Ventimiglia: il “paradiso in terra” dell’orto botanico Hanbury

0
Di Fabio Alessandro Locati - Opera propria, CC BY-SA 3.0,

Nel 1867 giunse in località La Mortola un facoltoso uomo d’affari britannico, Thomas Hanbury, arricchitosi con il commercio di prodotti esotici dalla Cina verso l’Europa. Colpito dal clima particolarmente mite del Ponente ligure, che favoriva la crescita di una rigogliosa vegetazione subtropicale, egli decise di acquistare dei terreni ed una villa cinquecentesca, ormai diruta, da utilizzare come residenza durante la villeggiatura invernale.

La proprietà si estendeva su di un promontorio terrazzato e coltivato a vite, ulivo e agrumi. Con l’aiuto del fratello Daniel, di valenti agronomi ed esperti di botanica come Ludwig Winter, in pochi anni Thomas realizzò il proprio “Paradiso in Terra”, abitandovi fino alla sua scomparsa, nel 1907. Il seguito l’erede Cecil continuò l’opera del padre, lasciando gestire alla moglie Dorothy la proprietà: nuove specie botaniche furono acclimatate, e si arricchì il giardino con viali e prospettive, in omaggio alle contemporanee tendenze di architettura del paesaggio.

Lo scoppio della 2° guerra mondiale vide la partenza della famiglia Hanbury. Al termine del conflitto Dorothy tornò alla Mortola, trovando un parco abbandonato e devastato da bombardamenti, e iniziò una faticosa, oltre che molto dispendiosa, opera di restauro. Nel 1960 il giardino fu acquisito dallo Stato italiano, e Dorothy, confermando la lungimiranza e l’amore per il territorio della famiglia Hanbury, fece inserire nel contratto di vendita una clausola che obbligava il nuovo proprietario a mantenerne l’uso pubblico, impendendo così ogni forma di speculazione immobiliare.

Dal 1986 la gestione è passata all’Università degli Studi di Genova, che si adopera per riportare il parco all’antica bellezza e ricchezza botanica. Attualmente, si contano ben 3.500 specie botaniche. La superficie attuale dei Giardini Botanici Hanbury è di circa 18 ettari, ricoperti in modo abbastanza uniforme da vegetazione autoctona (ulivi, macchia mediterranea, pinete ecc.) ed esotica, da altre regioni del mondo, che godono di un clima simile, come Australia, Sudafrica, Sudamerica ecc.

Notevoli le piante succulente: agavacee e cactacee americane, aloacee di origine africana, rosacee con meravigliose fioriture primaverili, in particolare di Rosa Banksiae; rigogliose le collezioni di Cycas, ormai secolari, volute da Dorothy, e di agrumi.

La Grotta della Schiava. Foto Bettylella CC 3.0 sa by

Il giardino è inoltre arricchito da vari monumenti: le Fontane del Dragone e del Fauno, la Grotta della Schiava, il Tempio delle 4 Stagioni ecc. La Villa, restaurata e riportata all’aspetto ottocentesco, è sede di uffici universitari; il piano terreno è periodicamente visitabile, in occasione di eventi ed esposizioni artistiche. Il Parco è sempre aperto, con orari diversi a seconda delle stagioni.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

14 − quattro =