Amico sincero di CulturaIdentità, ha collaborato spesso con la sede canavesana.
Alcune anime lasciano traccia indelebile al loro passaggio su questa Terra, e il vuoto che resta alla loro dipartita spesso pare incolmabile. Così è stato per il torinese (ma di origini astigiane) Massimo “Max” Giusio, classe 1961, scrittore e ricercatore, avvocato, criminologo e vittimologo, teologo, esperto di simbologia e di esoterismo, ma anche uomo “dietro le quinte” del Salone del Libro di Torino e, infine, Vescovo torinese della Chiesa Ortodossa Italiana, che nella mattina del 31 gennaio, presso l’ospedale torinese Maria Vittoria, ha detto addio al mondo terreno dopo brevissima ma implacabile malattia, lasciando esterrefatti amici, conoscenti e la sua stessa Chiesa ortodossa, che a lui aveva affidato buona parte degli aspetti dottrinali.
In queste ore si è formato un gruppo Whatsapp che raduna tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, il cui numero aumenta di ora in ora. Ciascuno degli amici ha qualche motivo per rimpiangerlo, anche solo per le numerose manifestazioni di generosità e disponibilità che lo hanno sempre caratterizzato, ma anche per l’impareggiabile capacità di divulgare la sua vasta conoscenza, di appassionare con la sua oratoria, di far innamorare anche i suoi amici del suo stesso sapere, assolutamente variegato: tra i suoi interessi anche la musica jazz – amava esibirsi coi suoi amici musicisti -, il survivalismo, che lo ha portato alla presidenza della F.I.S.S.S. (Federazione Italiana Survival Sportivo e sperimentale), e gli ordini cavallereschi neo-templari, per i quali, nell’ultimo Consiglio dei Cavalieri, riservò parole elevate.
Lo ricorda così il responsabile canavesano di CulturaIdentità, Dario Noascone: “Ebbi la fortuna di incontrare Max (…guai a chiamarlo Massimo!) circa dieci anni fa, in occasione della presentazione del libro di un suo amico che curai per il Comune di Cuorgné, e fu subito intesa: molti argomenti e interessi ci univano, ma fui colpito in particolare sia dalla sua memoria prodigiosa, sia dalla semplicità con cui condivideva ogni sua conoscenza. Da quel momento mi invitò spesso a partecipare come relatore a iniziative culturali che realizzava senza sosta… Così, appena iniziai ad operare per CulturaIdentità, mi sembrò naturale coinvolgerlo, e l’occasione prese forma nel giugno 2021, con la presentazione nella nostra sede cuorgnatese del suo libro “Lombroso e il Crimine”, da poco pubblicato. Appena un anno dopo, già ci sorprendeva con tutt’altro argomento con il suo “Ecobioetica”, testo breve ma profondo che molti, che oggi farneticano di nuove tecnologie senza cognizione di causa, dovrebbero leggere approfonditamente. Ultimamente un altro progetto ci univa: la nascita del Priorato canavesano dell’antico ordine cavalleresco della “Pietà del Pellicano”, nato agli inizi del XVII secolo, a cui lui teneva particolarmente. Anche per questo, oggi, mi sento un po’ orfano, di lui e della sua vastissima erudizione da cui ancora avrei desiderato attingere. Non era un semplice intellettuale, ma un vero sapiente, e come tutti i sapienti sapeva unire mente e cuore”.
Mercoledì 5, presso le sale della Bocciofila della Madonna del Pilone, luogo che Max amava e frequentava, in Parco Michelotti a Torino, i numerosi amici daranno l’ultimo saluto a un uomo e a un intellettuale che, ora, potrà trovare tutte le risposte che, per una vita, ha sempre e infaticabilmente cercato.