Con Arturo Diaconale scompare l’ispiratore del pensiero liberale della politica di questi ultimi decenni e un raffinato cultore del concetto dell’essere moderato. Aveva 75 anni e da tempo lottava contro un male incurabile.
Ovunque abbia lavorato e qualsiasi ruolo abbia ricoperto, come giornalista, conduttore televisivo, presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo, consigliere della Rai, direttore del giornale L’Opinione, ha lasciato un ricordo di onestà e serietà.
Abruzzese di nascita e romano di adozione cominciò la sua carriera giornalistica al Giornale di Sicilia nel 1973. Tre anni dopo divenne giornalista parlamentare e nel 1980 divenne capo della redazione romana, per poi passare alla redazione de Il Giornale, guidato da Indro Montanelli. Nel 1992 passò a Studio Aperto su Italia 1 e nel 1993 approdò a L’Opinione, di cui è rimasto fedele direttore per 27 anni e che trasformò in L’Opinione delle Libertà e che esce quotidianamente nella sua versione online, dimostrando il suo coraggio ed ospitando tante firme che sentono la necessità di dire le cose come stanno, senza lacci e lacciuoli, dimostrando così di vivere il liberismo prima di professarlo senza riconoscerne il significato.
Nel 1995 condusse il programma “Ad armi pari” su Rai 3, senza mai perdere di vista una informazione libera e aderente alla realtà, per questo forse durò poco sugli schermi.
Nel 1996 divenne amministratore della Rai e in seguito fu candidato al Senato nel Polo delle Libertà nel seggio di Rieti. E’ curioso e resterà sempre un mistero il motivo per cui nessuno seppe dargli un ruolo politico adeguato,
Il professor Pier Franco Quaglieni, fondatore e direttore del Centro Studi “Pannunzio” di Torino, lo definisce “Un liberale ottocentesco, nato per nostra fortuna nel secolo sbagliato”. Troppi errori e leggerezze sono state commesse ai danni degli italiani, come non fare in modo che Diaconale, che ricorderemo sempre come un grande professionista, un amico e un galantuomo, avesse il ruolo che meritava e venisse valorizzato politicamente, portando piuttosto avanti candidature di comodo e mediocrità.
@vanessaseffer