Dal 1° Gennaio 2024 all’ultimo aggiornamento disponibile da European Forest Fire Information System (EFFIS) del 30 luglio, su scala nazionale sono stati rilevati 615 incendi, per una superficie totale di 221 kmq. Le stime comunicate dall’ISPRA evidenziano che le aree boschive percorse da incendio, per i primi 8 mesi del 2024, sono 40 kmq di superficie forestale (cioè, il 18 % del totale). La cosa più preoccupante di questi ultimi giorni è che incendi come quello a Roma di Ponte Mammolo e quello del Parco di Monte Mario, accanto alla citta giudiziaria, interessino in modo critico le abitazioni limitrofe alle aree verdi percorse dal fuoco, e coinvolgano anche i cittadini che usufruiscono delle stesse aree verdi.
Il cambiamento climatico sta portando temperature più alte e siccità, in tutto il mondo divampano sempre più spesso incendi devastanti. E’ un dato certo che gli incendi urbani sono tanti, con una frequenza e un intensità sorprendenti e letali. Il surriscaldamento, poi rende le ondate di siccità più frequenti, più lunghe e più persistenti, e quindi c’è meno acqua ambientale a mantenere umido il paesaggio. Se a questo si aggiungono i forti venti allora basta una sola scintilla per innescare un incendio capace di propagarsi rapidamente. E’ la città che è diventata l’anima dell’incendio: con i suoi materiali combustibili, con i carburanti e le batterie dei mezzi pubblici e privati, insediamenti abusive, discariche a cielo aperto, non più alberi e verde.
Purtroppo con le solo azioni delle squadre d’intervento, non consone all’attuale rischio, si fan ben poco: si cerca solo di evitare catastrofi irreparabili. Il dispositivo di soccorso deve essere mirato ed efficace con un’attenta analisi anche di carattere di distribuzione di risorse umane e di mezzi.
Quello che sarebbe utile invece è cambiare totalmente l’approccio gestionale di pianificazione urbana, con una piano di ricostruzione, creando fasce di rispetto, delocalizzando aree critiche, incentivare la crescita del verde. Difendere le città dagli incendi richiede anche cambiamenti sociali forti e non popolari. Le amministrazioni devono intervenire con una sana prevenzione, che pianifichi scenari emergenziali, che permettano in primis di salvare le vite umane, ma anche il patrimonio boschivo urbano, che va tutelato assolutamente in tutte le forme, lo sviluppo di un futuro sostenibile, resistenti agli incendi e resiliente passa da questi interventi che devono essere fatti in fretta, prima che sia troppo tardi.