1895. Agesilao Greco, una rissa in strada e una grande amicizia

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Un'illustrazione dalla Domenica del Corriere, 19 maggio 1957

Quella di “spennare il turista pollo” è una brutta abitudine in molte città italiane, a Roma – abituata da secoli alle masse di pellegrini – in particolare. Ma non sempre la sorte arride al furbo… specialmente quando la vittima designata è uno dei più grandi maestri di scherma di tutti i tempi: Agesilao Greco.

Il suo incontro-scontro con un vetturino (i tassisti dell’epoca del cavallo) che vuol “fare la cresta” sulla tariffa diventa un’evento da tifo indiavolato e – ovviamente – finisce in tribunale, con una sentenza salomonica che è una lezione per i magistrati d’ogni tempo. Ma in quell’Anno del Signore 1895, il “duello” a colpi di bastone e manico d’ombrellone si conclude nella migliore – e più italiana – delle maniere: rispetto, dignità, amicizia. [Red.]

Pomeriggio di primavera, Roma. All’Adriano di Piazza Cavour Agesilao sale su una carrozza e il vetturino, sentendo il suo accento “straniero”, pensa di aver trovato il pollo da portare “a spasso”. Agesilao se ne accorge, alza la voce e chiede di essere condotto in via Nazionale. Ma quello, arrivato di fronte al caffè Aragno, in via del Corso, dice che l’ora è finita.

Il siciliano Greco si arrabbia, scoppia una lite e il vetturino sfila il manico ferrato dal suo ombrellone e gli tira un colpo violento, gridando «mannaggia a voi, mò ve rompo la testa!». Agesilao, da dentro la carrozza, para e colpisce col suo bastone animato da passeggio.

Parte il duello, la gente accorre da tutti i caffè e i negozi vicini, la gente alla finestra fa il tifo. La calca blocca i movimenti, Agesilao avverte il pericolo: un’ombrellata in testa potrebbe essergli fatale. Colpisce l’avversario come sa, con una puntata, e lo manda per terra. Poi corre via e si rifugia nella sede storica del Messaggero in via del Tritone; racconta l’accaduto e lascia i soldi per pagare la corsa.

Seguirà un processo: saranno condannati entrambi, il vetturino per aggressione e truffa, il maestro Greco condannato perché “data la sua abilità avrebbe dovuto parare all’infinito senza mai rispondere“. Ma l’amicizia è sancita: d’ora in poi, ogni volta che incontrerà Agesilao, il vetturino gli farà un giro, gratis ovviamente.

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