A Roma la sinistra prima insulta Calenda e la Raggi e ora gli chiede i voti

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Non fatevi ingannare. Dietro alle parole d’ordine di Gualtieri sul “civismo”, la svolta e via dicendo c’è il vecchio Partito Democratico, a sua volta erede dell’ancora più vecchio Partito Comunista romano, che ha amministrato la città per decenni ed è quindi il principale responsabile del degrado. Nè bisogna farsi ingannare dagli appelli di Gualtieri ai moderati: è tipico della sinistra, fin da quando nel 1975 arrivò al Campidoglio per la prima volta. A sindaco, Botteghe Oscure non collocò un oscuro funzionario di partito ma lo storico dell’arte Giulio Carlo Argan, per cercare rispettabilità e non intimorire i moderati: ma la vera politica la condussero appunto i funzionari di Botteghe Oscure, i sindacati, le cooperative e cosi via.

Sono passati molti anni ma i metodi sono rimasti gli stessi. Cosi come quello delle alleanze spregiudicate, con chi fino a un minuto prima avevano ingaggiato una battaglia feroce. Calenda, ad esempio, è stato svillaneggiato e oltraggiato dalla sinistra quasi fosse Salvini, ma un secondo dopo il primo turno era già diventato “il democratico Calenda”. Il quale non si è fatto pregare e ha subito dichiarato che voterà Gualtieri. Ora, molti elettori che alle politiche hanno scelto o sceglieranno il centro destra hanno optato per Calenda, che nel suo programma come clin d’oeil aveva inserito parole d’ordine care soprattutto all’elettorato di Forza Italia. Lo hanno fatto in buona fede, ma ora in altrettanto buona fede dovrebbero al ballottaggio scegliere chi propone davvero una svolta, come appunto Michetti. Anche astenersi vorrebbe significare regalare il Campidoglio all’artefice del pasticcio MPS e soprattutto al PD romano con le sue corporazioni e le sue burocrazie.

Ancora più convinti di votare Michetti dovrebbero poi essere gli elettori di Virginia Raggi, trattata per altro in modo indegno da Giuseppe Conte e subito scaricata dal suo movimento. Non solo cinque anni fa l’elezione di Raggi fu soprattutto una rivolta contro l’establishment di sinistra che aveva rovinato Roma, ma per tutta la durata del mandato i piddini hanno violentemente attaccato la sindaca uscente. Sarebbe abbastanza incoerente che ora i suoi elettori scegliessero la completa restaurazione, il ritorno a quel Bettini, che è il vero deus ex machina della sinistra nella capitale, da Rutelli a Veltroni a Marino. E i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti.

Se gli elettori moderati di Calenda non lo seguiranno nella resa di fronte alla sinistra, e se molti di quelli di Raggi si renderanno conto che, tra Michetti e Gualtieri, il cambiamento è ben incarnato dal primo, se insomma prevarrà la coerenza e la decenza, Roma potrà finalmente ripartire

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