Anche noi abbiamo i nostri Stanlio e Ollio: Franco e Ciccio

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L’esterofilia cronica non è un’ossessione solo di questi tempi: c’è sin dall’epoca di Franco e Ciccio. Stupisce casomai che non siamo mai riusciti a frenarla in tanti anni. Quella ricerca continua, pedissequa, di presunti insegnamenti morali e filosofici attraverso tutto ciò che viene proposto dai popoli stranieri ormai è diventata stucchevole. Anche perché decisamente evitabile, perlomeno in un Paese come l’Italia che può da sempre vantare una sua cultura e forme d’arte ben precise.

Vai all’estero e scopri che l’Italia è conosciuta per caratteristiche ormai scordate da noi, che siamo troppo spesso abituati a cercare di imitare quanto funziona di più nel costume altrui.

Per esempio, è quasi un secolo che, a buon diritto, si parla di Stanlio e Ollio come riferimenti della comicità. Sfogliando rapidamente i corsi universitari di cinema o di comunicazione dei nostri atenei, anche quest’anno si trovano citati i film dei due attori statunitensi. Onore a loro, maestri di un divertimento senza necessità di parola. Anche se va ammesso che quando gli abbiamo attribuito le voci italiane (da Chiari a Sordi) con un buffo accento americano, li abbiamo resi ancor più formidabili. Qualche merito dunque lo abbiamo anche noi e ogni tanto non guasterebbe ricordarcelo. Onore a quei due maestri, dunque, ma perché dimenticarci sempre della nostra storia? La comicità italiana ha visto, per esempio, in Franco e Ciccio una coppia strepitosa al pari di Stanlio e Ollio: il primo goffo e impacciato, il secondo impettito e apparentemente più saggio. Insieme, i due attori palermitani formavano un’inimitabile binomio, capace di fare scuola con una mimica eccezionale e tempi comici che nessuno è mai più riuscito a ripetere, ma a cui tutti hanno aspirato di avvicinarsi.

Franco Franchi e Ciccio Ingrassia sono i numeri uno del sedicente cinema di serie B, così chiamato in quanto meno esoso in termini di costi e tempi di produzione: nel solo 1964 la coppia arrivò a interpretare ben 20 film! Di conseguenza la loro stessa comicità è stata etichettata come “di serie B”, con la beffa di essere arrivata troppo presto. Praticamente qualche anno prima della assai più scadente commedia sexy, vissuta quanto bastava dalla generazione X per essere poi riclassificata come cult solo in nome di una nostalgia adolescenziale. Stesso destino capitato poi ai cinepanettoni con i Millennials, nonché alla comicità dei tormentoni arrivata con prepotenza da Zelig in avanti. Tutto quel che c’è stato prima, non lo consideriamo, almeno se poco internazionale. Ma rendere interessante qualcosa a livello mondiale, spetta innanzitutto proprio a noi. In realtà, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia sono due leggende che meriterebbero di essere raccontate nelle università. Anche e soprattutto in virtù della loro italianità.

Si riguardi, per esempio, il film I due maghi del pallone. È del 1970 ma, a parte la dichiarata ispirazione a Helenio Herrera all’epoca allenatore dell’Inter, sembrerà di vedere un film ancora attuale. Le incompetenze calcistiche di un manager (in quel caso il dott. Ingrassetti, naturalmente interpretato da Ciccio) sottomesso al presidente e di un chiromante messo sulla panchina della squadra (K.K., ossia Franchi) sono il traino per portare alla luce diverse realtà italiche. Si evidenziano infatti assunzioni lavorative senza criterio, prepotenza di chi ha il potere fra le mani, ricorso alla slealtà e alla corruzione per ottenere risultati, eccessivo trasporto di taluni tifosi spesso pronto a tradursi in violenza. Ce n’è anche per fattori positivi: l’attenzione del giocatore di punta verso il suo amore, che testimonia la qualità di latin lover tutta italiana. E ancora, la capacità di riconciliazione tra due amici dopo un tradimento, la passione per la discodance e persino per una certa moda. Franco e Ciccio raccontavano in quel film tante sfaccettature del nostro Paese.

Identica cosa si dica per La moglie degli altri è sempre più bella, dove si riesce persino a ironizzare con intelligenza sul tema delle organizzazioni criminali che ci ha tristemente stereotipati all’estero. Un argomento a cui la coppia comica a poi dedicato addirittura altre quattro pellicole della saga I due mafiosi, dirette da Giorgio Simonelli.

Nella contrapposizione tra un democristiano e un comunista ne I due deputati c’è tutta la retorica politica che oggi vediamo ancora ben contraddistinta tra destra e sinistra. In quella tra i protagonisti di Don Franco e Don Ciccio nell’anno della contestazione si rivede la differenza tra una morale estremamente aperta e una più conservatrice.

Franco Franchi e Ciccio Ingrassia hanno raccontato la nostra Italia talmente bene che poi vennero affidate loro anche innumerevoli parodie di pellicole importanti. Mettevano a confronto realtà diverse tra loro, facendo vincere sempre una via di mezzo.

Convinsero per primo l’artista numero uno in assoluto della nostra musica, Domenico Modugno, che li volle accanto a sé al cinema e a teatro dopo averli messi alla prova cercando (e riuscendoci) di far ridere recitando un’orazione funebre. Poi, oltre a innumerevoli registi esperti della pellicola comica, incantarono anche Maestri come Buster Keaton, Pierpaolo Pasolini e Luigi Comencini. I loro Gatto e Volpe, nel Pinocchio più bello che il cinema abbia mai realizzato, sono ancora oggi talmente iconici che quando si pensa a quei due personaggi collodiani non li si può che immaginare coi volti e i caratteri di Franco e Ciccio.

Perché ci siamo lasciati imporre la cultura straniera di rifarci sempre ed esclusivamente a Stanlio e Ollio, quando abbiamo due fenomeni come Franco e Ciccio da poter studiare all’università per la loro capacità di focalizzare l’attenzione con mimica e linguaggio mai più ripetuti?

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