tele che ritraggono alcuni degli esponenti di spicco della famiglia Borromeo.
La Sala delle Cerimonie, comunicante con quella del Buon Romano, ospita gli strappi di affresco originariamente realizzati all’interno di Palazzo Borromeo di Milano e recuperati dopo un bombardamento nel 1946. Risalenti alla prima metà del XV secolo, le opere furono realizzate dalla scuola di Michelino da Besozzo e raffigurano scene di vita quotidiana.
La sala della Mitologia, dedicata ai dipinti che ricoprono le pareti e che raffigurano scene mitologiche e legate alla tradizione greca. Sempre nella sala della mitologia sono conservate anche ceramiche, porcellane e maioliche (di manifattura olandese, francese, italiana, tedesca, spagnola ma anche persiana e cinese) della collezione di Madame Gisèle Brault-Pesché, proprietaria del Petit Museo du Costume di Tours, in Francia. Recentemente nella sala della Mitologia è stata allestita la Sala delle Maioliche, una straordinaria collezione composta da trecento rarissimi pezzi.
Nella Sala di San Carlo, e nella Sala dei Fasti Borromeo sono presenti grandi tele, ritratti e arredi che riportano ad epoche antiche.
La Rocca di Angera è rinomata per accogliere il più grande Museo della Bambola e del Giocattolo d’Europa. Fondato nel 1988 dalla principessa Bona Borromeo, il Museo tra i più importanti in tutta Europa per la qualità, la varietà e la rarità della collezione, occupa ben 12 sale divise tra l’Ala Viscontea e quella Borromeo. Nato come Museo della Bambola, si è ingrandito nel corso degli anni proponendo sezioni dedicate all’abbigliamento infantile ed ai giocattoli. Il Museo della Bambola e del Giocattolo accompagna i visitatori in un fantastico viaggio nel tempo alla scoperta delle bambole antiche, ma anche di quelle modernepermettendo di cogliere i legami con moda, arte e costume dei tempi passati e di quelli attuali. Veri e propri capolavori dell’ingegno e della creatività di artigiani, maestri scultori e anche orologiai, che hanno creato automi dai movimenti ritmati e lenti. L’allestimento segue un criterio storico e geografico, illustrando la trasformazione dell’antico giocattolo dal 1700 ad oggi. Anche per i non amanti del genere, la visita risulterà assolutamente interessante e avvincente. Oltre mille bambole (1.300) sono rappresentate, di varie fogge, nazionalità, costumi, in materiali poveri come: il legno dipinto, cera, cartapesta, tessuti, per trasformarsi in tempi più recenti in porcellana, celluloide e plastica fino ad arrivare alle Barbie. Per quanto concerne i giochi per i bimbi, nelle vetrinette sono esposti una vasta gamma quali: soldatini, animali, puzzle, domino, marionette, cavalli a dondolo, trenini di legno, e tanti altri giocattoli, per la gioia e l’estasi di bambini e anche adulti!